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Crema di Cogne e tegole valdostane.

Da Marisa

La crema di Cogne pare sia stata creata per errore da un'anziana signora di Cogne che pero' mai ha rivelato la ricetta, quindi quella attuale è creata a sua immagine e somiglianza. In effetti c'è chi ci mette la scorza di limone, chi il cacao amaro in polvere, chi il rhum e e chi anche la farina di mandorle.

Ricetta per persone n.

4

Ingredienti:

4 tuorli
200 g di zucchero
1 cucchiaino di cacao amaro
5 dl di latte
2,5 dl di panna fresca
50 g di cioccolato fondente
panna montata per guarnire
200 g di tegole valdostane

Crema di Cogne
Preparazione: 10’  + 20’ di cottura.

  • In una ciotola capiente sbattete con una frusta i tuorli e la metà dello zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
  • Incorporate il cacao e mescolate bene.
  • Versate il latte a filo fino a diluirlo completamente, senza smettere di mescolare.
  • Aggiungete la panna e il cioccolato tagliato a piccoli pezzi e amalgamate il tutto.
  • Versate il preparato in un pentolino e portatelo a cottura a bagnomaria, mescolando continuamente finché inizierà ad addensarsi.
  • Fate caramellare lo zucchero rimasto in un altro pentolino, incorporatelo al composto preparato, mescolate bene e fate cuocere ancora alcuni minuti.
  • Togliete la crema dal fuoco, suddividetela in quattro coppette di vetro, guarnite con un poco di panna montata e servitela accompagnata con le tegole valdostane.

 

Vino consigliato: il gusto pieno e dolce, caratterizzato dalla presenza di cacao e cioccolato, richiede vini zuccherini dotati di buona alcolicità, come il Valle d’Aosta Chambave Moscato Passito o il Marsala Fine Rubino Dolce.

vino chambave_passito_1990

Il Valle d'Aosta Chambave Moscato passito (conosciuto soprattutto nella denominazione in francese Vallée d'Aoste Muscat de Chambave flétri) è un vino passito DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Aosta.

Colore ambrato, ma vivo, limpido, a tratti cristallino. Nel bicchiere scivola lentamente, grande materia e grande sostanza lascia presagire. Il primo naso è segnato da note leggermente smaltate, quasi di vernice, un sentore stranamente amarognolo che poteva ricordare il rabarbaro e qualche sentore di erba e fiori alpini appassiti. Ma pochi istanti dopo, all’improvviso, i sentori di uvetta passa, di fico… insomma i classici sentori di un passito che ricorda il Natale, un ritorno all’infanzia. Ma non finisce qui… ecco il miele, quello di castagno e poco dopo arrivano anche le spezie, lo zafferano in primis, e poi la cannella, lo zenzero anche un ricordo vagamente pungente che potrebbe ricordare quasi il peperoncino. Ma è più la sensazione di pungenza che il profumo vero e proprio… forse quella pungenza iniziale che faceva ricordare le note smaltate si è leggermente modificata, virando su questi sentori così difficili da individuare. Insomma, un profilo olfattivo di altissimo livello e cangiante, affascinante, che avvolge e conquista. Ma l’assaggio è quello che lascia completamente basiti, in senso positivo, ovviamente…
L’ingresso in bocca è segnato da una buona morbidezza a cui subito fa da contraltare una sapidità ed una acidità di altissimo livello. Non dimostra i suoi 20 inverni sulle spalle, è un vino verticale, non concede nessuna sensazione di “mollezza” o cedevolezza. Alcool presente che dà spina dorsale, ma mai eccessivamente fastidioso o fuori dalle righe.
Vino dalla grandissima bevibilità e dotato di una lunghezza e profondità impressionante. In bocca ritornano i sentori di miele e di fico che durano tantissimo, dolci senza mai essere stucchevoli. Anche perchè a sapidità e l’acidità permangono in sottofondo. Ed invogliano ad assaggiarne ancora, ed ancora.

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Crema di Cogne e tegole valdostane.


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