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Clinton e Trump in testa, ma il GOP pensa a Romney

Creato il 05 marzo 2016 da Candidonews @Candidonews
Super Tuesday

Sostenitori di Hillary Clinton durante lo spoglio dei risultati elettorali a Miami, Florida 1 marzo 2016 ( RHONA WISE/AFP/Getty Images)

Clinton e Trump vittoriosi, nelle rispettive aree politiche. Sanders non crolla ma ovviamente non potrà competere realmente alla nomination Democratica. Sul fronte GOP invece cresce la paura. Chi sbeffeggiava Trump ha dovuto ricredersi, la sua candidatura appare ora molto forte.

Il post.it

Tra i Democratici, su 11 stati, Clinton ha vinto in 7 e Sanders in 4. Nel dettaglio, Hillary Clinton ha vinto in Virginia (che assegna 95 delegati), in Georgia (102 delegati), in Alabama (53 delegati), in Arkansas (32 delegati), in Texas (222 delegati), in Massachusetts (91 delegati) e in Tennessee (67 delegati), nella gran parte dei casi con un gran distacco; Bernie Sanders ha vinto largamente come previsto in Vermont, lo stato di cui è senatore (16 delegati), e poi in Oklahoma (38 delegati), in Colorado (66 delegati) e in Minnesota (77 delegati). Il numero dei delegati assegnati da ogni stato è deciso dal partito sulla base della rappresentatività e del peso di quello stato per il partito stesso; i delegati sono stati assegnati col metodo proporzionale.

Tra i Repubblicani, su 11 stati, Trump ha vinto in 7, Ted Cruz in 3 e Marco Rubio in uno. Nel dettaglio, Donald Trump ha vinto in Georgia (76 delegati), Alabama (47 delegati), Arkansas (37 delegati), Virginia (46 delegati), Tennessee (58 delegati), Vermont (16 delegati) e Massachusetts (39 delegati). Ted Cruz ha vinto nel suo stato, il Texas (155 delegati), e poi in Alaska (25 delegati) e in Oklahoma (40 delegati). Marco Rubio ha vinto in Minnesota (38 delegati). Anche per i Repubblicani i delegati sono stati assegnati col metodo proporzionale.

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Sono caduti Bush, Christie ed ora Carson. Ritirati. Sembra che il partito, che osteggia il magnate, possa schierare l’ex avversario di Obama nel 2012, Mitt Romney.

Ansa.it
La matematica dice che la partita non è ancora chiusa, né a destra né a sinistra. Ma il Super Tuesday consegna un quadro chiarissimo: la corsa per la Casa Bianca è sempre più una corsa a due. Donald Trump da una parte, Hillary Clinton dall’altra. Se le primarie del 15 marzo in stati-chiave come la Florida e l’Ohio finiranno a loro favore, come promettono i sondaggi, i giochi saranno probabilmente fatti.
Per i loro avversari, nel supermartedì in cui si votava in 12 stati, non c’è stato molto da fare. I due frontrunner hanno conquistato 7 stati ciascuno, e incrementato in maniera consistente il numero di delegati, quelli che poi li voteranno nelle convention repubblicana e democratica di fine luglio. Sui due fronti gli unici che tentano disperatamente di resistere sono Ted Cruz e Bernie Sanders. Il senatore ultraconservatore ed ex beniamino dei Tea Party anti-tasse è riuscito a strappare altri due stati oltre al suo Texas, accreditandosi almeno per una notte come il vero anti-Trump.
Complice la debacle di Marco Rubio, che getta l’establishment repubblicano nello sconforto piu’ totale. Tanto che il partito potrebbe giocare la carta della disperazione: la discesa in campo di Mitt Romney. Sara’ il tempo a dire se si tratti di fantapolitica o meno.
Intanto l’ex candidato che nel 2012 fu sconfitto da Barack Obama scendera’ nelle prossime ore in campagna elettorale con un intervento all’universita’ dello Utah. Intervento che – assicurano i ben informati – avra’ un unico obiettivo: screditare il tycoon newyorchese, metterlo il piu’ possibile in cattiva luce. Una missione che Rubio ha fallito.


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