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Classe 1984

Creato il 24 dicembre 2011 da Einzige
Classe 1984I.gioventù bruciacchiata
un liceo di una popolosa, degradata città americana negli anni ’80. arriva il nuovo professore di musica e si trova subito faccia a faccia con Stegman e la sua piccola mafia di nazi-punk dediti alle più svariate attività criminose. assieme a un amico insegnante cercherà di riportarli sulla via del rispetto e della deferenza verso la legge e l’autorità, ma i ragazzi sono più furbi, violenti e perversi di quel che pensa…
II.“we are the future!”
è sicuramente più facile vedere nella pellicola un’apologia fascistoide del ‘vigilantismo’, una ricostruzione deformata della gioventù suburbana costruita ad hoc dai mestieranti per intimorire il pubblico (giovane e non) borghese e perbene. è più comodo vederci un moralismo da quattro soldi sulle degenerazioni dello sbando metropolitano e, per contro, un’esaltazione della lotta civile di pochi idealisti (i due insegnanti) nel tentativo di redimerli, questi teppisti: difficile è, invece, ammettere che gli elementi caratterizzanti, sia dei Buoni (la villetta, la mogliettina incinta, l’aspirazione quasi religiosa a convertire i ragazzi all’irreggimentazione nelle strutture borghesi\capitaliste) che dei Cattivi (l’estetica punk, l’ammantata ideologia neo-nazista, la tendenza al sadismo, all’iper-violenza fine a sé stessa, al vandalismo), sono tutti particolari che rispondono alla logica ferrea della contrapposizione stereotipata tra chi detiene il Potere e chi lo contesta. e questa, al massimo, può essere la massima lettura ideologica che della pellicola si può fare: in quanto, come dice un professore nel film, “loro ci odiano, perché siamo il potere”.
   III. quando si era in lotta
affermare che si tratti di un film ideologicamente repellente e moralmente discutibile è un tipo di forzatura da aborrire. Stegman e i suoi compari rappresentano la ribellione a-finalizzata, inconcludente e reiterata di una gioventù a cui sicuramente non manca il talento (la scene del pianoforte è esemplare) né l’intelligenza, ma che si sente sistematicamente oppressa, abbrutita e maltrattata da una società che li pretende modelli viventi di perbenismo ipocrita, turbo-capitalismo d’arrampicata e competitività esasperata- cui, palesemente, non vogliono sottostare. dall’altra parte, l’insegnante di musica è la faccia progressista dell’autorità: realmente motivato e profondamente convinto della giustezza degli stessi, il professore le tenterà tutte per mettere la museruola ai ragazzi- e pure porgendo l’altra guancia in più di un’occasione- ma, alla fine, si trasformerà in una versione aggiornata del Giustiziere della Notte.
IV.  la morale dominante
lasciando ai più superficiali l’interpretazione letterale del finale (in cui *spolier* tutto ritorna al suo posto), sembra utile vederci- piuttosto che la superiorità del Potere- un monito, per ambo le parti, sia per i cosiddetti Buoni che per i Cattivi (per chi? perché?): ai primi segnala la decadenza e la pericolosità della civiltà che si sforzano di difendere, ai secondi sottolinea la prepotente determinazione e volontà delle Autorità rispetto al loro furore nichilistico, nonché la superiorità in organizzazione e perversione: d’altronde, sarà proprio il quieto prof amante di Tchaikovsij a dimostrarsi il più violento e sadico di tutti.
Classe 1984titolo originale: Class of 1984un film di Mark L. Lester1982

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