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Cose di Bavaria

Da Elle_lx
Eccomi nella ridente Bavaria per alcuni giorni a causa di impegni di lavoro.Era un po' di tempo che mancavo dalla Crucchia, e ora devo dire che mi è tutto un po' più chiaro. Ad esempio, il latte con la densità del piombo è fatto apposta per compensare il caffè annacquato: mescoli il tutto e ottieni il beverone a densità umana. Mi resta da capire perché le bottigliette di acqua con etichetta "Extra still" contengano acqua frizzante: cosa conterranno quelle etichettate "Sparkling"?
E soprattutto, perché una frizzante bottiglietta di appena 0.70 cl costa attorno ai 4 euro?
Insomma, trovare dell'acqua da bere qua può essere un'impresa ardua davvero. In compenso i bicchieri da birra non li fanno più piccoli di 1 litro.
Cose di Bavaria
Poi parliamo di strade. L'allegra compagine (due italiani me compresa, due portoghesi e un californiano) giunge all'aeroporto di Monaco che è già notte. Gli italiani, reduci da malanni fuori stagione, semi-bardati per evitare spiacevoli ricadute, i portoghesi visibilmente assolati grazie al weekend da spiaggia, il solito ottimista californiano in maniche corte in una città freschina e con una simpatica pioggerellina.All'uscita dell'aeroporto il piazzale è affollato da taxisti turchi. Il nostro, l'unico con un pulmino, giovane ed inesperto, traballante anche col tedesco (lasciamo stare con l'inglese...) comincia a sudare freddo quando capisce che non gli stiamo chiedendo di portarci nel centro città. I colleghi turchi si stringono a cerchio solidale intorno a lui, ognuno dispensando consigli e indicazioni, e dopo un quarto d'ora di consultazioni finalmente partiamo. C'è anche il navigatore a dargli una mano.Dopo i primi quindici minuti in cui sembra che la strada presa sia quella giusta, ad un certo punto cominciamo a renderci conto che qualcosa non va. Il pulmino si perde nelle lande desolate e notturne della Bavaria, il navigatore ha fatto cilecca. Il giovane taxista contatta telefonicamente padri e fratelli, ma non ne viene a capo.A proposito, apro una parentesi, così mi levo questo sassolino dalla scarpa. Checchè se ne dica, io odio i navigatori. Sono oggetti diabolici, perché ti fanno prendere strade improbabili che in situazioni normali di coscienza attiva non prenderesti mai, ti costringono a staccare il cervello, e a quel punto meglio dotarsi di pilota automatico e leggersi un libro on the road. Professo la mia assoluta fede verso mappe e cartine, assolutamente più affidabili, oltre che palestre per un minimo di attività cerebrale, che ormai nel quotidiano viene costantemente messa sotto scacco in nome di automatismi "facili".  Inoltre, davvero, ho sempre avuto esperienze negative con quegli aggeggi infernali: amici che si perdevano per strade deserte e sterrate, o che facevano giri in tondo delle città, gente che lo accende pateticamente per fare il solito tragitto casa-lavoro, o per percorrere in generale strade arcinote, e ora anche il taxista che brancola nel buio totale. Se non era per noi che guardavamo i cartelli nelle tenebre, era ancora lì a girare nelle campagne bavaresi. Ah, per la cronaca: il navigatore indicava esattamente la direzione opposta a quella corretta.
L'albergo dove alloggio è pieno di galli e uccelli vari impagliati, che ti osservano all'entrata e persino nella sala colazione, dall'alto dei loro nidi posticci. Brrr.
La metro puzza di quella sostanza con cui puliscono i binari con le travi di legno per difenderli dagli attacchi dei parassiti: la mattina è un toccasana respirare quei miasmi, e portarseli addosso per ore sui vestiti, e, cosa che odio ancora di più, nei capelli. E i miei assorbono tutte le puzze del mondo.
E poi...stamattina ho visto il solito crucco con le sue brave Birkenstock e i calzini (marroni però) ai piedi. Certo che alcuni  luoghi comuni sono davvero difficili da sfatare, se ti si ripropongono puntuali nella realtà.

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