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Come aumento il rank in Klout e la mia web popularity?

Da Fioridilylla @c_venturini

web popularity in Klout

Logo di Klout

"Come aumento il rank in Klout e come sviluppo a 360° la mia web popularity?" questa è la domanda che mi è stata posta nella prima consulenza gratuita che ho fornito in questi giorni. La richiesta è giunta da una libera professionista nell'ambito dell'editoria eco sostenibile. Produce giornalmente contenuti relativi le bio-tecnologie, l'innovazione e lo sviluppo ambientale. I suoi profili social vantano una nutrita schiera di fan che, però, non interagiscono come vorrebbe e questo, secondo lei, ha penalizzato il suo rank in Klout. Inoltre, non ha tempo per seguire i social network o per curare con costanza un blog tematico. Che cosa fare, quindi? Come intervenire? Come diventare più nota e avere un pubblico più interattivo? Condivido con voi i miei suggerimenti perché sono convinta che vi possano essere utili. 
Innanzi tutto: che cos'è Klout? Semplice. Klout è un sito web in grado di misurare le vostre interazioni sui social network, il numero di scambi, citazioni, condivisioni che avvengono sui vostri profili. Vi assegna un numero e, in base all'algoritmo che regola questo conteggio automatico, voi potrete salire (o scendere) nella classifica dei più influenti in rete. Questo calcolo matematico cambia ogni tot. tempo e ciò determina dei mutamenti significativi all'interno di questa classifica virtuale. Gli utenti con un rank a partire dai 100 (chiamiamoli) punti sono utenti che interessano le aziende, le quali comprano tutti i dati relativi a questi profili e operano scelte di business sulla base di queste notizie estrapolate dalle preferenze. Per molti, il numero che viene assegnato è fondamentale. Per alcuni è ininfluente perché si tratta di algoritmi che non "pesano" la qualità dei contenuti e la tipologia di interazioni, ma solo la quantità (mille insulti non sono piacevoli, ma fanno rank). Il mio Klout fornisce un feed back falsato della mia presenza in rete perché i profili collegati non sono i profili attuali, ma quelli in disuso. Non sono ancora riuscita a dialogare con i gestori del sito per poter cancellare il vecchio account e aggiornare il profilo. Venendo alla richiesta specifica della consulenza, ho mosso i primi passi verso la reputazione online della persona e ho scoperto una schiera nutrita di omonime molto agguerrite a livello di SEO. Mi è parso chiaro, quindi, studiare delle soluzioni che non solo agissero su Klout direttamente, ma fossero anche in grado di differenziare il profilo, creando un netto distacco fra le omonime e la libera professionista in questione. Inoltre, cercando su Google i temi principali a cui il suo nome è legato, le ricerche non hanno prodotto i risultati sperati. Studiando i profili social, infine, mi sono resa conto di un problema comunicativo: la limitazione dei contenuti. Facendo un rapido calcolo, la base attuale di fan/follower supera le 3000 adesioni, suddivise nei profili classici (Facebook, Twitter, Pinterest, You Tube, Foursquare, Google Plus). Lo "zoccolo duro" delle interazioni limitate (che inluiscono molto su Klout) si può individuare in Facebook. Anche sugli altri profili ci sarebbe da lavorare, ma Facebook ha la priorità perché, ad oggi, è il più importante in assoluto, pur con tutti i suoi limiti. Che cosa le ho suggerito, quindi? Partendo dal presupposto che Klout monitora la quantità di interazioni e dando per assodato l'assenza di tempo per la cura giornaliera del profilo Facebook, ho proposto due strade, una gratuita e una a pagamento L'ipotesi A (gratuita) si basa sul miglioramento qualitativo dei contenuti. Le fotografie sono l'argomento principale proposto agli utenti del social network, ma sono carenti di didascalie incisive o coinvolgenti, capaci di trasmettere un messaggio, di dire "qualcosa" a chi legge. Tra il dire e il non dire, vince il non dire. Purtroppo, sui social network questa ritrosia nell'esporsi non paga. Non garantisce un successo nemmeno l'esatto opposto, ma tra uno sbrodolamento incondizionato e un monosillabo, ci sono molte strade intermedie da sperimentare. Le immagini riscuotono sempre successo su FB, ma a volte bisogna dare di più e questo "di più" può essere anche uno spiegare perché proprio quella fotografia, che cosa rappresenta per lei, se è un ricordo, se propone un suggerimento, un aneddoto. L'importante è permettere alla gente di conoscere il suo lavoro, le sue abilità, il suo mondo(lavorativo e di competenza) e di affezionarsi alla sua storia, almeno un pochino di più. Questa persona, infatti, è piena di contenuti: la sua branca di studio (biologia) e la sua applicazione lavorativa (giornalismo settoriale) la portano a contatto con argomenti, storie, personaggi, innovazioni che interessano gli utenti, che stimolano domande, dubbi, curiosità. Perché sprecare tutto questo ben di Dio? L'ipotesi B (a pagamento) riguardava l'uso degli strumenti messi a disposizione da Facebook per la promozione del profilo e dei suoi post tramite un budget prestabilito. Per esempio, ipotizzando quattro post importanti al mese, di cui uno a settimana promosso con FB, la spesa da sostenere poteva variare da 16,00€ a 32,00€, in base alla scelta economica effettuata (4,00€ oppure 8,00€ a post per la promozione a settimana). E' possibile attivare delle campagne promozionali a budget fisso (minimo 1,00€ al giorno) per un periodo che può variare dal determinato all'indeterminato. In base ai criteri prescelti, si possono raggiungere milioni di persone in tutto il network e ampliare così il proprio "parco amici". Queste soluzioni possono andare incontro all'esigenza di ampliare le interazioni rapidamente, affidando il compito al social piuttosto che al tessere personalmente relazioni, spingendo il proprio profilo con metodi più lenti e tradizionali. L'ipotesi A e l'ipotesi B possono integrarsi, interagire oppure essere utilizzate in maniera indipendente. Dipende dagli obiettivi, dai bisogni e da quello che una persona si aspetta di ricavare dal proprio profilo social. Inoltre, questi strumenti possono essere agilmente messi in pratica anche su tutti gli altri canali 2.0. Oltre a questo, ho suggerito anche la creazione di ebook a tema, da distribuire con download gratuito, nelle cui pagine inserire tutti i suoi riferimenti. Questo permetterebbe una rapida diffusione del suo nome e dei suoi contenuti di alto livello, toccando un pubblico più vasto, in grado di trovarla sul web proprio grazie alle informazioni di contatto presenti all'interno. Infine (si fa per dire), le ho suggerito di individuare gli obiettivi e le parole chiave con le quali desidera essere rintracciata su Google. Questo le permetterà, in un secondo tempo, di avviare un lavoro strutturale sul SEO del suo sito e del suo blog e sulle sue posizioni nei risultati di ricerca in Google e non solo.  I feed back della libera professionista sono stati positivi. Ciò che mi ha reso più felice è stato sentirle dire che i miei suggerimenti le hanno messo delle pulci nelle orecchie e che ci rifletterà sopra. Il desiderio di ottenere molto, con poco, è comune a molti. La poca consapevolezza dei propri contenuti così come la difficoltà nel comunicare il tanto che si ha dentro, è altrettanto frequente. Purtroppo, quando si parla di web e di lavoro, è controproducente pensare di non dover investire dell'impegno nella cura della propria presenza online. E' comprensibile, come pensiero umano, ma non garantisce successo perché limita le azioni pratiche concrete, anche a basso costo, che si potrebbero attuare.  Le persone, in generale, hanno tanto da dare e da dire. Bisogna trovare i giusti modi e i canali più adatti per farlo. Anche il proprio business ne beneficerà, alla lunga.

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