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Cyberbullismo e il web si tinge di rosa.

Creato il 24 novembre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

24 Novembre 2012.
E’ di qualche giorno fa la notizia del ragazzo romano di 15 anni che si è suicidato impiccandosi a causa delle continue prese in giro degli “amici” di Facebook.
Una storia che ha aperto la strada a numerosi dubbi che, in realtà, ci sono sempre stati, ma che in casi estremi riemergono sempre, ponendoci tutti nella condizione di considerarci incoscienti per non aver preso in considerazione i vari rischi del caso.

Cyberbullismo e il web si tinge di rosa.
I Social Network sono stati creati, come dice il nome, per rendere le nostre vite “social”, condivise con gli amici, o considerati tali da un “conferma” cliccata dopo una richiesta di contatto. Ciò che su Facebook su chiama “amico” è quanto più si avvicina a un conoscente alla lontana: quel ragazzo/quella ragazza che hai incontrato in un viaggio studio, con cui hai parlato due volte nel corridoio di scuola, che non saluti quando lo/la incroci per strada. L’idea di fondo è la condivisione, ma come sempre ci sono dei rischi.
Mettere tutti se stessi su una piattaforma online dove a leggere ciò che scrivi, a vedere le foto che pubblichi ci sono tutti, anche quelli che non conosci così bene come il titolo di “amico” fa credere, può essere rischioso. Soprattutto se tramite un Social Network si cercano conferme, anche piccole, per una personalità fragile e profondamente insicura.

Quello che è successo a questo ragazzo di 15 anni è orribile. La pagherete in qualche modo, siete colpevoli al 99% della sua morte” scrivono in molti. La procura di Roma ha aperto un’inchiesta, ma al momento non ci sono indagati. Non viene esclusa l’istigazione al suicidio; gli inquirenti, infatti, hanno trovato un falso profilo, proprio su Facebook, con il nome del ragazzo storpiato e al femminile, dove sono state pubblicate sue foto con lo scopo preciso di prenderlo in giro.

La mamma del ragazzino che si è tolto vita ha usato lei stessa la piattaforma virtuale per esprimere pubblicamente il suo dolore, e così fanno anche i suoi compagni che pubblicano post e frasi stringendosi nel dolore della perdita.
La pagina di MTV Italia ha pubblicato una foto per esprimere la vicinanza con la famiglia e la volontà di mobilitare il web per sensibilizzare gli utenti (e non solo) su una tematica come quella del cyberbullismo, sempre più attuale. L’invito è quello a mettere come immagine del profilo un quadrato rosa per non dimenticare e sono in molti ad aver colto l’invito. (Qui il link alla foto).

Cyberbullismo e il web si tinge di rosa.

Una delle immagini che girano per il web.

Io porto i pantaloni rosa” è la frase ricorrente sul web e non solo. Le prese in giro nei confronti del ragazzino erano iniziate, infatti, per omofobia. L’essere gay è ancora da molti considerato come una malattia da debellare e per un ragazzino di 15 anni che, come tutti a quell’età, sta ancora cercando la sua identità, è un’accusa che fa male e può portare conseguenze tragiche, come è successo in questo caso.
Una foto del profilo o una fiaccolata, come quella indetta dal Gay Street al liceo Cavour di Roma, frequentato dal ragazzino, non possono di sicuro cancellare ciò che è successo, ma possono essere strumenti per dimostrare che c’è gente che è vicina alla famiglia in questo momento di dolore, e anche a tutte le altre persone vittime di scherno per la propria natura, e che non si uniforma alla massa, ma si pone in difesa dei diritti di tutti.
Su Facebook si solleva anche la voce di Nichi Vendola che si esprime in questi termini “Ieri un ragazzo di 15 anni si è suicidato a Roma. Era omosessuale. Lo prendevano in giro per questo. Chiedo il massimo contegno e rispetto anche solo nel commentare una notizia simile. Senza sensazionalismi, senza minimizzare. È troppo sperare che in Italia non ci siano più discriminazioni stupide che causano questo dolore e questa sofferenza?“.

E’ troppo chiedere che frasi e azioni dettate dall’ignoranza e dall’intolleranza vengano meno?

Veronica Sgobio



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