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Convincerne due o tre

Da Marcofre

Buona parte delle persone, non leggono. Quei pochi che lo fanno, credono che abbia senso pubblicare solo coi grandi editori, e i poveracci pubblicano con le piccole.

Altrimenti, come spiegare la morte o le difficoltà delle piccole case editrici?

E spiegare che un romanzo non viene nobilitato dalla carta, ma o è buono oppure no, è una sfida difficile. Perché, si sa: scrivere è così facile, che ci vuole?

Eccoci dunque ancora al punto: la scarsa considerazione nei confronti della parola. Se ha qualche potere, questo è legato alla carta. La carta deve contenere un romanzo (perché se si scrivono solo racconti non si è abbastanza seri), e il romanzo lo deve pubblicare un grosso editore.
Ma grosso.

A me non interessa la carta o il digitale, ma quello che raccontano. Profumi (della carta), fascino e cose di questo genere mi lasciano indifferente. Credo che “Il ladro della Bibbia” di Goran Tunstrom (ebook) sia un grande romanzo, e che questa qualità risieda nel talento di chi lo ha scritto, e di chi (l’editore svedese), lo abbia in seguito pubblicato.

Lo so: è facile cantarsela e suonarsela. Lavori un po’ su qualcosa, e infine lo pubblichi su Amazon perché a tuo parere ne vale la pena. Di certo avrai il plauso di qualcuno, impossibile che nessuno batta le mani. Chi scrive è un animale semplice, gli basta poco per sopravvivere, tirare avanti ancora un po’.

Ma l’editoria “ufficiale”, non è anch’essa facile alla lusinga? Non ci sono circoli culturali che contano, e che da anni tengono in vita autori defunti (come autori)? Con tanto di apparizioni in televisione, recensioni e interviste?

Inutile però parlare di questo. Il nodo è il lettore. Troppo pigro per comprendere, per lasciarsi davvero sfidare. Ha serenamente accettato il suo ruolo: quello di chi ingurgita. Basterebbe poco per cambiare, ma preferisce non farlo perché la solitudine è una brutta bestia. Non sembra, ma basta poco per creare il vuoto attorno: è sufficiente pensare.

Continuare a svolgere la vita di sempre, eppure pensare. La frattura che si crea tra noi e gli altri quasi si sente, è visibile.

Come? Sono andato fuori tema? Mica tanto. Parlo del pubblico che non c’è, e chi tenta l’autopubblicazione sa bene che la sua opera non sarà giudicata in base al suo valore. Ma al supporto digitale. E si aspetterà il cartaceo perché quello sì che ha la dignità. Non importa aver riletto chissà quante volte la storia, aver riflettuto se mettere o togliere l’avverbio (nel dubbio: togliere sempre).

Però, parliamoci chiaro. Va bene anche così. In fondo è bello. Quando la frase scivola bene, e la pagina è accordata: al diavolo tutto il resto.


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