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Cavalcata Reacher

Creato il 03 gennaio 2013 da Annalife @Annalisa
Strass e pùlvor

Strass e pùlvor

Strasss e pùlvor – Prosegue la cavalcata tra le avventure di Reacher, specie di gigante buono quando vuole, spietato quando deve (secondo il suo metro di giudizio, non secondo la legge o altro imperativo morale), vagabondo sempre. Ho fatto pace con alcuni particolari che nel primo romanzo non mi tornavano (Reacher è un eccellente militare che non viene cacciato dall’esercito, ma se ne va da solo quando nota una riduzione del personale), e digerisco ora anche la sua forza, la sua intelligenza, le sue miracolose e perfette intuizioni, che poi sono sempre frutto di qualcosa che aveva imparato, visto, notato, letto (citazioni di Marx, Marcuse, e compagnia bella). Le digerisco perché Reacher si comporta nei momenti clou da superuomo (manca solo che fermi le pallottole col petto, fasci di muscoli più robusti del kevlar, o con il cranio, particolarmente spesso e robusto, anzi, no, forse una di queste due cose la fa, o fors’anche tutt’e due

;-)
) tuttavia parla, si muove, si rapporta con gli altri in modo sommesso, di sguincio. Insomma, non se la tira (tranne quando mettono in dubbio che ce la possa fare o quando sembra che abbia capito male una cosa: allora lì comincia la menata: ah, ma come, non posso aver capito male, non posso aver giudicato male, non io).
Detto questo, ‘sto libro va avanti per un terzo in questo modo: la protagonista chiede: mi fai questo piacere?, e lui dice no, e lei: davvero non me lo fai?, e lui: se ti ho detto di no!; e lei, ah, vabbè, allora niente, e poi: davvero davvero?, e lui: ma se ti ho detto che non posso, ma perché non puoi?, perché no, allora non me lo fai, il piacerino?, no-o-o, ti ho detto di no, ah vabbè, pazienza, vuol dire che me lo faccio da sola, il piacere, e lui: ma va’ là, sei scema?, e lei: allora me lo fai tu?, no!, ti ho detto di no, e lei…
Insomma, va avanti così finché, per dire, il piacerino glielo fanno degli altri e lei vai in galera. Da qui in poi, la storia si muove e comincia a costruirsi bene, tra falsi indizi e indizi veri di cui non ci si accorge (cioè, specifichiamo: di cui io non mi sono accorta); la solita bellona gambelunghe che è pure intelligente e altruista (tranne che con il povero Reacher), un ambiente terrificante e ben descritto (sia geograficamente che mentalmente) e la solita soluzione strass e pulvor che alla fine lascia un bel po’ di gente morta e altri (forse) felici e contenti.

Comunque piacevole

Comunque piacevole

A prova di killer – Stavo dando tre stelle sulla fiducia perché, diciamolo, quando ti infili nel tunnel del thriller seriale, dove il protagonista è sempre lui, e le donne intorno sempre gambalunga bellissime intelligenti e profumate, e quando sono un po’ più piccole sono ancora più intelligenti, ecco, come si fa a ricordare ben una trama?
Eppure, voilà, mi sono ricordata che in questo romanzo Reacher deve dimostrare che non si può uccidere un personaggio importante (o che si può, se il sistema fa acqua). E per dimostrarlo rivela la sua vera essenza: è un uomo d’eccellenza, ormai si sa. Vede, sente, ragiona, intuisce, misura, capisce, scazzotta, ammazza, ama in misura superiore alla media. E fa tutto ciò senza diventarmi antipatico. Mi sono chiesta come mai e rispondo ancora che, probabilmente, nonostante certe sue affermazioni da assistente dell’ispettore Rock (per gli ignari: “lei è un fenomeno ispettore, non sbaglia mai”), riesce a risultare umanissimo, come quando appare contemporaneamente sicuro di sé e imbranato con le donne (quando uno si fa decine di seghe mentali prima di allettare una tizia bellissima, intelligentissima, ecc. alla fine ti dimentichi che comunque se la spupazza come e quando gli pare e se la dimentica in un amen, ti rimane quella impressione di serietà e esitazione che rende il tizio – Reacher, intendo – accettabile). Poi, non so, magari Child lo fa apposta ma è già la seconda volta che mi capita: ho colto un particolare moooolto prima di Reacher. Mi sono sentita intelligentissima.
Comunque: buona trama, articolata, che ha per base ciò di cui dicevo prima (il tizio importante sarà a prova di killer o ce lo ammazzano in un amen?), ma anche l’indagine parallela, la ricerca di killer (forse) veri. Trama un po’ tirata via in certi punti, ma per un libro che si riesce a leggere di fiato, in una giornata o poco più, conta poco. Come conta poco anche la soluzione, simile a un mezzo coniglio tirato fuori dal cilindro, così che a tre quarti del libro la tensione cala e puoi anche chiudere il libro e andare finalmente a dormire. Poi però, la mattina dopo lo riprendi e noti che il coniglio viene giustificato in tutti i modi plausibili, e chi siamo noi per non continuare a vedere che cosa combina Reacher?

Deh, che noia...

Deh, che noia…

Il nemico – Salvo pagina 375 (titoliamo così: “qual è il rumore simbolo del ventesimo secolo?”) e qualche altro momento qui e là, soprattutto i tentativi di delineare meglio la figura (nel passato) di Reacher che, libro dopo libro, è sempre il solito duro ma acquista piano piano una dimensione più umana e maggiore profondità. Salvo anche le motivazioni (personali o meno) che affiorano dietro le morti.
Tutto il resto è noia, comprese le previsioni di mondo futuro fatte nel 2004 da uno che scrive una storia ambientata nel 1990 (così sono capace anch’io). Per spiegare, rivelo la trama fitta, perciò che vuole essere sorpreso non legga oltre!
Pronti?
Ecco: prendete un Atlante stradale degli Stati Uniti e degli spilli colorati. Mettete uno spillo qui e uno là, poi uno su e uno giù, uno un po’ più a destra, e l’altro a sinistra. Uno ancora vicino al secondo e via così. Il libro è la storia di Reacher che si fa scarrozzare da Summer (onore al merito, stavolta la donzella è piccola) su, giù, a destra, a sinistra. Qualche volta prendono un aereo e arrivano in Europa, in Germania, poi a Parigi, poi in Germania, poi di nuovo Stati Uniti, su, giù, destra, sinistra.
Ah, già, la trama: siccome siamo nel 1990 e si scopre che i comunisti non ci sono più, si faranno dei tagli nel personale dell’esercito americano. Tre colonnelli buontemponi organizzano una conferenza per non farsi tagliare, anche tramite minacce e simili, e poiché questo non è bello, si nascondono. Poi qualcosa va storto e, poiché rischiano di essere scoperti, cominciano ad ammazzare per nascondersi meglio. Reacher indaga e non capisce quasi nulla fino alla fine. Intanto, però, viaggia, su, giù, destra, sinistra, mi sa che se imbocco la strada giusta ormai giro anch’io per gli Sati Uniti come una scheggia, discorrendo dell’altezza minima per entrare nell’esercito e dei pregi e difetti di armi leggere e pesanti. Du’ balle…



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