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Cosa scriverebbe Beppe Grillo su Beppe Grillo?

Creato il 13 maggio 2012 da Candidonews @Candidonews

Cosa scriverebbe Beppe Grillo su Beppe Grillo?

Giovanni Fontana, blogger e collaboratore de Il Post ha provato a scrivere un articolo sul Movimento 5 Stelle usando la stessa ‘tecnica’ che Beppe Grillo usa per parlare dei politici italiani e cioè usando parole colorite, storpiando i nomi con insinuazioni e complottismi vari. Il qualunquismo fatta persona.

L’articolo su Beppe Grillo scritto con lo stile di Beppe Grillo:

Mo’  vi mento 5 Stalle

È cominciata la caccia alle streghe. I poteri forti hanno deciso. Lo status quo va mantenuto, costi quel che costi. Politicanti e pennivendoli si sono messi a lavorare senza sosta per far prendere qualche voto al Mo’ vi mento. È lo specchietto per le allodole buono a riciclare il riciclabile, a conservare al potere la partitocrazia corrotta. La casta dei partiti ha mangiato la foglia, pronta ad aggiungere un posto alla ricca tavola dei rimborsi elettorali e delle nomine politiche. Tutto deve cambiare perché nulla cambi.

Lo sapevano già gli antichi romani, ripeti all’infinito una bugia e diventerà una verità. Il Movimento 5 Stalle fa paura, fa paura anche se raccoglie il letame sparso dagli altri partiti. Fa talmente paura che lo facciamo candidare in tutta Italia, gli facciamo noi la campagna elettorale, mobilitiamo tutti i nostri accoliti per votare quei quattro busoni eterodiretti dei grillini. O meglio, i grilletti: quelli che vengono sparati dal loro Grande Capo, Beppe Grullo, assieme alle sue cazzate sulla pelle dei cittadini. Sono i grilletti delle sue armi di distrazione di massa.

Sono tutti d’accordo per inchiodarsi alle loro poltrone, come politicanti ormai in carriera, assieme ai loro compari che gli hanno regalato titoli su tutti i giornali. Pensate che i giornalai abbiano parlato dell’enorme crescita dell’astensione? Della sconfitta del PDL? No, gli scribacchini come loro solito si sono prostituiti al miglior offerente, per nascondere sotto al tappeto quello che non gli conviene far sapere. Il Grande Capo fa la verginella, non ne sa niente. Lui è il campione dei cittadini informati. Però viene sorretto da tutti i poteri della prima e della seconda repubblica.

Per non scontentare nessuno, hanno reso omaggio a tutta la casta: sono più efficienti di Veltrusconi. Il primo sindaco l’hanno preso a Sarego, dove dominava la DC: ci vogliono far credere che tutta quella gente che votava per clientela ora sia improvvisamente rinsavita? A Parma, dove comandano le Coop e non si muove foglia che il PCI non voglia, il grilletto di turno prende un voto su cinque. Chissà quanti surgelati avrà dovuto comprare Puzzarotti. In Sicilia, la terra della Mafia (ma dove la crisi, ben sfruttata dal Mo’ vi mento, fa molto peggio), tutti i candidati non hanno aspettato un secondo per usare i celebri espedienti democristiani: Antonio Pesce detto Grillo, Giuseppe Culicchia detto Grillo. Sono diventati tutti grilli, o forse tutti grulli, là in città.

Qualche spirito libero, reo di aver criticato il Mo’ vi mento, è stato subito zittito dai media di regime. Con un riflesso pavloviano gli sgherri hanno difeso il loro padrone, riempiendosi la bocca di parole come “libertà”. Ma quale libertà? Quella di morire schiacciati da una pressa sul proprio posto di lavoro? Intanto, però, si stracciano le vesti e gridano al “terrorismo” per un banchiere colpito alle gambe da qualche squilibrato, guarda caso, il giorno prima delle elezioni. Pensano di essere riusciti a distogliere l’attenzione dall’unica vera rivoluzione, quella che li spazzerà via tutti.

Ci hanno ammaestrati ad andare dietro a un vecchio miliardario, che guida il suo partito come guida l’automobile (ma per quello non potrà essere condannato). Una balena che a forza di mangiare sulle nostre teste, ha più pancia di Trimalcione. Fagocita il nostro denaro da trent’anni, sempre professionalmente contro corrente, sempre sulla cresta dell’onda. Nel frattempo Casaleggio A$$ociati passa a ritirare il pizzo. Sono molto associati, sono associati a delinquere. È arrivato il momento di riscuotere la cambiale firmata col sangue dei sudditi. Loro non ce lo permetteranno, non gli conviene, ce lo permetteremo noi.


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