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Cina: connette le ambizioni a banda larga allo sviluppo

Creato il 28 ottobre 2013 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Cina: connette le ambizioni a banda larga allo sviluppo

Il premier Li Keqiang ha recentemente sottolineato al Forum Economico Mondiale che una riforma economica strutturale è centrale se la Cina deve raggiungere una traiettoria di crescita economica sostenibile. La Cina evidentemente ha bisogno di bilanciare la sua economia per evitare l’eccessiva dipendenza dalla sua base manifatturiera. L’ultimo piano governativo di investire 323 miliardi di dollari americani nell’ampliamento della connettività con linee fisse e senza fili a banda larga, avvicinerà il governo al suo obiettivo, aiutando a spronare lo sviluppo del suo settore dei servizi.

Nell’ultimo quarto del 2012 gli abbonati cinesi alla banda larga contavano circa 175 milioni, raggiungendo solo il 13 per cento della popolazione. L’espansione ha l’obiettivo di offrire connettività veloce a quasi tutti i suoi 1.3 miliardi di cittadini entro il 2020, rendendo così la Cina il più vasto mercato a banda larga al mondo, superando i cinque mercati leader nel settore che sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito. Ciò inoltre consentirebbe la creazione di nuovi beni e nuovi servizi, incluso l’aumento della vendita dei prodotti che sfruttano la connettività veloce.

Ma questa è l’opportunità per i settori dell’informazione, delle telecomunicazioni, dei servizi di affari professionali e finanziari (tra gli altri) di sperimentare una crescita significativa che sposterà l’economia cinese verso una posizione di sviluppo più stabile e di lungo termine. Come sottolineato dal recente editoriale di Peter Drysdale in East Asia Forum, un efficiente ed innovativo settore dei servizi è la colonna portante di un’economia moderna, sana e sviluppata.

L’aumentata creazione e offerta di contenuti, applicazioni e servizi propriamente cinesi, porterà investimenti interni ed esteri, ed in particolare porterà all’apertura di nuove aree di impiego nel settore dei servizi. L’ampia diffusione dei servizi di connettività a banda larga inoltre porterà a nuovi flussi di entrate per il settore dei servizi, incrementando la tendenza marginale a consumare per individui e famiglie.

Le aziende alla base dell’economia cinese stanno prendendo parte all’aumento dell’intensificazione di capitale, portando così gli effetti di produttività a lungo termine. Per esempio una nuova apparecchiatura a capitale fisso che utilizza servizi di affari elettronici ridurrà il tempo di lavoro e di conseguenza scenderanno i costi di produzione. Le aziende avranno l’opportunità di dare in appalto più prontamente attività al settore terziario, trasferendo gli effetti dell’efficienza a partire dalle maggiori divisioni del lavoro.

Da questi appalti le società di servizi avranno anche l’opportunità di raggiungere in produzione economie di scala. Con l’aumento dei costi del lavoro, la Cina sa che non può mantenere il suo modello passato e che deve cogliere le future opportunità per incrementare la sua produttività e mantenere il suo vantaggio competitivo nell’economia globale. L’annuncio di questo investimento sembra essere una spinta per raggiungere questo obiettivo.

Inoltre, l’avviamento della banda larga porta lo stesso rischio di tutti i progetti di grandiose infrastrutture. Le infrastrutture produttive sono i necessari precursori dello sviluppo economico ma non rappresentano una garanzia assoluta. Di certo nessuno dubita della guida e dell’ambizione del governo cinese verso lo sviluppo: basta solo dare un’occhiata alle statistiche economiche cinesi per vedere la sua trasformazione senza precedenti dal 1978.

Ma troppo spesso c’è una tendenza a sorvolare gli effetti negativi dell’innovazione mentre invece si tratta di una moneta dalle due facce che permette sia la creazione che la distruzione delle attività economiche (à la Schumpeter). Ciò ha il potenziale a lungo termine di aprire settori dell’economia cinese a una forte concorrenza, forse proveniente dalle nazioni sviluppate che hanno già un solido punto d’appoggio nel settore dei servizi.

L’investimento colossale cinese sarà anche suscettibile al comune scarto temporale associato con le innovazioni tecnologiche. Gli individui e le aziende necessitano infatti di tempo per prendere dimestichezza con queste nuove tecnologie e per immaginare come farle fruttare ed è bene che i singoli individui acquistino familiarità usandoli.

Le aziende necessitano di tempo per ristrutturare la loro organizzazione interna e per sperimentare nuovi processi aziendali. In Europa i progetti di infrastrutture a banda larga hanno investito capitali nell’affrontare gli aspetti umani dell’utilizzo del ICT, offrendo competenze a quelle aziende che non vedevano l’immediata utilità di quei nuovi servizi di connettività.

È importante notare che la Cina non è la sola economia con un pressante bisogno di raggiungere un equilibrio settoriale. Come conseguenza della crisi finanziaria globale, anche il Regno Unito sa che necessita di ribilanciare la sua economia: lontana da un’eccessiva dipendenza dai servizi, ma non dal manifatturiero (un obiettivo che finora non è riuscita ad ottenere).

I giorni in cui il governo ha esposto il dogma della sostenibilità e della crescita miracolosa di un singolo settore sono finiti ed è chiaro ora più che mai che la diversità e l’equilibrio sono le chiavi per sostenere uno sviluppo economico forte e di lungo termine. La Cina sta integrando ciò in maniera decisa nella sua visione strategica dell’economia. La banda larga è certamente un tassello di questo puzzle, ma ci sono molti altri fattori che la Cina dovrebbe affrontare in modo da far diventare questa sua visione un risultato concreto dello sviluppo economico.

Traduzione dall’inglese di Silvia Toro


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