Con l’autunno torno anch’io

15 set 2011 @ 18:34

Tè, arte e poesia, Varie (oltre il tè), tisane, erbe e altri infusi

autunno de andré poesie sally vittorio sereni

Se ti piace votalo su

C’è gran subbuglio di rondini, fuori dalla mia finestra: prima sfrecciano euforiche in rotte assennate e segrete, poi si fanno riunite sui fili del telefono, fitte in ordinata assemblea. Questo sempre significa voglia di (ri)partire, di prendere il volo per l’altra metà del mondo. Significa autunno anche prima che arrivi, ché loro lo sentono giusto, il tempo di andare e tornare, non c’è termometro o calendario che tenga. Beate.

E allora con l’autunno torno anch’io, anche se ancora autunno non è :-)

(immagine di bomobob|Etsy)

In questi giorni che non ci siamo letti ho avuto tempo da non saper cosa metterci, da non saperne uscire più; ho imparato a cucinare tofu e seitan, piantato cicoriette e cavolo nero, succhiato sorriso dai colori di frutta e verdura. Ho sfogliato libri d’argomento per me inedito, nutrito pensieri nuovi, alimentate nuove incertezze, contraddizioni, lotte.
(ché gli scossoni, quando hanno la discrezione di non annientare, ti fanno i terremoti dentro, da far cadere le cose in bilico, rompere le incrinate, aprire spazi nuovi, prospettive peregrine)
Ho fatto scelte e preso risoluzioni, ma niente, niente che abbia a che fare con la realtà. Tra le tante ho deciso di abbandonare l’università, rinunciando all’idea ormai vuota di poter dire un giorno Ho portato una cosa a termine: son laureata anch’io. Ho riunito mele e petali di rosa e ne ho fatta confettura, per le mattine fresche a venire, le mie colazioni assorte.

Mi sono arresa su più fronti, sì, ma non per disfattismo: era tempo, semplicemente, e non ne gioisco né me ne dispero. Ho preso atto, ecco, di un certo mio essere storto che non riesco a raddrizzare.
Credo di essere molto invecchiata, nel mentre: anzi no: in un unico giorno soltanto, caldo e sbagliato di lievi barcollamenti e un po’ di umana paura, che mi ha cercata, trovata e presa. E io l’ho lasciato fare (ché certe battaglie senza alleati sono impossibili da vincere, e io stavolta neanche me stessa avevo arruolato).

Una mattina di fine agosto, in giardino, mi sono sorpresa a impastare terriccio e stallatico fischiettando Sally di De André, senza un pensiero in testa che non fosse la melodia della canzone, il muovere ampio delle mani nel secchio, lo star attenta a non schiacchiare le paffute larve di maggiolino: ero tutta lì, nel momento. Me ne sono accorta e ho sorriso, ad incantesimo spezzato, pur cosciente che non significa stare meglio, non significa guarire, e nemmeno iniziare a. Non significa niente, ma sai che ti dico: mi va bene lo stesso.

«E dopo tutto
ho pozzi in me abbastanza profondi
per gettarvi anche questo.»

Vittorio Sereni, Addio Lugano bella, in Stella variabile

E le mie tazze fumanti, che fine avranno mai fatto nel polverone di questa muta baraonda?

Sono stata un periodo considerevolmente lungo senza bere tè, o meglio: senza avvicinarmi al tè, senza neanche poterne sentire l’odore, senza potermelo nemmeno immaginare che non mi sorgesse un moto di disgusto dalla pancia. E’ stato uno degli effetti collaterali di questa estate.
D’altronde io sempre detesto le cose che più amo, ad un certo punto, per poi di solito tornare a volerle più forte: penso e spero sia anche questo il caso.
Nel frattempo, pian piano ho ripreso a berne e goderne, pur a ritmi più lenti di quanto non facessi, più capricciosi.
Qua dietro dove non vedete ho accumulato negli ultimi mesi una quantità inaudita di bozze: mi darò a rassettarne qualcuna, per il momento. Poi ci sarà tempo per far pace tutta intera :-)

~

Vi saluto con in tazza un… ehm… lo dico? Bon, lo dico: con in tazza un infuso imbustinato Twinings alla pesca e passion fruit! E’ o non è una tazza fumante pure lui? E’ o non è questo nostro un blog tèisticamente democratico? Ecco. Mostro sarei stata, a rifiutargli asilo! Spero vi accomoderete ugualmente.

A molto presto, caritutti.
E senza bustine Twinings, prometto ;-)