Magazine Informazione regionale

”Crònicas de la Mafia”, censurato il saggio di Íñigo Domínguez sull’analisi di Cosa Nostra

Creato il 26 aprile 2014 da Giornalesiracusa

 

libro-censurato-640
Lo studio analitico che il giornalista spagnolo Íñigo Domínguez ha fatto di Cosa Nostra e del crimine organizzato in Italia, nel suo libro Crónicas de la Mafia, si è scontrato con una inspiegabile forma di censura.

La cosa più impressionante è che a giocare il ruolo di censore è stata proprio la maggiore istituzione culturale del governo spagnolo con sede a Roma: l’Istituto Cervantes, che ha precluso la possibilità della presentazione di questo saggio storico, di oltre 500 pagine, nel quale vengono descritti gli avvenimenti più importanti e racconti minuziosamente le vicende, la storia – dall’Ottocento fino ai giorni nostri – e gli alleati della mafia, senza tralasciare le ambiguità e i sospetti rapporti di alcuni personaggi politici italiani con le organizzazioni mafiose.

inigo

Il giornalista, corrispondente a Roma del quotidiano El Correo dal 2001, di fronte a questo sconcertante episodio, alterna il disappunto alla incredulità e considera ciò che è accaduto come un fatto gravissimo.

Ma quali sono state le ragioni di questa censura?

La versione ufficiale dell’Istituto Cervantes, per giustificare il fatto che il libro non verrà presentato nella sua sede, è legata a “problemi di agenda e di programmazione”, come ha detto il direttore Sergio Rodríguez al quale, circa un mese fa, l’autore aveva mostrato il saggio già pubblicato, a gennaio da Editorial Libros del KO, e il quale aveva deciso di organizzare una presentazione per la comunità di spagnoli che vive a Roma.

Dopo solo qualche settimana, però, è arrivato il dietrofront comunicato via mail.

Il caso è addirittura finito all’ambasciata: “Sono molti i libri che si presentano. La sua presentazione non era mai stata programmata, dunque non si può parlare di censura” sostiene Javier Elorza, ambasciatore della Spagna a Roma; e continua dicendo che “un libro sulla mafia è qualcosa di controverso”. Tanto che, secondo il portavoce dell’ambasciata iberica a Roma addetto alla stampa spagnola Agustín Galán, presentare Crónicas de la Mafia nella capitale d’Italia “è come se l’Alliance Française presentasse a Madrid un libro sull’Eta scritto in francese da un giornalista francese”.

Il senso della sua affermazione sembrerebbe tristemente essere un invito riguardo alla questione  che ognuno dovrebbe lavare i panni sporchi in casa propria.

Uno dei capitoli più discussi del libro di Íñigo Domínguez è quello dedicato a Silvio Berlusconi e alle sue torbide relazioni con la mafia; in questo capitolo vengono raccolti tutti gli scandali che hanno punteggiato la vita pubblica e privata dell’ex primo ministro italiano e vengono menzionate le relazioni fra costui e i vari capi mafiosi, durante i diversi anni.

“Sì, c’è un capitolo finale su Berlusconi, la sua carriera imprenditoriale, i rapporti con Marcello Dell’Utri e Cosa Nostra” conferma l’autore “un capitolo lungo e approfondito, ma non c’è nulla che non si sappia già” così ha spiegato il giornalista spagnolo.

Ritorna a galla una connivenza per la quale Berlusconi non è (ancora) stato condannato, ma che è stata ben mostrata e messa in evidenza da chi di dovere.

Per tornare sulla questione delle motivazioni che hanno portato a questo ingiusto atto di censura, Domínguez ha dichiarato: “ufficialmente non mi hanno detto niente, però ho capito che era dovuto a questo motivo. Mi sorprende molto e non riesco a capirlo” e ha insistito anche sul fatto che nelle sue pagine “non c’è nulla di offensivo per l’Italia”.

Ciononostante, il libro è risultato sgradito poiché è stato giudicato scomodo nei confronti di qualcuno.

Sulle fondate critiche a Berlusconi, l’autore ha tenuto a ricordare e precisare che “proprio i tribunali italiani hanno condannato lui e il suo amico Dell’Utri, che adesso è detenuto a Beirut”.

Il responsabile del veto del libro è l’ambasciatore spagnolo a Roma, Javier Elorza che, quando salì in carica, diede ordine alle quattro sedi dell’Istituto in Italia affinchè fosse consultato riguardo a tutte le attività culturali che si sarebbero realizzate nei loro centri.

Quella della censura è una pratica non nuova a Elorza che aveva già provato a utilizzarla nel 2012, quando si oppose alla presentazione, al Cervantes, di un libro della giornalista italiana Maria Claudia Origlia dal titolo In memoria dell’alba che trattava dell’ultimo decennio – anni ’60 e ’70 – della dittatura franchista. Il progetto di controllo censorio fu respinto dall’allora direttore dell’Istituto, Mario García de Castro, che permise la presentazione dell’opera.

Eppure l’Istituto Cervantes, che adduce il pretesto che il libro di Domínguez sia ‘controverso’, non  è estraneo a contraddizioni: lo scorso marzo, non aveva avuto problemi né imbarazzi ad accogliere, nella sua sede di Bruxelles, il dittatore della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang, criticato dalle organizzazioni internazionali per corruzione, abuso di potere e violazioni dei diritti umani.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :