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Come stampare le foto risparmiandosi inutili mal di testa

Da Ragdoll @FotoComeFare

Ha senso scattare miliardi di foto se poi non le si può guardare e rimirare?

Nell’epoca del digitale, possiamo visualizzare i nostri scatti attraverso un sacco di supporti: cornici digitali, televisioni, proiettori, tablet, smartphone, computer. Che ruolo ha la stampa in quest’epoca?

È pressoché impossibile trovare qualcuno che non sostenga la superiorità delle stampe rispetto a qualsiasi altro “supporto” per le foto. Nella mia limitata esperienza, anch’io, accanito tecnofilo, non posso che essere d’accordo.

Le stampe sono irrinunciabili per numerosi motivi. In primis, toccare il risultato del proprio lavoro dà sempre soddisfazione e talvolta anche emozioni. Poi, anche da un punto di vista tecnico, gli schermi su cui visualizziamo le nostre foto sono retroilluminati, mentre la carta riflette la luce, conferendo un aspetto più naturale alle immagini. Le stampe si possono anche incorniciare e ciò aumenta sicuramente il loro valore estetico. Si possono sicuramente trovare altri motivi, oggettivi e soggettivi.

Se hai mai provato a stampare o a far stampare foto, sai che però il processo, seppur meno artigianale che ai tempi della pellicola, nasconde numerose insidie. Per molteplici motivi, le stampe possono risultare significativamente diverse da ciò che vedi a schermo.

In questo tutorial, vediamo quali fattori influenzano l’aspetto di una stampa e come fare per assicurarci stampe all’altezza delle nostre aspettative.

Cosa può andare storto

Prima di tutto, vediamo cosa può risultare sbagliato in una stampa fotografica, cosa può deluderti.

Il principale problema risiede nei monitor che usiamo per valutare e ritoccare le nostre foto prima di stamparle. In parole povere, i monitor che usiamo al giorno d’oggi producono immagini troppo “belle”.

Il contrasto, la luminosità, la saturazione dei colori sono molto “pompati”, in maniera da lasciare a bocca aperta. In molte applicazioni, ad esempio nei videogiochi o nella visualizzazione di video, questo è effettivamente un vantaggio. Per i fotografi seri, invece si tratta di un ostacolo.

I difetti principali che potresti notare in una foto stampata rispetto a ciò che vedi sullo schermo sono questi:

  • luminosità ridotta (foto troppo buie),
  • contrasto ridotto (foto un po’ “grigie”),
  • saturazione ridotta (colori smorti),
  • colori non corrispondenti, come se la foto fosse stata ricolorata,
  • dominanti di colore indesiderate, ad esempio una tonalità rossa sovraimpressa all’intera foto, come quando il bilanciamento del bianco è sbagliato,
  • nitidezza troppo bassa (foto sfocata),
  • risoluzione troppo bassa (foto sgranata).

Ecco allora come intervenire per evitare questi problemi. Consideriamo i 4 strumenti coinvolti nella creazione di un’immagine:

  • la fotocamera
  • il software di fotoritocco
  • il monitor
  • la stampante

Come configurare la fotocamera per avere buon stampe

Sembra strano, ma anche un’errata configurazione della fotocamera può portare risultati indesiderati. A dire il vero, se scatti in RAW, (come ti consiglio vivamente di fare), non ci sono problemi.

Se invece usi un qualsiasi altro formato, tipicamente il JPEG, dovrai premunirti scegliendo il giusto spazio colore. Questo è un termine che tornerà nel corso dell’articolo.

Per spazio colore si intende l’insieme di regole che il software usa per decidere quali colori mostrare in base alle informazioni contenute in un file digitale. Cambiando spazio colore, a partire dallo stesso file, si ottengono immagini con colori anche molto diversi.

Gli spazi colore citati più spesso sono l’AdobeRGB e l’sRGB, disponibili su tutte le fotocamere e in tutti i programmi di fotoritocco. Qual è lo spazio colore giusto?

L’importante è usare sempre lo stesso, dal momento dello scatto al momento in cui il file viene esportato e poi stampato. Quindi, se scatti in jpeg e pensi di voler un giorno stampare le tue foto, verifica quale o quali spazi colore usano i tuoi programmi di fotoritocco, scegline uno e impostalo sulla fotocamera.

Nel caso in cui non stampassi a casa ma in un negozio o online, allora devi usare lo spazio colore impiegato da chi si occuperà di stampare le tue foto. Se non trovi documenti che lo indicano, chiedi con un’email o una telefonata e sicuramente ti sapranno rispondere.

Detto questo, potrebbe anche tornarti utile configurare correttamente lo schermo sul dorso della fotocamera. Ciò che visualizzi su di esso ti dà una prima idea sulla bontà di uno scatto. Una differenza troppo marcata con quello che vedrai sul computer potrebbe metterti in difficoltà.

Considerate però le ridotte dimensioni dello schermo sulla fotocamera e anche le ridotte possibilità di configurazione, non darei troppo peso a questo fattore.

Come impostare i programmi di fotoritocco per la stampa

Ovviamente, vale innanzitutto il discorso fatto per la fotocamera. Fai in modo che tutti i tuoi programmi di fotoritocco impieghino il medesimo spazio colore e che questo sia concorde con la fotocamera e gli eventuali servizi di stampa.

Alcuni programmi richiedono di impostare lo spazio colore nelle preferenze. Altri, come Lightroom, ti fanno scegliere lo spazio colore solo al momento della stampa o dell’esportazione. Non sarà difficile scoprire qual è il tuo caso con una rapida ricerca su internet.

Per evitare foto sgranate, attento alla risoluzione di stampa. Non mi riferisco a larghezza e altezza della foto, anche queste importanti, ma ai punti per pollice (point per inch, ppi).

Al momento della stampa puoi sempre impostare questo valore. Un approccio semplicista consisterebbe nell’andare sui 300 ppi. Così otterrai file piuttosto ingombranti, però.

Nel suo libro su Photoshop, Scott Kelby dice di non scendere mai sotto i 180 ppi e che non sale mai sopra i 220 ppi, anche per stampe su riviste.

La risoluzione da scegliere, comunque, dipende anche dalla dimensione finale della stampa. A questo link trovi un utile tabella che indica la risoluzione da scegliere in base alle dimensioni di stampa.

Ultimo punto fondamentale da considerare per quanto riguarda i programmi di fotoritocco è la nitidezza. La nitidezza di un monitor è inevitabilmente superiore a quella di un’immagine stampata. Perciò, quando una foto sembra perfettamente nitida sullo schermo, è comunque possibile ottenere una stampa che sembra sfocata.

La soluzione è semplice, consiste nel creare una versione della foto con una nitidezza più spinta, apposta per la stampa. Come fare ciò dipende dal programma che usi.

Lightroom, ad esempio, nella finestra di esportazione permette di applicare una correzione alla nitidezza appositamente per la stampa. Sempre Lightroom, nel modulo Stampa fornisce diverse opzioni di nitidezza in base alla carta usata per stampare. Altri programmi avranno modi diversi per creare foto con la nitidezza giusta per la stampa.

Punto cruciale: calibrare il monitor

Come accennavo sopra, la brillantezza dei monitor che abbiamo a disposizione, dal punto di vista del contrasto, della luminosità e dei colori, facilita la confusione quando si stampano le foto. Usando le impostazioni tipiche per i monitor, è praticamente certo che le foto che ti sembrano bellissime sul computer risulteranno smorte e deprimenti sulla carta. La soluzione a questo problema, comunque, non è difficile e si chiama calibrazione del monitor.

Dopo la calibrazione, la corrispondenza tra schermo e stampa sarà pressoché perfetta (ammesso che la stampa venga fatta con criterio, ovviamente). La nota dolente, purtroppo, è che una vera calibrazione sarà possibile solamente attraverso strumenti hardware appositi.

Se cerchi su Internet, troverai migliaia di articoli che ti spiegano come calibrare (ad esempio, puoi provare gli strumenti di PhotoRevolt), ma tutti quanti trattano solo una porzione del problema. Spesso, tra l’altro, i controlli presenti sui monitor o nel pannello di controllo non sono sufficienti ad una calibrazione esatta.

I thought I could swim but I'm drowning in the pool

I prodotti per la calibrazione includono di solito uno strumento da porre a contatto con il monitor e un software apposito che, comunicando con esso, regola opportunamente il monitor. Il più citato di questi prodotti è lo Spyder di Datacolor, che puoi vedere nell’immagine qui vicino.

Puoi trovarlo su Amazon a partire dagli 89€ del modello Express fino ai 185€ del modello Elite. Come vedi, non si tratta di prezzi elevatissimi, ma, se consideri che è necessario calibrare il monitor una volta sola, può sembrare un investimento poco giustificato.

Senza dubbio, però, se vuoi stampe affidabili, meglio sottoporsi a questa spesa. Potresti trovarne uno usato, oppure a noleggio.

Una volta calibrato il monitor, probabilmente le immagini ti sembreranno sbagliate, proprio perché siamo abituati a impostazioni un po’ forzate. Vedrai che dopo qualche ora di utilizzo sembrerà tutto di nuovo normale.

Un ultimo consiglio. Anche la posizione del monitor può aiutare. Fai in modo di osservare il monitor dall’angolazione giusta, perché sugli schermi LCD l’immagine può sembrare anche radicalmente diversa in base all’angolazione da cui la guardi. Inoltre, fai attenzione alle sorgenti di luce ed ai riflessi sul monitor che possono alterare la tua percezione del colore.

Stampare: a casa o in laboratorio?

Quando sei sicuro di aver impostato correttamente i tuoi strumenti puoi ritoccare le tue foto in tranquillità. Al momento di stamparle, però, c’è ancora una cosa da decidere: in casa o in laboratorio?

Ken Rockwell, una sorta di guru dei fotografi amatoriali, è inequivocabilmente contrario alla stampa a casa con le stampanti a getto d’inchiostro. Secondo lui, anche con la migliore carta fotografica, il processo di stampa dei laboratori è comunque migliore. Dall’altra parte, ad esempio, Scott Kelby afferma di stampare spesso a casa (anche nel suo Il libro della fotografia digitale), usando ovviamente stampanti, colori e carte di qualità.

Una cosa vera è che ormai le stampe sono diventate molto convenienti e, considerando tutti i costi coinvolti, stampare a casa risulta meno economico. La stampa in casa, dal canto suo, permette un maggior controllo e dà la soddisfazione di aver eseguito da solo l’intero processo, dallo scatto al prodotto finito.

Personalmente, mi orienterei verso la stampa presso i laboratori, in particolare via Internet. Molti siti di stampa online hanno offerte che danno ai nuovi iscritti un buon numero di stampe gratuite o a prezzo molto basso. Conviene sfruttare queste offerte per testare il servizio su un insieme di foto opportunamente selezionate e modificate.

Ricordati sempre di verificare con quale spazio colore lavora il servizio di stampa e, se è possibile, specifica che non vuoi che le tue foto vengano alterate. Investendo pochi euro, dopo qualche esperimento troverai sicuramente un servizio che fa al caso tuo. Continuando a stampare attraverso questo servizio ti assicurerai risultati sempre prevedibili.

Se invece decidi di stampare a casa, avrai bisogno dei profili ICC per la stampante. Questi permettono ai programmi sul tuo computer di controllare accuratamente la stampa. Potrebbero essere già installati sul tuo computer, ma eventualmente li trovi sul sito del produttore della stampante.

Nella scelta della carta, conviene preferire i prodotti dello stesso marchio della stampante. Se cambi marchio, meglio cercare i profili ICC del produttore della carta. Questi ti permetteranno, al momento della stampa, di scegliere la corretta accoppiata stampante/carta e di garantire così una stampa perfetta.

Qual è la tua esperienza?

Tu dove e come hai stampato finora? Come ti sei trovato?

Condividi la tua esperienza con un commento.


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