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Senza impegno, non si resta umani

Creato il 01 dicembre 2014 da Einzige
Senza impegno, non si resta umani
Negli ultimi tempi si fa un po' fatica a capire che succede per le strade di Roma.Quest'autunno di passioni, probabilmente non ancora concluso, ha datto vita a un teatrino di mediocri drammi, episodi grotteschi e tremende quanto improvvidenziali perdite di lucidità en masse, epitome dell'inarrestabile sfacelo dei movimenti resistenti - delle persone resistenti - che poi è lo sfacelo nostro in quanto esseri umani sociali. 
Si è iniziato il 18 settembre quano Muhammad Shahzad viene ammazzato di botte dal buon Daniel - che s'è poi meritato anche un presidio di solidarietà perché poraccio, mica l'avrà fatto a posta - a Torpignattara in quello che è divenuto un caso di male banale recapitato direttamente dalla mentalità totalitaria che nel nostro Belpaese s'è detto che avevamo buttato via una sessantina d'anni fa assieme a quel Duce appeso a piazzale Loreto.
Stesso settembre 2014, stessa città, un'altra periferia: a Corcolle brucia tutto il buonsenso sopravvisuto alla necropolitica democristiana e al rampantismo à la Caimano. Tutti i gentleman e uomini di mondo romani sanno della buona pratica degli autisti di saltare democraticamente le fermate notturno bazzicate, perlopiù, da quelli che il nostro pietista-tecnocratico vocabolario italico ci definisce IMMIGRATI. Risultato: assalto frontale degli stessi che, al quarto che, ancora, decideva di non fermarsi, s'incazzano. Contro-reazione: caccia all'immigrato nei giorni seguenti con particolare focus sul "maledetto" centro d'accoglienza - ma perché nun se ne vanno a casa loro?! - di via Polense (con annesso attacco a un bus, giusto per diritto di imitatio).
La distesa e cooperativa società civile romana decide, frattanto, di non farsi rompere i coglioni da siffatte facezie e tace, evidentemente moribonda o magari solo impegnata a cercare qualche conoscente fra le comparse de La Grande Bellezza, e lascia campo libero alla nuova società dal basso, ai nuovi movimenti grassroot e democratici e - ma guarda un po' - chi non si riveda se non quel volpone di Borghezio, Mario il quale pare averci preso gusto (dopo l'exploit razzista alle scuole di Casalbertone: involontariamente così ridicole che ci dovrebbero venire i brividi) e stavolta pontifica con l'aggressiva propaganda massiccia degli amici di Casapound - "amici" di tanti nel microcosmo degli incazzati civili delle periferie romane, vedi il CAOP, Coordinamento Azioni Operative Ponte di Nona o quelli dell'Azione Frontale, saliti sull'attenti dopo che si era sparsa la voce che avrebbero trasformato uno spazio abbandonato di Torre Angela in centro d'accoglienza.
Senza impegno, non si resta umani
Nel frattempo, quale urbano costume di tutte le menti illuminate dal progresso della civiltà occidentale, il dito dell'unto si punta contro il Marino untore: bersagliato praticamente da tutti quelli che hanno abbastanza saliva in gola per parlare, ancora, nonostante tutto. E non va bene la pedonalizzazione dei Fori, sanzionata da residenti e commercianti, malgrado personalmente mi sembra superfluo far notare che la leva economica della città, dati alla mano, è il turismo.Non va bene la chiusura di Malagrotta, rimproveratagli - udite, udite - dalla Commissione europea a causa "dell'inadeguato trattamento dei rifiuti messi in discarica nel Lazio", che mi par pur giusta come cosa. Eppure, con i sigilli su Malagrotta, scricchiola il regno di interessi vari del re della monnezza Manlio Cerroni, il quale - finora - aveva fatto il buono e il cattivo tempo con qualsiasi amministrazione cittadina, di qualsiasi confessione e colore.Non va bene la trascrizione in Campidoglio dei matrimoni contratti all'estero da coppie omosessuali.Non va bene il provvedimento di rotazione degli incarichi sul territorio dei vigili urbani.Non va bene lo stop alle assunzioni alle aziende municipalizzate (proprio come Alemanno, no?).Non vanno bene le riduzioni delle presenze dei camion bar della città (messe agli atti tutte le ire di Giordano Tredicine, consigliere comunale).Non va bene l'atteggiamento nei confronti di sua maestà Caltagirone, accusato di contributi a pioggia e nomine senza controllo nella gestione nell'azienda Acea (società di controllo delle risorse idriche di Roma), ridimensionato nel suo peso istituzionale.Insomma, pare non ne faccia una giusta, il povero Ignazio, il quale catalizza su di se tutte le brutture di questo nostro sistema paese sintetizzate nel suo ventre bilioso romano. 
Senza impegno, non si resta umani
Il completo menefreghismo (per i più sofisticati, disengagement) dei governi locali nelle aree periferiche della città è in realtà il polo indicato dalla bussola di eventi di questo autunno bollente e bagnato: si lasci stare Marino, si lasci stare l'emergenza immigrati, il problema - ancora una volta - è alla base del rapporto fra cittadinanza e sovranità. Gli abitanti di Torpigna, come quelli di Corcolle, come quelli di Ponte di Nona, vivono solo il peggio del gioco della democrazia: i servizi a singhiozzo o, peggio ancora, preferenziali, i provvedimenti piovuti dall'alto senza possibilità di replica, la riduzione degli spazi abitabili, l'agone pilotato con gli immigrati che ha il sapore di una guerra fra poveri da 1984, senza parlare dell'amplificazione dei problemi strutturali della città, specchio dei macro-problemi del nostro spettacolare e drammaticamente poco concreto apparato economico (a Londra, Bruxelles e Berlino ridacchiano delle promesse di Renzi), per cui: assenza di lavoro, in qualsiasi forma ed entità, aumento dei costi della vita quotidiana, riduzione della qualità dei servizi previdenziali.Questo clima fa solo il gioco dei Masanielli locali (ahem, Cipressi), degli pseudo-populismi, dei qualunquismi e dell'inettitudine al lavoro della politica italiana del XXI secolo. Fa il gioco dell'estrema destra, dei ringhianti difensori della patria e della famiglia e al diavolo tutto il resto.Il problema siamo noi. Il problema è che non stiamo resistendo più, che ci stiamo lasciando andare, stiamo lasciando vincere l'orrore della medriocrità, dell'ottusità, della competizione, dell'aggressività.Il genocidio culturale avanza poiché ora tutti possono bruciare qualche frammento di dignità, di integrità e di buonsenso telecomandandolo dal proprio smartphone.Un messaggio che in troppi fanno finta che non sia vero: senza impegno, non si resta umani.Ci vuole uno sforzo pantagruelico per non esser peggio delle bestie.

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