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Al di là di queste note personali, in quei mesi di concorsi mi ha colpito questo brusco alzarsi dell'età media, che ho interpretato come un elemento negativo, il segnale che la crisi si stava estendendo e stava colpendo sempre più duramente la mia generazione. Mi ha colpito anche il fatto che molti, come me, erano disposti a spostarsi parecchio pur di riuscire a lavorare e naturalmente questo spostamento è tanto più un sacrificio se si ha una famiglia. Un altro segnale della crisi incombente, oltre all'età media dei partecipanti, è stato anche notare i titoli di studio dei concorrenti: nell'autunno del 2010, a Firenze, per un posto di categoria B, ci ritrovammo in tantissimi ed eravamo quasi tutti laureati.
Ho ripensato a questa mia esperienza e a queste personalissime constatazioni empiriche, leggendo che l'età media delle persone che hanno partecipato al concorso della scuola è 38 anni. Al di là di quello che avviene in questi giorni nel panorama politico - che francamente non presenta molte novità - credo che questo concorso sia il fatto più importante di questi giorni in Italia. Spesso ci sentiamo ripetere discorsi altisonanti sull'importanza della scuola: è certamente vero, purtroppo a queste dichiarazioni di principio non seguono i fatti. Gli articoli dei principali organi di informazione trattano del concorso della scuola come di un fenomeno di colore. Oggi ad esempio leggo sul Corriere che ha partecipato anche la moglie di Renzi, superando la prova selettiva; francamente non me ne importa nulla. Così come mi paiono poco rilevanti gli immancabili servizi su calciatori e miss che fanno l'esame di maturità.
Io non amo molto la retorica giovanilistica, non mi iscrivo al partito dei "rottamatori" - peraltro questa retorica si accompagna spesso al persistere della peggior gerontocrazia - ma penso che questo stato di fatto faccia perdere almeno dieci anni alla nostra società. Non sarebbe meglio che nella scuola e nella pubblica amministrazione ci fosse un'iniezione massiccia di persone di 30 anni piuttosto che di 40, come sta avvenendo ora? Perdere questi dieci anni di energia, di competenze, di gioventù non dovrebbe essere considerato uno scandalo da tutti? Poi so bene che questo concorso serve anche a dare una soluzione - lo speriamo vivamente - a una parte di quelle persone che da anni lavorano già nella scuola e che sono precari, ma credo comunque che una riflessione su questo tema andrebbe fatta. Pensate solo alla consuetudine con le nuove tecnologie: noi, anche se ci siamo adattati al nuovo mondo delle rete, non possiamo certo essere considerati dei "nativi digitali". I nostri figli, quelli che adesso cominciano la scuola, lo sono e sarebbe meglio che lo fossero anche i loro insegnanti, o almeno una parte di loro. Una riflessione sulla scuola deve partire prima di tutto dalla sua risorsa più importante, ossia gli insegnanti, ma mi pare che questo tema non sia all'ordine del giorno.
C'è poi un altro tema su cui mi piacerebbe che si aprisse un confronto. Capisco che per selezionare tante persone sia necessario trovare qualche sistema efficace e rapido e devo ammettere che sono rimasto piacevolmente stupito che il ministero sia riuscito a mettere in piedi un sistema come questo che sembra quasi quello di un normale paese occidentale. Ma siamo sicuri che i quiz siano il sistema giusto per selezionare i futuri insegnanti? Io non ne sono affatto sicuro. Certo chi risponde correttamente a cinquanta domande in cinquanta minuti dimostra una serie di qualità notevoli, una mente elastica, una capacità di cogliere al volo una questione, una certa trasversalità di competenze, una buona memoria, ma siamo certi che tutto questo basti a farne un insegnante capace? Naturalmente non esiste una ricetta del buon insegnante. Sappiamo che alcune persone che già insegnano non sono riuscite a superare questa prima fase. Un terzo dei partecipanti non è riuscito a passare: sono tutti inadatti all'insegnamento? O è il sistema incapace di selezionare le persone giuste? Francamente non lo so, ma temo che non lo sappiano molti altri.
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