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Come presentare il preventivo ad un cliente

Da Iwebdesigner @Iwebdesigner_it

lamiaimpresaonline-concorrenza-sleale

La news di oggi ci permette di proporvi un punto di riflessione e condivisione. Per prima cosa vi forniamo un dato ufficiale, quello di Lamiaimpresaonline.it. Grazie all’iniziativa proposta da Google, Pagine Gialle, Poste Italiane e Register.it 27 Mila aziende hanno avuto la possibilita’ di creare il loro sito web a costo zero. Questa iniziativa puo’ essere interpretata in due modi. Il primo e’ che grazie a questa opportunita’ molte piu’ aziende italiane ora sono online e, se tutto va bene, ci rimarranno, producendo in futuro lavoro anche per chi costruisce e fa’ manutenzione a siti web per professione. La seconda, che ci urta il sistema nervoso, e’ che tutte queste aziende avrebbe potuto rivolgersi a professionisti per farsi costruire il proprio sito web dando lavoro a molte agenzie sparse in tutta Italia e a molti seri professionisti che non aspettano altro che soddisfare un nuovo cliente. Dopo una iniziativa del genere, come si fa’ a proporre un preventivo ad un cliente che magari ha sentito parlare di questa possibilita’? Non pensate che potrebbe obiettare chiedendovi una spiegazione e creando un sacco di problemi se voi gli chiedete X mila euro per un sito professionale quando “potrebbe farselo da solo gratis” ? Certo, ci fosse meno ignoranza, presentare un preventivo ad un cliente sarebbe molto piu’ semplice.

Poi ci sono le super offerte. “Il tuo sito professionale a 99 Euro”. Ma quando mai? Un sito professionale con la P maiuscola, richiede molte ore e a volte settimane o addirittura mesi di lavoro. Come puoi chiedere 99 Euro? Ma con che faccia un web designer dovrebbe presentarsi da un cliente con un preventivo serio? Questa noi la chiamiamo concorrenza sleale. E soprattutto, se anche non volessimo chiamarla concorrenza nella speranza che il cliente si renda conto prima o poi della differenza che c’e’ tra un lavoro in offerta e uno seriamente professionale, consideriamo che e’ proprio a causa di questi lavori sottocosto o “truffaldini” che il nostro lavoro diventa sempre piu’ difficile. Certo, c’e’ sito e Sito, ma e’ comunque una enorme perdita di tempo riuscire a spiegarlo ad un cliente che ignora completamente cio’ che sta dietro ad un sito web fatto con i controfiocchi.

Per noi la soluzione e’ una sola. Armarsi di tanta pazienza per spiegare e far capire a chi ci sta di fronte la differenza tra un lavoro eseguito a regola d’arte ed uno autogestito. Dobbiamo dare la possibilita’ a chi non conosce assolutamente nulla del nostro lavoro di capire le differenze di base partendo, ovviamente, dai concetti piu’ semplici. Un tasto personalizzato in confronto ad un bottone standard uguale a migliaia di altri siti, una grafica professionale e studiata insieme ad un SEO per posizionare i “moduli” in modo strategico in confronto ad un sito standard che da informazione buttate a caso, testi redatti con cognizione di causa che rappresentino davvero la nostra azienda e ottimizzati per farsi trovare con le giuste keyword dai motori di ricerca, contro parole messe insieme a caso e scritte nella forma meno adatta. Sono tutti piccoli esempi che possiamo portare all’attenzione del nostro possibile cliente e che, certamente, un sito come Lamiaimpresaonline non puo’ fornire ne far capire e, probabilmente, nemmeno ci tiene che un cliente le sappia senno si terrebbe ben bene alla larga.

Vi e’ mai capitato di ricevere obiezioni in merito al vostro preventivo?


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COMMENTI (1)

Da andrea.rigoni
Inviato il 08 novembre a 00:06
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Caro Iwebdesigner non si tratta di concorrenza e nemmeno di concorrenza sleale, bensì di un aiuto alle imprese italiane a vincere il "digital divide" culturale.

Pensi che Poste è nella stessa situazione che lei descrive: pur avendo aderito all'iniziativa "lamiaimpresaonline.it", dove Poste offre esclusivamente il servizio di Spedizione, Poste propone servizi di eCommerce con preventivi spesso ben superiori a quelli che cita lei.

Non è forse lo stesso per i siti web? Con tutti i servizi gratuiti di hosting, servizi come RackSpace, Amazon S3, register, etc, etc dovrebbero già essere morti e sepolti. Invece no.

Vi prego, aiutate le imprese italiane a colmare il digital divide facendo informazione puntuale, precisa e trasparente. Spiegate loro, come facciamo noi, che fare eCommerce è una cosa complessa, servono molti ingredienti importanti come il digital marketing, la gestione del negozio, il customer support. Vedrà che quando il cliente capirà la differenza tra una bicicletta, un furgone ed un tir, saprà scegliere il mezzo migliore per servire il proprio business.

Andrea Rigoni