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Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in pipì?

Da Lacucinadiqb
Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in pipì?
Vorrei parlarvi di organi. Pensanti.L'altra mattina, mentre scendevo una scala facendo da sherpa a delle pentole che dovevano essere preparate per un corso, l'ascolto di un servizio radiofonico mi bloccò (come fa gentilmente l'ernia): "le cellule del sistema nervoso centrale presentano le medesime striature di quelle dell'intestino e, a differenza del secondo, non si riproducono. Non solo, ma gli stimoli chimici che emanano si possono senza ombra di dubbio paragonare a quelli delle sinapsi." In sintesi: il mio intestino pensa. E quindi riceve e comunica. E quindi elabora, medita, gioisce, soffre. E quindi si ammala. E si ammala a tal punto da far ammalare anche il cervello e di conseguenza anche gli altri organi.
Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in pipì?
Deposte le pentole - cominciavano a pesare cos'ì com'ero a mezza scala ferma ad ascoltare - mi è partito l'embolo dell'elaborazione e, metaforicamente parlando, ho "srotolato" il mio cervello, come fossi appunto un gatto curioso e un po' dispettoso. Medesima azione ho applicato all'intestino, duodeno e ano compresi, per analizzarli e confrontarli. E sinceramente pensare ad un ano sofferente di depressione mi ha fatto un po' sorridere ma se è vero l'intestino tutto si ammala da qualche parte deve pur cominciare. E magari finire.
Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in pipì?
Improvvisamente il cervello e il cuore, sedi da sempre dei sentimenti, dell'anima e del pensiero, sono state declassate a meri agglomerati di cellule e soppiantate da un'unico sistema funzionante. L'intestino come una Pangea dell'organismo. Provate a pensare: per dire che una persona è innamorata si dice "ha le farfalle nella pancia" mica ha "l'emisfero sinistro svolazzante" e quando scopriamo un fatto brutto è come se ricevessimo "un pugno nello stomaco" mica "una strizzata di ventricolo". Quando abbiamo bisogno di un po' di endorfine, per tirarci su, ci sgranocchiamo della cioccolata mica della cardioaspirin. E la fame spasmodica che ci fa fare il cambio di stagione al frigo ogni giorno è "fame nervosa" ovvero dei nervi. E sono gli stessi nervi che, messi a dura prova, "ci chiudono lo stomaco".L'essenza dell'essere vivente allora sta nel centro del corpo, in un sistema complesso e non ancora compreso che trasforma cibo in energia e altri composti chimici la cui alchimia è delicata e resistente, come un merletto ricamato con il tombolo. Un'osmosi dei pensieri che partono dall'intestino e giungono al cervello.

L'uomo del terzo millennio ha scoperto che per dare il meglio di sé in azioni e sentimenti deve imparare a trattare adeguatamente l'unico organo che nessun poeta ha cantato, nessun pittore ha disegnato, al quale nessun musicista è mai stato ispirato. E che le donne hanno sempre curato in maniera particolare essendo state le prime e le sole - prima dell'arrivo degli chef tenebrosi e acchiappaperizomi - che curavano il corpo attraverso il cibo, considerando l'atto del cucinare come il primo vero atto pensante. E d'amore.

Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in pipì?
Vellutata speziata di carote con calamaretti allo zenzeroIngredienti1 kg di carote, 1/2 kg di calamaretti o ciuffi di calamari freschi, 2 patate farinose, vino bianco secco, 1 stecca di cannella, qualche grano di pepe nero lungo, 1/2 rametto di rosmarino, un pezzettino di radice di zenzero fresca, sale, olio evo.ProceduraLavare, privare della sacca e pulire i calamaretti, marinarli in una ciotola di vetro con un po' di olio, spruzzati di vino bianco e con la radice di zenzero fresca tagliata a tocchetti. Chiudere con la pellicola alimentare e mettere in frigo una mezz'ora.Nel frattempo mondare le carote e le patate e tagliarle a tocchetti regolari. Rosolarli in una cocotte Staub con un filo d'olio per qualche minuto, unire le spezie e gli aromi chiusi in un pezzettino di garza, coprire d'acqua fredda, portare a bollore, abbassare il fuoco, coprire e cucinare per una mezz'ora, fino a quando le verdure saranno morbide.Togliere dal fuoco, eliminare il sacchettino e frullare con un mixer o passare il tutto con un passaverdure. Mettere da parte.Saltare i calamaretti tolti dalla marinata per 2' in una padella con un filo d'olio evo già caldo. Impiattare "a strati" se volete servire la vostra vellutata in dei bicchierini di vetro resistenti al calore (ovvero mettendo un po' di calamaretti e un po' di crema di carote) o in una fondina posizionando una cucchiaiata di calamaretti al centro della crema. Servire con una macinata di pepe nero lungo e qualche filo di zenzero fresco tagliato a sottilissima julienne.

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