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Credibilità, Fiducia & Qualità dell’Informazione

Creato il 24 febbraio 2012 da Pedroelrey

In base ad una ricerca tesa a verificare quale media sia ritenuto più credibile durante la campagna elettorale effettuata negli Stati Uniti il primato della credibilità resta ai mezzi tradizionali. In particolare  sono i giornali tradizionali nel formato cartaceo a detenere il primato relativo della credibilità con il 22% dei rispondenti che li ritiene molto credibili mentre blog e social media vengono ritenuti i meno affidabili con solo il 6% degli intervistati che vi ripone fiducia assoluta e ben oltre un terzo che ritiene che abbiano addirittura effetti negativi sulla qualità delle informazioni.

Si tratta di una tendenza che conferma quanto era emerso recentemente dai risultati della dodicesima edizione del Trust Barometer condotta da Edelman secondo i quali le fonti di informazione tradizionale sono quelle alle quali continua ad essere riconosciuto complessivamente il maggior tasso di fiducia nonostante tutto.

Risultati che nel loro insieme, come giustamente rileva Fabio Cavallotti, indicano quanto il “brand” editore mantenga un considerevole valore sul mercato, asset tutt’altro che trascurabile in prospettiva futura.

Ed è proprio con un occhio al futuro che The Berkman Center for Internet & Society dell’Università di Harvard ha condotto una ricerca sui giovani sotto i 18 anni per esplorare e mappare quale fosse il loro utilizzo e valutazione dell’informazione.

«Youth and Digital Media: From Credibility to Information Quality», questo il titolo dello studio,  ha analizzato l’impatto di Internet relativamente alla ricerca di informazioni, al loro utilizzo e  quale la relazione esistente con la creazione di contenuti.

Lo studio ha analizzato l’idea di qualità dell’informazione da quattro angolature distinte così da offrire un panorama davvero esaustivo che, secondo quanto affermano i ricercatori, possa essere anche di riferimento per ulteriori analisi future. In particolare è stata esaminata:

  1. La prospettiva etnografica: che definisce la qualità dell’informazione in base a quali criteri guidano la scelta verso un determinato tipo di informazione rispetto ad un’altra.
  2. La prospettiva adulto – normativa: che definisce la qualità dell’informazione in termini di aspettative di risultato e norme
  3. La prospettiva sistemica: che definisce la qualità dell’informazione in termini concettuali, astratti
  4. La prospettiva prescrittiva: che definisce la qualità dell’informazione  in funzione di quanto sia in grado di migliorare la condizione di vita dell’individuo, giovane o adulto che sia.

Il rapporto conclusivo integrale elaborato si compone di circa 150 pagine tutte da leggere ed interpretare per chi è interessato al tema.

L’infografica sottostante, per i più pigri o i meno coinvolti, riassume le evidenze salienti emergenti identificando con chiarezza quale siano le quattro aree di discriminazione, di qualificazione per trovare e valutare quale sia informazione di qualità per le nuove generazioni, per  i cosiddetti digital natives.

Una definizione ed un percorso fluidi, fatti di esperienza, interattività ed aspetti visivi che qualificano l’idea di informazione, concetto distinto da notizia come ho più volte sottolineato nel tempo, costruendo un concetto di qualità la cui base trova elemento fondamentale nella creazione e propagazione dell’informazione passando anche attraverso nuovi strumenti e mezzi quali i giochi.

Sono aspetti che aiutano a qualificare la dimensione sociale dell’informazione digitale fornendo gli elementi di qualificazione e di riflessione sui possibili scenari evolutivi.

Credibilità, Fiducia & Qualità dell’Informazione


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