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Chi va con lo Zoppo... legge MOLECOLE n. 41: Etnia Supersantos, Illachime Quartet, Edaq

Creato il 21 ottobre 2012 da Conlozoppo
Non ce l'ho con gli Etnia Supersantos. Ce l'ho con quello che rappresentano, incarnando anni di subcultura danzereccia italiana, quella da juke-box, da falò, da vacanza intesa nel peggiore dei modi: vacatio, assenza, disimpegno, cervello e cuore staccati, gambe in movimento evviva lu Salento. L'abominevole uomo delle fogne, al di là delle irritanti faccine buffe del gruppo - più che da falò in spiaggia, da rogo in pubblica piazza - è un album piacevole e friccicarolo: la logica della canzone si apre a infiltrazioni funk, reggae, swing e calypso in una girandola vivaddio ironica, che cerca persino di evitare i luoghi comuni con ampie dosi di provocazione. Se penso all'ascoltatore medio di questa band mi girano i coglioni: qualcuno dovrà pagare prima o poi, ma per ora gli Etnia si salvano.http://www.etniasupersantos.com
Di tutt'altra pasta il nuovo lavoro dell'Illachime Quartet. Chi ha confidenza con quell'area tutta mobile e pulsante del rock di frontiera conosce bene la creatura di Fabrizio Elvetico: quella Napoli sofisticata e visionaria che ha partorito compositori del calibro di Luciano Cilio e Girolamo De Simone, in questo progetto si declina in chiave art-rock. Il terzo album Sales è la conferma - se ce ne fosse ancora bisogno - dell'eccezionale talento della formazione, stavolta ampliata da ospiti come Mark Stewart, Philippe Petit e Black Era: un susseguirsi serrato di immagini virate in remix creativo tra minimalismo, rock-jazz futuribile e ambient. Meditativo e policromatico, è un lavoro molto stimolante. Se si pensa alla mediocrità musicale che sprigiona Napoli da un bel po' di anni, Illachime Quartet ha tutto il sapore di un miracolo.http://www.illachime.net
Stando a piccole e personali indagini, l'ascoltatore medio rock - quello nato con i Deep Purple, cresciuto con gli U2 e invecchiato tra cofanetti, box e ristampe celebrative - detesta cordialmente il folk. Sto avviando un nuovo esamino tra amici cultori, sottoponendogli gli Edaq. Dalla parte del cervo è un debutto eccellente perchè alla ricerca folk il quartetto abbina un brio, una verve, un "groove" - per usare un termine caro alla cultura rock - che raramente troviamo in formazioni di musica tradizionale. Non siamo in ambito global-folk alla Gai Saber, per intenderci: la miscela dell'ensemble piemontese parte dalla rivisitazione creativa del 'bal-folk' e si apre a modalità esecutive care al jazz. L'interplay sempre eccitante, la scelta di arrangiamenti intriganti, un'accortezza alla tradizione senza disdegnare atmosfere folktroniche: insomma, un esordio coi fiocchi.http://www.edaq.it

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