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Creme protettive e raggi solari: è tutto un rischio!

Da Leragazze
Con l’inizio, almeno auspicato, della buona stagione cominciano ad arrivare, come ogni anno, dei dati terrorizzanti riguardo ai rischi dell’esposizione al sole, che su di me, come ogni anno, ottengono l’unico effetto di farmi sentire un po’ in colpa quando mi dò da fare per abbronzarmi un poco e perdere il mio abituale colorito verdastro. Non posso tuttavia esimermi dal darvi conto di ogni avvertenza e informazione affinché, almeno voi, vi comportiate in modo sano. I primi dati ci vengono da Centers for Disease Control & Prevention (CDC) che in un rapporto appena uscito ci mettono in guardia sui rischi dei cosiddetti lettini abbronzanti, soprattutto per le persone giovani. Il rischio di melanoma per coloro che scelgono l’abbronzatura artificiale e hanno meno di 35 anni aumenterebbe del 75%. Questo sarebbe dovuto al fatto che nei centri abbronzanti l’emissione di raggi UVA sarebbe quattro volte quella cui ci si espone d’estate a mezzogiorno in una città come Washington, mentre quella di raggi UVB sarebbe doppia. Ancora più sconcertante è l’esito di uno studio pubblicato su Environmental Science & Technology e che invece riguarda le creme protettive, sulle quali insistono da anni le organizzazioni sanitarie e i dermatologi. Il punto di partenza è l’endometriosi, una malattia caratterizzata dalla presenza del tessuto che riveste l’utero, l’endometrio appunto, in altri organi, con conseguenze quali  sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e infertilità. Le cause sono incerte, ma si è da tempo evidenziato che tale patologia sia sostenuta dagli estrogeni, tanto che il trattamento comprende spesso farmaci che ne abbassano il livello. Come arriviamo alle creme protettive? Secondo i CDC, nelle urine del 97% delle donne con endometriosi testate è stata rilevata la presenza di benzofenoni, sostanze chimiche che, secondo i ricercatori, possono essere scambiate per ormoni dall’organismo, poiché si comportano come estrogeni. Applicati in alte concentrazioni sulla pelle hanno la capacità di proteggere dal sole: sono quindi tra i componenti principali di molte creme protettive nelle cui etichette vengono indicati come Oxybenzone. La conclusione dei ricercatori è che l’utilizzazione delle creme contenenti queste sostanze possa provocare endometriosi. Le aziende produttrici di schermi solari si sono affrettate a lamentare la debolezza metodologica dello studio e a opporre il fatto che è molto più importante comunque proteggersi dal sole. Invece, l’Environmental Working Group, un’organizzazione che si pone l’obiettivo di proteggere la salute delle persone e dell’ambiente, aveva già segnalato che l’oxybenzone va evitato e che le creme protettive più efficaci sono quelle a base minerale con ingredienti quali l’ossido di zinco e il biossido di titanio. Quindi male il sole, ma male anche le creme protettive. Per la prossima estate vi consiglio di esporvi al sole esclusivamente al tramonto, sotto l’ombrellone e con il cappello in testa.

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