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Chi si rivede: l'aflatossina!

Creato il 22 giugno 2013 da Enricobo2

Chi si rivede: l'aflatossina!

Mais colpito da muffe che producono micotossine. (dal web)


Toh, chi si rivede! L'aflatossina. La cronaca nera impone che per qualche giorno se ne riparli, anche se alla notizia sembra sia stata messa una certa sordina e già oggi non se ne scrive più. Qualcuno dei miei lettori più attenti ricorderà che ne avevo parlato qualche mese fa qui. Riassumendo per i distratti, il raccolto del mais del 2012 aveva incontrato una stagione molto favorevole allo sviluppo delle muffe che producono questo veleno altamente cancerogeno e si poneva il problema di cosa fare di tutto questo prodotto contaminato. Il giorno dopo tutto questo è stato immediatamente dimenticato. I vari "esperti" del ministero dell'agricoltura e i politici che se ne interessano si devono preoccupare piuttosto di come impedire agli agricoltori di seminare il mais OGM che una giusta sentenza europea impone di poter finalmente utilizzare. Cerchiamo di capire cosa può essere successo dunque. Intanto per chi non sa o non si ricorda cosa sono le aflatossine dia un'occhiata qui. Sottolineo solo che queste pericolosissime micotossine, sono prodotti assolutamente naturali che si sviluppano in misura maggiore o minore nei cereali attaccati da vari parassiti, che proliferano, certo in condizioni climatiche particolari o quando non viene fatta una corretta lotta antiparassitaria specifica (quindi è molto più facile che siano maggiormente presenti in prodotti cosiddetti biologici, a parità di condizioni). Visto che l'anno scorso questo è accaduto in maniera molto importante, avevamo in Italia una massa enorme di mais e altri cereali, sicuramente sovraccaricato molto oltre i limiti di queste tossine (come riporta questo articolo del Sole 24 ore). Secondo voi che ne hanno fatto? (Il problema era assolutamente presente e ben conosciuto anche dalla stampa specializzata come riporta questo articolo di Terra e vita dell'ottobre 2012)
Appena la notiziola è scomparsa dal giornale, alla chetichella il prodotto è stato venduto, certo un po' sottocosto, qualcuno avrà avuto la sua convenienza, ad allevatori un po' superficiali, che diciamo, non hanno prestato molta attenzione a questi controlli (d'altronde molti saranno gli stessi che se ne sono fregati delle quote latte, tanto c'è sempre qualcuno che li difende, alla fine è uno stile di vita quello di fregarsene delle regole), i quali hanno prodotto una bella valanga di latte, che ahimé, si porta con sé lo stesso veleno che si è pappato l'animale (che brutte bestie queste aflatossine che madre natura ci ha mandato del tutto biologicamente!).  Questo latte poi a sua volta, sarà stato raccolto da altri distratti produttori, attenti però a far taroccare le analisi da parte dei laboratori che queste cose devono controllare, per lavorarlo e cederlo ad altrettanto disattenti produttori di formaggi. Disattenti sì, ma non del tutto stupidi, in quanto, stando almeno a quanto si legge sui giornali ed emerge dalle indagini, allungavano il latte infetto con latte normale per diluirne almeno un po' la tossicità, ma per non spendere troppo, usavano latte anch'esso non regolare per la presenza di troppi antibiotici (idea bellissima questa della doppia diluizione!). Poi qualcuno ci metteva anche un po' d'acqua, tanto per diluirlo meglio direte voi,  in fondo l'acqua è la cosa più sana tra quei liquidi e poi sono cose che si erano sempre fatte, quando non c'erano tutte quelle balle dei controlli e delle confezioni chiuse e sigillate, che tutti i bravi ecologisti bio aborriscono e che tanto inquinano la natura amica. Questa è una ipotesi di come dovrebbero essere andate le cose, mentre se leggete un giornale crederete di capire che i tizi arrestati, ce le mettevano apposta le aflatossine di notte nel latte, forse per dargli più gusto. 
Nessuno dei giornalai in questione (il giornalista dovrebbe quantomeno cercare di dare una notizia corretta scientificamente)  si preoccupa di segnalare da dove venivano le tossine di cui si parla e di come questo problema, sempre presente in natura, possa essere limitato. Per esempio con l'utilizzo di mais BT, un prodotto OGM che, contenendo parti della catena genetica del Bacillum Turingensis, utilizzato proprio nella lotta biologica ai parassiti del mais, riduce drasticamente il problema delle aflatossine. Un appassionato del biologico a tutti i costi, se fosse solo minimamente informato delle cose, dovrebbe essere il primo sponsor assoluto di questo mais, coltivato per la verità da decenni in tutto il mondo con ottimi risultati. Invece la preoccupazione di questa gente (la stampa e il web sono pieni di articoli deliranti come questo o come questo in cui si parla di task force per un Italia libera dagli OGM!!! in barba ad ogni legge), non è il veleno (naturalissimo) che possiamo trovarci nel piatto, ma come impedire illegalmente, (in quanto la sentenza della Corte Europea è chiarissima) la semina  del mais BT, che, ironia della sorte, proprio nello stesso Friuli, agricoltori coraggiosi come Fidenato vogliono fare, soprattutto per una ragione di principio. I giornalai vanno loro dietro perché il teobio è di moda e, cosa più grave di tutto, li stanno a sentire il politici, che in generale se ne strafregano dei problemi, ma sono interessati solo al numero di voti che possono produrre i vari provvedimenti in materia.
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