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Chernobyl Diaries – La mutazione

Creato il 21 giugno 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Chernobyl Diaries – La mutazione

 

Anno: 2012

Distribuzione: M2 Pictures

Durata: 90’

Genere: Horror

Nazionalità: Stati Uniti

Regia: Brad Parker

 

Io non voglio fare il cattivo. Non è colpa mia. Giuro che mi sforzo di vedere un lato positivo in ogni cosa, ma i braccioli completamente graffiati della mia poltrona parlano chiaro: come se fossi stato seppellito vivo e avessi grattato disperatamente il coperchio della bara per cercare di uscirne. Dovevo capirlo immediatamente: quando pubblicizzano un film servendosi come biglietto da visita di un horror definito (da loro stessi) “pionieristico”, quale Paranormal Activity, è ovvio che l’horror ce l’hanno loro, nella testa.

Quindi, ricapitolando: un gruppo di giovani, una coppia e una candela, fa un viaggio in giro per l’Europa. Fanno tappa a Kiev, per far visita al fratello di Chris (Jesse McCartney… Jesse McCartney???), e decidono di fare “turismo estremo” a Pripyat, una città adiacente alla centrale di Chernobyl, abbandonata improvvisamente la notte del disastro nucleare avvenuto nel 1986, senza che gli abitanti avessero il tempo di raccogliere i loro effetti personali. Dopo qualche minuto di discutibili goliardate (dovreste vederli questi ragazzotti di trent’anni come si divertono e ridono a crepapelle per le buche che prende il furgone durante il tragitto, uno spasso), al momento di ripartire il furgone si rompe. I giovani si rendono conto di non essere soli e, con l’arrivo delle tenebre, comincia la loro odissea.

Chernobyl Diaries – La mutazione

I dialoghi sono stati scritti da mia nipote, sei anni a luglio, e non c’è nulla da salvare, neanche a voler essere clementi. Si alternano urla isteriche a pessime proposte per superare il momento di difficoltà, fino ad arrivare a profonde riflessioni sul complicato rapporto fra i due fratelli proprio mentre il gruppo è inseguito da quattro o cinque cani radioattivi. È il classico horror in cui, a ogni soluzione scelta dal regista, lo spettatore sgrana gli occhi e dice fra sé: “Ma dai, veramente? Non scherziamo”. Giusto per intendersi meglio, trasuderebbe molta più tensione un lungometraggio che ha per soggetto uno sbronzo che cerca il letto al buio in piena notte.

Chernobyl Diaries – La mutazione

Fra le pochissime cose positive va menzionato il lavoro alle musiche di Diego Stocco, un tocco di raffinatezza in un mare di mediocrità imbarazzante; la scenografia, davvero suggestiva, come il soggetto del resto; e alcune bellissime immagini notturne della città di Pripyat, ma per questi due ultimi aspetti bastava un semplice album fotografico. Neanche a parlarne del finale. A quanto pare questo è il primo lungometraggio di Brad Parker. È ancora in tempo. No, non per migliorare, ma per ritirarsi.

Riccardo Cammalleri

Chernobyl Diaries – La mutazione
Scritto da il giu 21 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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