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Cinque dischi per... La giornata della Terra !

Da Farmacia Serra Genova
Ogni anno, a primavera, si celebra l’ora della Terra (e con essa la Giornata della Terra). Un’ora soltanto, da passare a luci spente, dedicata a chi ospita i nostri calpestii, le nostre case, le tende dei campeggi, e sopporta ogni tipo di abuso (ma per quanto ancora?) da parte di noi umani.
Stasera, per un’ora soltanto – dalle 20.30 alle 21.30 – ci viene chiesto di spegnere tutto, di non usare la corrente elettrica, e di dedicarci all’ascolto della Terra, dandole tutto il nostro amore.
Mentre prepariamo le candele e tutto quello che ci serve per creare l’atmosfera giusta senz’ausilio di elettricità, ascoltiamo i cinque dischi per la Giornata della Terra
1. Joni Mitchell – Big Yellow Taxi

Nonostante il tono spensierato, questa canzone – ve lo dico subito, cari lettori – è tristissima.
Hanno asfaltato il paradiso, sostituendolo con un parcheggio, un hotel rosa, insomma: un sacco di schifezze. La canzone non dice proprio “schifezze”, ma il senso è quello. Joni canta che si capisce il valore di qualcosa solo quando lo si è perso. Niente di più importante da tenere a mente nel giorno dedicato al pianeta che stiamo forse sfruttando un po’ troppo. Sarebbe carino evitare di dover realizzare quanto sia importante solo dopo averlo perso.
2. Pink Floyd – Take it back

Sembra un po’ una canzone d’amore, questa. E a ben vedere lo è. Io però l’ho sempre vista soltanto come una canzone d’amore per la Terra. Un’entità che dona il proprio amore incondizionatamente, e che però viene tradita, spinta al limite… e torna così il monito: she could take it back, potrebbe riprendersi tutto, un giorno.
3. Neil Young – Mother Earth

Questa è fin troppo didascalica, a partire dal titolo. Ma il consiglio di trattar bene l’unico pianeta che per ora riesce ad ospitarci (per andare a rovinarne altri, ci stiamo attrezzando) non è mai ripetuto abbastanza. E poi, un po’ di Neil Young non guasta mai, orsù, prendiamo un’armonica a bocca, indossiamo una camicia a quadrettoni, e via.
4. Michael Jackson – Earth Song

Dai, non potevo non inserire questa nella playlist! Ho riflettuto a lungo, e poi mi sono detta che, per banale che fosse, ci doveva essere. Melodrammatico, strappalacrime, eccessivo, ci-credo-fortissimo come solo Micheal Jackson sapeva essere. Canzone, video, voce tremolante di Jacko che dice “Ma che diamine abbiamo fatto a questo povero pianeta, brutti balordi che non siamo altro” (anche stavolta mi sono presa una piccola licenza nella traduzione, lo ammetto): tutto è tanto, troppo, ma va bene lo stesso. Lui poteva permettersi più o meno tutto, anche di prendere a cazzotti il terriccio più e più volte durante le riprese del video.
5. Al Bano e Romina Power – Cara terra mia

Ok, è la “terra” con la “t” minuscola, ma il concetto è lo stesso. Chiudo questa playlist con un filo di commozione, per Al Bano e Romina com’erano qui: felici, sorridenti, dinoccolati come pupazzetti a molla. Il mistero vero rimane quale fosse la tonalità in cui stava cantando Romina, ma tutto è obnubilato da una lapidaria affermazione: “Ma tu lo sai che l’undicesimo comandamento è “Non inquinare”?”. Ragazzi, Al Bano ha detto tutto in pochissime parole.
Dunque il mio lavoro qui è finito: stacco tutto già da ora, e vado via; voi ricordate di staccare tutto stasera. E soprattutto tenete a mente l’undicesimo comandamento di “Cara terra mia”. Se no vi mando Al Bano sotto casa a sparare acuti fortissimi.

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