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Celtics…la caccia continua?

Creato il 28 agosto 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

“We never give up. It’s all about never giving in, It’s about whoever wants it the most. It’s all about having the heart of a champion.” Si può esordire con questa massima rilasciata nel 2010 dal capitano dei verdi Paul Pierce per riassumere lo spirito guerriero che i Celtics stanno dimostrando da qualche anno a questa parte. Vecchi, antipatici, provocatori sono solo alcuni degli epiteti che vengono usati per descrivere i biancoverdi dal 2008, anno della conquista del 17° titolo per la franchigia del Massachusetts.. una squadra da amare o da odiare insomma, senza nessuna via di mezzo.

A causa dell’avanzare dell’età e dello spostamento di equilibri nella lega (Nets e 76ers sono usciti dal mercato notevolmente rinforzati,e minacciano il dominio di Boston nella Atlantic Division) per Doc Rivers e per il gm Danny Ainge è stato tempo di compiere delle scelte per certi versi molto delicate. Ma partiamo dall’inizio: dopo la finale di Conference persa con Miami per 4-3, Ray Allen non ha voluto iniziare le trattative per la firma di un nuovo contratto, e dopo l’intervento alla caviglia per rimuovere i frammenti ossei che lo hanno limitato per tutti i Playoffs ha deciso di “cedere” alle lusinghe di LeBron James e dei Miami Heat, unendosi al “nemico” per i prossimi 2 anni, a poco più di 3 milioni di dollari a stagione. La dirigenza biancoverde si é sentita tradita, avendo offerto al protagonista di “He got game” praticamente il doppio dei soldi, ma non è rimasta a guardare: dai Mavericks è arrivato il Jet, Jason Terry, firmato con la mid level exception (percepirà 15 milioni di Dollari in 3 anni). Morto un Papa, se ne fa un altro, dicono… si poteva pescare sicuramente di peggio! L’ex sesto uomo dell’anno (2008-2009) può coprire entrambe le posizioni di play e guardia, ed è arrivato ai Celtics per vincere (vedi tatuaggio del folletto sull’avambraccio…).

Il reparto guardie è stato poi arricchito con la firma di Courtney Lee, proveniente dagli Houston Rockets. Il prodotto di Western Kentucky (fortemente voluto da Doc Rivers) è arrivato a “Beantown” attraverso un sign and trade che ha coinvolto E’Twaun Moore e JaJuan Johnson, spediti a Houston. Lee spera di trovare stabilità a Boston (la sua quarta squadra in 5 anni): ha sottoscritto un contratto per 4 anni a 21 milioni di $, ed ha fatto “innamorare” Rivers con la sua asfissiante difesa perimetrale ed il suo atletismo. Fino a dicembre troverà molto spazio nella rotazione, e potrebbe partire titolare a causa dell’assenza della guardia designata Avery Bradley, out per due interventi chirurgici ad entrambe le spalle, che da sano potrebbe veramente diventare l’arma segreta di questi Celtics, dopo i progressi fatti la scorsa stagione (per lui 7.6 ppg in 21 minuti di utilizzo, e una difesa da oscar del basket).
Tirando le somme, il reparto piccoli (sicuramente ringiovanito) di Boston è uscito da questa off-season notevolmente rinforzato. Ora composto da Rondo, Terry, Lee e Bradley potrà far ben sperare per le annate successive i tifosi del TD garden.

Capitolo “big men“. Avendo chiuso l’ultima stagione al 30° e ultimo posto per numero di rimbalzi catturati (sì, anche dietro ai Bobcats, 39 rimbalzi vs 38.8) era necessario rinforzare il reparto lunghi.

Brandon Bass, dopo essere uscito dal contratto per esplorare il mercato dei free agent, ha deciso di tornare alla corte di Rivers, firmando un triennale da 6 milioni e mezzo di Dollati circa a stagione, guadagnati con una prima annata in verde da 12 punti e 6 rimbalzi a sera. Il pericolo ritiro di Kevin Garnett è stato scongiurato il 1 luglio, quando il 14 volte All-Star ha rifirmato per tre anni a 36 milioni…intasando “leggermente” il salary cap dei Celtics. Sicuramente la dirigenza biancoverde non voleva perderlo, ma a maggio KG passerà le 37 primavere. Se rimane quello degli ultimi playoffs, bisognerà salire sul carro del vincitore Ainge; in caso contrario ci sarà più spazio per il rookie Jared Sullinger (considerato da molti la vera “steal of the draft”), e per Chris Wilcox, che l’anno scorso  fino all’intervento all’aorta stava dando un ottimo apporto in campo. La schiena dell’ex stella di Ohio State nella summer league non ha dato problemi, ed anche Wilcox pare abbia recuperato bene. Entrambi godono di un ottimo senso della posizione a rimbalzo, e soprattutto per Sullinger ci saranno possibilità di mettersi in mostra anche nella metà campo offensiva (17.5 ppg con i Buckeyes). Doc Rivers è sempre stato restio nel far giocare i rookies, ma in questo caso non sembra voler rifiutare tutta l’abbondanza di talento di Jared; anche perchè le altre soluzioni sono Fab Melo (rookie da Syracuse, ancora “grezzo”, finirà in d-league da subito?) ed il sempreterno Jason Collins.

Il mercato si è ufficialmente chiuso giovedì 23 agosto, con la riconferma dell’ala Jeff Green, che ha saltato l’intera passata stagione per un problema cardiaco, lo stesso di Wilcox. Operato a Febbraio in una clinica di Cleveland, l’ex stella degli OKC Thunders sarà pronta per il training camp. I termini del contratto non sono stati ancora rivelati, ma dopo due mesi di titubanze contrattuali dovute a questioni assicurative, Jeff potrà finalmente tornare in campo e guadagnarsi responsabilità importanti.

La squadra si è ringiovanita, Terry sostituisce egregiamente Ray Allen, la panchina è molto profonda (da tenere d’occhio Dionte Christmas e Kris Joseph), il nucleo di all stars è rimasto: questo può bastare per una caccia reale al 18° stendardo da appendere al TD Garden? Dopo la trade di Howard e le mosse di mercato degli Heat, sembra molto difficile; ma come disse Pierce, l’importante è avere un cuore da campioni, ed i Celtics non hanno mai regalato nulla…


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