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Countdown di Michelle Rowen

Creato il 22 gennaio 2015 da Anncleire @anncleire

 Countdown di Michelle Rowen

«L’essere umano è un miracolo» ha continuato lui sospirando. «Materia organica che pensa e respira e si riproduce. E a loro volta queste creature organiche creano computer perché le aiutino. Ora il ciclo si chiuderà e i computer utilizzeranno la materia organica per raggiungere il proprio obiettivo. Ma l’elemento psichico… è come un jolly in un mazzo di carte, non trovi?»

 

“Countdown” uscito il 28 novembre 2014 per eLit il marchio digitale di Harlequin Mondadori, è un romanzo strano, violento, pieno di colpi di scena, che di certo lasceranno il lettore con il fiato sospeso. Michelle Rowen di certo non ci ha risparmiato niente, ma la sua violenza è uno schiaffo in faccia al perbenismo e a tutte quelle romance leggere e d’intrattenimento che ho letto fino a questo momento. Regalatomi da Franci di Coffee and Books, è un libro sconvolgente, forse anche troppo. Ancora non mi sono fatta un’idea precisa della mia opinione, anche per questo ho lasciato scorrere diverso tempo prima di scrivere la mia recensione, ma sicuramente d’impatto.

 

Kira Jordan è sopravvissuta all’omicidio della sua famiglia e alla peste che ha devastato le vie della città, trasformando il suo mondo in uno scenario apocalittico. Ma questo non è tutto. In

lei qualcosa è cambiato, ora ha delle abilità davvero fuori dal comune che saranno testate in un

reality game in un cui vincere la partita è l’unica speranza per sopravvivere. Adrenalina, tensione,

colpi di scena… Kira sarà disposta a sacrificare se stessa e i suoi principi pur di sopravvivere? In

questo gioco spietato in cui ogni enigma irrisolto è un passo in più verso la fine, sarà pronta a

fidarsi dello spietato assassino Roger Ellis pur di avere qualcuno che le guardi le spalle?

 

Il conto alla rovescia che perseguita i protagonisti è un’arma a doppio taglio e sicuramente mette a dura prova chi ha il cuore debole come me. Sono sempre per la suspense, ma la violenza che si respira in questo gioco sconsiderato è forse troppo minacciosa per i miei gusti. Trattandosi di una distopia a fondo sci-fi ha dei tratti fin troppo plausibili per rimanere indifferenti. Tutto infatti si gioca su dei chip, inseriti nel cervello, che danno modo di connettersi alla Rete e guardare un programma sconvolgente, che quasi a confronto, The Hunger Games, gli fanno un baffo. Un romanzo che di certo non scivola addosso, ma si insinua nella mente, accendendo il germe del dubbio e del sospetto. Niente è come sembra, ognuno sembra intenzionato al proprio interesse, e il fine ultimo è il potere. La sete di potete, quella che di solito manipola il The Villain della situazione, si respira per tutto il corso del libro, con situazioni al cardiopalma e la consapevolezza di trovarsi in qualcosa di più grande e incomprensibile.

È Kira che racconta la sua storia in prima persona, e il lettore si immedesima con lei, la Rowen in questo è straordinariamente brava, nel creare situazioni in cui bisogna scegliere tra la vita e la morte, con il costante mormorio di un presentatore e un inesorabile conto alla rovescia. Kira vive ai margini della società e ha imparato a sopravvivere rubacchiando qua e là e vivendo di espedienti, in un centro commerciale. Essere assoldata per Countdown potrebbe essere una via di uscita da un’esistenza orribile. In realtà Kira è una ragazza intuitiva e metodica, che nonostante le sue fobie, riesce a mettersi in gioco e non fermarsi di fronte al mondo disastrato dalla povertà e dalle malattie che conosce. Ritrovarsi con uno dei criminali più pericolosi di sempre, le darà modo di capire che ogni tipo di informazione può essere manipolata a piacimento e ridotta in brandelli o essere specchiata per mostrare un altro volto. Roger Ellis allora potrebbe non essere ciò che tutti vanno raccontando, il suo passato è multistrato e incomprensibile, ma allo stesso modo lo rende molto più simile a lei di quanto immagini.

Il worldbuilding è da un lato solamente accennato, per quanto riguarda il lato distopico e dall’altro molto dettagliato per quanto riguarda quello sci-fi. Abbiamo pochi dettagli per comprendere il mondo di Kira e penso che la Rowen abbia scelto di ambientare il libro in un futuro post-apocalittico più per rendere plausibile il complesso sistema informatico di cui si serve, che per reale convinzione. Tutto serve solo per fornire una base, quanto meno traballante, all’impalcatura fantascientifica, che si regge sull’intelligenza artificiale. Da ingegnere elettronico/biomedico questo aspetto mi ha incuriosita non poco.

L’ambientazione potrebbe essere quella di una qualunque città di periferia, tranne nascondere le cade dei ricchi ancora sparsi sul territorio nazionale, e l’esigenza di un gioco violento e mortale. Nessuno sembra conoscere questa realtà parallela, nessuno comprende fino a che punto possono avere ripercussioni sulla società civile. Ma soprattutto il gioco e la trasmissione sono assolutamente indifferenti alla fine dei concorrenti. Ciò che conta è l’intrattenimento e la contentezza degli abbonati.


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