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Cella 211

Creato il 19 febbraio 2012 da Einzige

Cella 211una giovane guardia carceraria viene colta nel bel mezzo di una insurrezione nel penitenziario. per cavarsela, si fingerà un detenuto e si guadagnerà il rispetto di tutti quanti.
I.Fratelli
si tratta di un’opera che infiamma l’anima. non fa sconti, morde e graffia, ma- soprattutto- va dritta al punto, calando metaforicamente le braghe al Sistema. quella che a inizio film sembra una banale infiltrazione di uno dei ‘buoni’ fra i demoni carcerati- un trucchetto che si potrebbe rivelare utile per vincere la battaglia- si trasforma in un eclatante rovesciamento, l’immedesimazione nel ruolo dell’emarginato per eccellenza: il detenuto, il degradato, isolato e lasciato morire per garantire la sopravvivenza della società benpensante. Juan, il protagonista, se ne accorge sulla sua pelle: la polizia- il governo, la classe dirigenziale, la società tutta- maltratta e abusa a più non posso, perché sa(nno) che le loro vittime non possono alzare un dito, che sono rinchiuse e sorvegliate, che non hanno più diritti, che sono persone solo- e a volte nemmeno- sulla carta. ma non è così.
II.aqui muriò calzones
basta un nonnulla e scoppia la rivoluzione. se è vero che la prigione rappresenta, per certi versi, un microcosmo in tutto e per tutto simile alla società civile da cui gli viene imposto di prendere le distanze, allora il messaggio diventa ancor più infuocato. è possibile alzarsi in piedi e rivendicare un minimo di libertà, di decenza, di dignità: Malamadre e Juan giocano la loro partita, il problema è che il loro avversario non gioca a carte scoperte, non esita a corrompere chiunque sia disposto a farsi comprare e, più di ogni cosa, mente (mistifica i fatti). la Società è l’avversario più infido, quello che dice A mentre pratica B, ed è questo il segreto del suo successo, della sua morsa asfissiante su cose e persone. ribellarsi, a questo punto, diventa un obbligo, quasi un dovere spirituale- per ricordarsi di avere ancora un cervello autonomo, una propria volontà, in pratica: di essere ancora umani. qualcuno ha detto che l’unico vero antagonismo, è quello che contesta il Sistema in toto e non accetta mediazioni o altri sotterfugi: allora, questo, pur nel finale brutalmente pessimista, è e rimane un film coraggiosamente antagonista. 
Cella 211
titolo originale: Celda 211un film di Daniel Monzòn2009

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