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Cowboys & Aliens

Creato il 18 ottobre 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

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E’ inutile continuare a sottolineare quanto ormai, da un decennio a questa parte, al mondo del cinema, con in testa la sua dorata capitale Hollywood, piaccia riprendere personaggi, storie, situazioni, mondi inizialmente creati per stare sulla carta divisi in vignette e balloon. Spiderman, Hulk, adesso anche Thor e i Vendicatori, Batman, Superman, ma anche alcuni graphic novel hanno avuto la loro bella trasposizione cinematografica. Anzi, alcuni di loro sono nati fumetto solo come breve passaggio verso l’essere proiettati sui grandi schermi cinematografici. Ultimo caso, il Kick Ass di Mark Millar, i cui diritti cinematografici sono stati acquistati prim’ancora che il fumetto facesse la sua comparsa sugli scaffali delle fumetterie americane.

Cowboys & Aliens si va ad inserire praticamente all’interno della stessa strada già tratteggiata; infatti nel 2006 Scott Rosemberg scrive e disegna una storiella di sedici pagine (gli americani le chiamano ashcan) che venne pubblicata dalla Sureshot Comics. Il motivo della pubblicazione dell’albo era semplice: Rosemberg voleva mostrare ad ipotetici compratori dei diritti cinematografici le potenzialità della sua idea, sicuro di una buona riuscita dell’intera operazione dal punto di vista cinematografico. Successivamente incaricò l’esperto Fred Van Lente (The Incredible Hercules) di scrivere una sceneggiatura per una storia più ampia, disegnata da Luciano Lima, disegnatore brasiliano facente parte del Magic Eye Studios, con un prologo scritto da Andrew Foley per gli affascinanti disegni di Dennis Calero.

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Una storia che mescola due generi agli antipodi: il western e la fantascienza. Opposti che si attraggono, come nel famoso proverbio: spesso sia le storie western che quelle fantascientifiche parlano di lotte tra un popolo che vuole conquistare e uno che non vuole sottomettersi, tra oppressori e oppressi. I primi sono sempre omini verdi o grigi o l’uomo bianco, armati fino ai denti e imbattibili, contrapposti all’umanità intera o ai nativi americani, poco e male armati ma molto belligeranti. E se ci sono alcune variazioni sul tema (la più famosa offerta da Avatar, dove invece è la razza umana che cerca di colonizzare un pianeta e una razza aliena), il canovaccio è più o meno sempre lo stesso. E in questo caso, i personaggi descritti poco sopra, ci sono tutti: mentre cowboys e indiani lottano tra di loro per i soliti motivi (razzie e occupazione abusiva di territori), sono costretti ad unirsi per combattere una minaccia più grave: la sottomissione ad una razza aliena. Trionferanno soprattutto grazie all’amore che si instaurerà tra alcuni di loro, come nella migliore tradizione fiabesca studiata dallo strutturalista Propp novant’anni fa.

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Tavole tratte dall'introduzione firmate da Calero

Sicuramente il fumetto da cui il film prende spunto è rivolto ad un pubblico adolescenziale e pre-adolescenziale: infatti la storia di Van Lente semplifica le tematiche del film e le rende più accessibili ad un pubblico più interessato all’azione e al ritmo che non a riflessioni su temi quale il diverso o la convivenza difficile. E anche gli storyboard delle tavole disegnate da Lima, pur cercando di diversificarsi tra di loro, tendono sempre ad una assoluta leggibilità anche per un pubblico non per forza esperto, che magari si è avvicinato all’albo in virtù del piacere provato a vedere il film. 
Il problema principale di tutta l’operazione è che il fumetto e il cinema sono due medium molto diversi: il cinema agglomera in sé elementi quali la musica, la fotografia, gli effetti speciali, che il fumetto per suoi limiti strutturali non può ricreare. E un operazione come Cowboys & Aliens, di solito, si basa tutta sugli elementi cinematografici poc’anzi menzionati: gli effetti speciali e la colonna sonora hanno un grandissimo impatto sul pubblico fruitore di questi prodotti tutt’azione e che, per una larga fetta di pubblico, diventano quasi l’unico motivo di andare a vedere un film di questo genere. Il non poter neanche lontanamente eguagliare tale spettacolo rende abbastanza sterile aver voluto creare un graphic novel più lungo del canovaccio scritto da Rosemberg dal quale si era inizialmente partiti, in quanto la storia è semplicemente un pretesto per mostrare le ultime meraviglie che la tecnologia cinematografica è riuscita a creare.

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In più è il fumetto stesso a non funzionare: non tanto per il buon Fred Van Lente, che grazie agli anni d’esperienza maturati alla Marvel riesce a scrivere una sceneggiatura onesta, ma per i meno che mediocri disegni di Lima, sciatti fino ad essere semi-dilettantistici. I più semplici principi dell’anatomia vengono messi da sempre da parte nelle sue tavole. I disegni sono talmente legnosi che è impossibile anche lontanamente credere a movimenti reali dei personaggi. E viene da chiedersi su quali basi sia stato scelto un disegnatore del genere per un progetto abbastanza importante nel suo genere.

La Rizzoli, casa editrice negli ultimi anni molto attenta al mercato fumettistico, e soprattutto a quelle storie che hanno avuto o avranno ampio risalto al cinema (ricordiamo The Surrogates, ad esempio), non si è lasciata sfuggire l’occasione di portare il fumetto in Italia e già a partire dalla copertina e dalla quarta di copertina mostra quanto l’intera operazione sia debitrice del film, con addirittura in quarta i credits dell’opera cinematografica stessa. Addirittura lussuosa l’edizione, un bel cartonato con la scelta dell’utilizzo di una carta pesante e lucida di buonissima qualità. Forse addirittura troppo per un fumetto che non ha certamente volontà di essere opera imprescindibile nelle librerie degli appassionati. Il tutto inficia sul prezzo, che però, pur essendo alto, è tutto sommato giusto per la qualità stessa dell’edizione. Per la storia, ho i miei dubbi.

Abbiamo parlato di:
Cowboys & Aliens
AA. VV.
Traduzione di Andrea Merico
Rizzoli Lizard, ottobre 2011
112 pagine, cartonato, colore – 16,00€
ISBN: 97788817051163


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