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Classifica 2012 secondo beppax

Creato il 11 febbraio 2013 da Beppax
Classifica 2012 secondo beppax
Premetto che per quanto mi riguarda (ma sembra sentimento piuttosto diffuso) questo 2012 non ha brillato per qualità, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Quando in classifica il numero degli ultra-cinquantenni supera quello dei venti/trentenni, c’è qualcosa che non va. Il 2013 sembra promettere meglio. Vedremo. Ad ogni modo, qualche perla si trova anche in questo annus horribilis. Oltre alla “solita” classifica, ho voluto citare gli album da cui mi aspettavo molto, molto di più e che mi hanno deluso, e quelli che meritano sicuramente qualche ascolto in più prima di emettere sentenza.
  1. Neneh Cherry & The Thing - The Cherry Thing: il fiore di ciliegio finalmente sboccia mostrandoci la sua grintosa bellezza. Un album splendido, in cui le spigolosità free della musica sono mitigate dal calore della voce, sensuale come non mai, di Neneh in un equilibrio perfetto. Disco dell’anno senza dubbio alcuno.
  2. Il Pan del Diavolo - Piombo, polvere e carbone: la grinta disordinata di “Sono all’osso” lascia il posto ad un album più “pensato”, ben registrato e suonato, ma che non tarpa le ali alla miglior band in circolazione oggi in Italia.
  3. Dinosaur Jr. - I Bet on Sky: sì, è vero, il riff storti e i miagolii malati di J Mascis sono sempre quelli, ma cazzo lui e Barlow (finalmente di nuovo insieme) scrivono delle canzoni della madonna, e per una buona mezz’ora riescono ad illuderci che l’epoca d’oro dell’Indie non sia morta e sepolta da due decenni abbondanti.
  4. Swans - The Seer: a tratti pesante e pedante, lo so. Difficile ascoltarlo dall’inizio alla fine senza provare istinti omicidi. Però Michael Gira lascia il segno, che a volte è una ferita infetta, un muro denso e nero, ma lascia il segno.
  5. Ariel Pink's Haunted Graffiti - Mature Themes: derivativo quanto si vuole (impossibile, ascoltandolo, non pensare a Iron Butterfly e Love, giusto per fare due nomi a caso, ma le citazioni, più o meno esplicite, sono innumerevoli) ma Ariel Pink è sempre un’eserienza.
  6. ZZ Top - La Futura: Rick Rubin negli ultimi dieci anni ha resuscitato più morti di Romero. Dall’operazione riuscitissima del Cash degli American Recordings, al meno riuscito ma dignitoso lavoro con l’ultimo Neil Diamond, fino ai nostri vecchi barbuti ZZ Top, la formula di Rubin è sempre la stessa: ripulire le vecchie glorie da tutti gli inutili orpelli che le avevano ricoperte nei decenni passati (qualcuno ha presente gli immondi ZZ Top degli 80?) e mostrarcele per quello che sono veramente. Diamanti grezzi ma ancora di grande valore artistico. La Futura, anche se a tratti piuttosto ripetitivo (alcuni riff sono quasi sovrapponibili tra loro), spiega l’adorazione per questi nonnetti da parte della generazione Stoner e dintorni (ascoltare “I Gotsta Get Paid” al massimo volume, preferibilmente con un bel paio di cuffie).
  7. John Talabot – ƒIN: tra Deep House e Balearic (not exactly my cup of tea...) può dare l’impressione di essere l’ennesimo piacevole sottofondo da aperitivo, ma cresce con gli ascolti e risulta alla fine uno dei pochi rigurgiti electro sensati nell’epoca post-hypnagogica.
  8. Neil Halstead - Palindrome Hunches: l’ex Mojave 3 non sconvolge, ma accarezza l’ascoltatore e lo coccola come pochi. Non resterà nella Storia, ma per qualche breve istante brilla intensamente. E sono istanti che meritano.
  9. Mark Eitzel - Don't Be a Stranger: Eitzel non va spiegato. E’ sempre lui, piaccia o meno. A me piace.
  10. Andrew Bird - Break It Yourself: anche Bird è sempre lui, ma il gioco, per quanto mi riguarda, inizia a mostrare la corda. Apprezzabile, me entra nella mia classifica 2012 più per demerito altrui che per merito proprio.


Delusioni dell’annoDr. John - Locked Down: Dan Auerbach è riuscito ad addomesticare la bestia, costringendola a non uscire dal recinto. Molto, troppo Black Keys. E, come qualsiasi cosa dei Black Keys, si tratta di un bel compitino: ben scritto, ottimamente eseguito, ma con poca sostanza. Si dimentica in fretta.Neil Young – Americana: dopo un album (Le Noise) sorprendente e coraggioso, il grande Neil torna a cavalcare il cavallo pazzo per praterie più conosciute e rassicuranti. Non male, potrebbe crescere con gli ascolti, ma Lui ci ha abituati a ben altro.Fiona Apple - The Idler Wheel...: pompatissimo da Blow Up e considerato da molti il suo capolavoro. Io l’ho trovato pretenzioso e, fondamentalmente, noioso.
In attesa di ascolto più approfonditoNon mi pronuncio sui seguenti album, alcuni dei quali, dai primi ascolti, promettono molto bene (Buchanan in particolare) e potrebbero quindi entrare in classifica a breve: Paul Buchanan - Mid Air, Dead Can Dance – Anastasis, Julia Holter – Ekstasis, Public Image Ltd. - This Is PiL, Shackleton - Music for the Quiet Hour / The Drawbar Organ EPs, The Tallest Man on Earth - There's No Leaving Now, King Dude - Burning Daylight.

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