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Chi di teaser ferisce

Creato il 09 ottobre 2015 da Ceenderella @iltempodivivere

Ho come l’impressione di aver fatto un salto indietro nel tempo agguantando il romanzo da cui è tratto il teaser di oggi, al momento in cui alle medie divoravo giornalmente romanzi di questo tipo, specialmente dalla collana Le ragazzine della Mondadori, quando ancora gli young adult nemmeno si sapeva cosa fossero in Italia. Mi ha ricordato quelle atmosfere, e niente, è una bella sensazione e tanto mi basta per lasciarvene un piccolo assaggio.

chi di teaser ferisce

Chi di teaser ferisce è una rubrica inventata dal blog Should be reading col titolo teaser Tuesday ma che io ho pensato di rendere casuale. Posterò quindi una citazione del tutto spoiler-free dal romanzo che sto leggendo e vi invito a fare lo stesso per scambiarci letture e invogliarci a prendere in considerazione nuovi libri!

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Non è un problema mio.
Finché la mamma quella sera entra in camera mia e mi chiede: «Audrey, che cos’è Land of Conquerors?».
Smetto di leggere “Grazia” e la guardo bene. Ha l’aria tesa. Le guance sono arrossate e la mano destra rattrappita, come se avesse appena mollato un mouse. Ha cercato su Google “dipendenza da videogames”, ne sono certa.
«Un gioco.»
«Lo so che è un gioco!» La mamma ha un tono esasperato. «Ma perché Frank lo fa di continuo? Tu non ci giochi di continuo, giusto?»
«No. Ho giocato a LOC ma non è diventato un’ossessione. Cioè, è okay per un’ora o due.»
«E perché piace tanto?»
«Be’, ecco.» Ci penso per un attimo. «È emozionante. Hai le ricompense. E gli eroi sono forti. Poi la grafica è fantastica ed è appena uscito un nuovo pacchetto di guerrieri potenziati, perciò…» mi stringo nelle spalle.
La mamma sembra più che mai frastornata. Il guaio è che lei non gioca, perciò è praticamente impossibile farle capire la differenza fra LOC3 e, ad esempio, Pacman del 1985.
«È su YouTube» le dico, colta da un’ispirazione improvvisa. «Con tutti i commenti dei giocatori. Aspetta.»
Mentre cerco un video sul mio iPad, lei si siede e si guarda attorno. Cerca di fare finta di niente, ma mi accorgo che i suoi penetranti occhi azzurri passano in rassegna i cumuli della mia roba, cercando… cosa? Qualsiasi cosa. Tutto. La verità è che da un bel po’ la mamma e io non stiamo più insieme in modo rilassato. C’è sempre tensione.
Con tutto quello che è successo, questa è una delle conseguenze più tristi. Non riusciamo più a essere normali l’una con l’altra. Alla minima cosa che dico, la mamma parte in quarta, anche se non se ne rende conto. Il suo cervello va in tilt. Cosa significa? Come sta Audrey? Cosa vorrà dire veramente?
Vedo che sta osservando attentamente dei vecchi jeans strappati appoggiati su una sedia, come se avessero qualche oscuro significato, mentre in realtà il loro unico significato è: non mi vanno più bene. In quest’ultimo anno sono cresciuta di sette centimetri, adesso sono alta uno e settantadue. Parecchio per una quattordicenne. La gente dice che assomiglio alla mamma, ma non sono carina come lei. I suoi occhi sono proprio azzurrissimi. Come i diamanti blu. I miei sono slavati, non che adesso siano granché in mostra.
Tanto perché possiate immaginarmi, sono parecchio pelle e ossa, parecchio insignificante, porto un top nero e jeans skinny. E tengo sempre gli occhiali scuri, anche in casa. È… be’. Una particolarità. Una mia particolarità. Ecco perché il vicino fa la sua battuta sulla “diva”. Mi ha vista scendere dalla macchina sotto la pioggia con gli occhiali scuri e ha detto tipo: “Perché hai gli occhiali da sole? Sei Angelina Jolie?”.
Non è che voglio fare la strafiga. C’è un motivo.
Che, naturalmente, adesso vorrete sapere.
Immagino.
Okay, è una cosa molto privata. Non sono sicura di essere ancora pronta a dirvela. Pensate pure che sono strana, se vi va. Lo pensano in tanti.

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Dov'è finita Audrey?
Dov’è finita Audrey?
di Sophie Kinsella


TITOLO ORIGINALE: Finding Audrey
EDITORE: Mondadori
TRADUTTRICE: Stefania Bertola
ANNO: 2015
PAGINE:  285


Audrey ha quattordici anni e da tempo non esce più di casa. Porta perennemente grandi occhiali scuri, e non certo per fare la diva, ma perché questo è il suo modo per proteggersi dalle persone che la circondano e sfuggire al rapporto con gli altri. A scuola le è successo qualcosa di brutto che l’ha profondamente segnata, e ora Audrey è in terapia per rimettersi da attacchi d’ansia e panico che non le permettono di condurre una vita serena e avere contatti con il mondo esterno. Prigioniera nella propria casa, riesce a guardare negli occhi solo Felix, il fratellino più piccolo. Suo fratello Frank, invece, ha un anno più di lei ed è ossessionato dai videogames e – con grande preoccupazione della madre iperprotettiva e vagamente nevrotica – non si stacca un attimo dal computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Quando Audrey incontra Linus per la prima volta, nasce in lei qualcosa di diverso, e piano piano riesce a trovare il modo di comunicargli le sue emozioni e le sue paure.


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