Sicuramente l’ex Cavaliere non è d’accordo con la convinzione che vede la sua parabola ormai tramontata. Fatto sta che il processo di storicizzazione del berlusconismo è in fase di attuazione. Ne sono testimoni due recenti pubblicazioni che analizzano il ventennio politico di Berlusconi considerando il suo impatto sulla nostra società.
Il primo, “Il berlusconismo nella storia d’Italia” di Giovanni Orsina, non intende fornire un giudizio politico o morale della condotta del suo fondatore, ma scandaglia le dinamiche di tale progetto, il discorso pubblico del suo leader, l’accoglienza da parte del paese, cosa ha funzionato e cosa invece no.
Il berlusconismo, esaminato nel suo nucleo fondante e in base all’elettorato di riferimento, viene inquadrato in una prospettiva storica e in un contesto internazionale, emergendone come il risultato di una “manifestazione particolarmente clamorosa, sia per intensità sia per durata, di tendenze che negli ultimi anni hanno caratterizzato pressoché tutte le democrazie”. Bisogna scavare molto, sostiene l’autore, “per comprendere da quali fragilità della nostra storia sia scaturito il berlusconismo, in quale modo esso abbia inteso rimediare a quelle fragilità, perché la sua proposta in quello specifico momento storico sia parsa ragionevole, e come mai infine la democrazia italiana si sia spinta così tanto più avanti delle altre lungo la via del ‘postnovecento’”.
Il secondo testo, “Vent’anni dopo. La parabola del berlusconismo” di Piero Ignazi, parte da due considerazioni: se da una parte i progetti della costituzione di un partito liberal-conservatore, della modernizzazione del paese e della rivoluzione liberale non si sono realizzati, dall’altra parte il ventennio berlusconiano ha influito fortemente nella politica e nella società italiane.
Ripercorrendo le vicende politiche dal ’94 a oggi, e considerandone anche gli antefatti degli anni 80, l’autore analizza il berlusconismo nel suo svolgimento, rilevandone i punti di forza e le carenze. La conquista della scena politica del Cav è stata favorita sia dalle sue risorse, come la capacità comunicativa, l’innovazione dei contenuti e dello stile, sia dalla debole reazione di avversari troppo frazionati, deboli, miopi. Senza dubbio però, il “fattore B.” ha inciso fortemente sul sistema politico italiano. L’analisi di Ignazi intende appurare quali siano stati gli esiti di questi cambiamenti, e quali gli svolgimenti futuri, nell’eventualità che il berlusconismo potrebbe non essere ancora definitivamente tramontato.
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