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Cos’è il Marketing 3.0? Le nuove frontiere della promozione

Creato il 31 gennaio 2014 da Nicola Nicodemo

Le frontiere del marketing (ora marketing 3.0) sono sempre più ampie. È un’evoluzione necessaria, dovuta allo sviluppo globale dell’informazione e della comunicazione. Cambiano gli strumenti, cambiano le regole. Cambiano le esigenze dei ‘clienti’ e il ruolo dell’azienda. Ma le piccole aziende riescono a stare al passo?

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Ne ho parlato in un articolo in spagnolo pubblicato su Marketing.es. Il marketing non è una prerogativa delle grandi imprese. Scrivevo che molte piccole-medie aziende italiane (e attività imprenditoriali a partire dalle più piccole, locali, negozi, centri commerciali, club, discoteche, b&b, hotel…) sono ancora indietro nella promozione online. Quanti riescono a sfruttare a pieno (o anche solo a sufficienza) le potenzialità del web? Disinformazione, paura dell’impatto economico. Cos’è che tiene lontane le aziende ‘tradizionali’ lontane dal marketing?

In tutto questo ha senso parlare di marketing 3.0? Ha senso allargare il divario tra frontiere del marketing e utilizzo effettivo del marketing da parte delle piccole aziende (che sono quelle a cui, secondo me, è importante rivolgersi?).

Non deve avere senso. È inevitabile. E allora le piccole aziende cosa fanno? Il primo passo è capire la situazione. Questo articolo è una buona lettura.

Cosa c’era prima del Marketing 3.0?

Il marketing 1.0 era concentrato sulla produzione di un prodotto e sulla sua promozione. L’obiettivo era ottenere il maggior beneficio al minimo costo. La comunicazione avveniva in senso unico attraverso i media tradizionali.

Ma questo concetto di marketing, che oggi definiremo obsoleto, ha dovuto adattarsi allo sviluppo di nuove tecnologie, che hanno cambiato i paradigmi della comunicazione. Questa non avviene più in senso unico. Il ‘cliente’ ha un ruolo più attivo nell’acquisto. Può cercare informazioni sul prodotto e sull’azienda. Ha accesso ad un mercato molto più ampio.

L’esigenza di un nuovo tipo di promozione ha portato alla nascita del marketing 2.0. L’obiettivo era intercettare il cliente e soddisfare le sue necessità per fidelizzarlo. La strategia di marketing, quindi, si differenzia e si targettizza. Ora non è più il prodotto al centro dell’attenzione, ma il cliente, con i suoi bisogni. L’azienda cerca un rapporto più diretto con il cliente: l’engagement.

Dietro il cliente c’è una persona

Il passo fondamentale per passare al nuovo marketing 3.0 è realizzare che dietro il cliente non ci sono sono bisogni. L’azienda non deve rivolgersi alle necessità del cliente, ma alla sua persona. E la persona è inserita in un ambiente, in un tessuto sociale e ha una sua etica.

Il web ora si complica. Non è solo vettore di informazioni in senso unico. E non è neppure sito di engagement azienda-cliente. C’è un terzo rapporto molto importante. Ed è quello persona-persona. L’utente è parte attiva del web, si responsabilizza. È sempre connesso (tramite pc, smartphone, social media).

L’azienda non deve rivolgersi a un cliente, ma a una persona. Instaurare un dialogo che vada oltre la promozione del prodotto. Il brand deve avere un volto umano, con cui la persona possa relazionarsi per trovare una risposta non solo a una necessità pratica, ma a qualcosa di più.

Portare dunque la comunicazione non a un livello più alto, più complesso. Ma più basso, semplice, diretto. Con un linguaggio emotivo che sappia coinvolgere la persona nel suo aspetto più umano.

Hai già letto l’articolo di Cinzia Di MartinoH2H: la nuova frontiera del marketing

Alcuni spunti per una strategia di Marketing 3.0

Vi lascio con alcuni spunti, ancora in fase embrionale, su cui costruire una strategia di Marketing 3.0

  • Coinvolgere le persone, non i clienti.
  • Personalizzare l’offerta a un pubblico ben targettizzato.
  • Passare al punto di vista del ‘cliente’, che cerca valore, non informazioni.
  • Collaborazione tra persone: azienda e ‘clienti’.
  • Instaura con il cliente un dialogo prima di promuovere il tuo prodotto. Conosci il permission marketing?
  • Crea una strategia a lungo termine che renda il brand distinguibile
  • Analizza traffico, engagement, interazioni
  • Presta attenzione non solo alla persona ma all’ambiente in cui vive (non solo in senso ecologico)

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