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D25: Rostock, la ex Germania Est da riscoprire

Creato il 22 settembre 2014 da Giovy

Visitare Rostock

Rostock: centro città.


Finita la permanenza ad Amburgo, la tappa successiva di D25 è stata Rostock, dove ci siamo addentrati nella ex Repubblica Democratica Tedesca (Germania Est). Visto che il nostro viaggio era anche incentrato sugli spostamenti via treno, abbiamo quindi preso un regionale della DB Bahn e abbiamo raggiunto la nostra meta in circa 2.5 ore. Anche se mi sono trovato bene in ogni città del tour, e me ne sono andato sempre a malincuore, devo dire che Rostock (con il suo circondario) è quella di cui sento più la mancanza, quella che mi ha toccato di più.
Rostock si trova nel land [stato] del Mecklenburg-Vorpommern, sulle rive del fiume Warnow, a pochi chilometri dal Mar Baltico. Faceva parte della cosiddetta Lega Anseatica, la potente unione commerciale nata nel Medioevo. È una città portuale e fluviale come Amburgo, in cui è principalmente sviluppato il settore dei cantieri navali. Ma mentre Amburgo è una metropoli frizzante e dedita ai divertimenti (anche grossolani), Rostock conserva una certa austerità e compostezza: di sera, la vita di Amburgo si anima, a Rostock invece le strade si svuotano. Amburgo era nella Germania Ovest, mentre Rostock era nella Germania Est.
Seguendo i consigli dell'Ente Turistico Tedesco abbiamo alloggiato al Pentahotel, albergo situato in centro e che merita due parole. Mi hanno stupito molto la sua bellezza e grandezza, cose che ammetto non mi aspettavo di trovare in una città che è un po' fuori dal "classico" giro turistico della Germania. Questo è anche un centro congressi con numerose sale a disposizione, ingloba pure un centro commerciale, e la colazione rivaleggia con quelle di hotel di lusso. Ha però un wi-fi con connessione molto lenta, cosa che non va d'accordo né con il tipo di struttura, né con i professionisti in viaggio per i meeting—o con i blogger che devono postare materiale senza finire alle 4 di mattina. Una chicca per i cinefili: le sue moquette a disegni esagonali sono molto simili a quelle che Kubrick ha usato nell'Overlook Hotel di The Shining. La Repubblica Democratica Tedesca è proprio passata, come le sue penurie di beni di consumo.
Già dai primi passi in città ci rendiamo conto di trovarci in una specie di fossile vivente storico. Rostock è praticamente la stessa dei tempi di Honecker, ovviamente ammodernata ma con la stessa architettura. Palazzi, condomìni e caseggiati prefabbricati che sembrano usciti direttamente da documentari d'epoca. Il tutto però in buonissime condizioni, e condito dalla presenza del nuovo che avanza: fast food locali ed esteri, centri commerciali, negozi di ogni tipo, busker, porno shop e naturalmente nuovi e moderni edifici residenziali e non. Attraversiamo la grande Lange Straße, sulla quale corrono anche i tram, e guardando in prospettiva tra binari, linee elettriche ed architettura di regime sembra di essere in un film sull'Unione Sovietica. Il centro vero e proprio, però, è bello, piacevole e colorato, e non lo distinguereste da quello di una qualsiasi città della vecchia Germania Ovest. Come Amburgo mi ricorda Liverpool, così Rostock mi ricorda Lugano, con la sua mescolanza di vecchio e nuovo, di antico e moderno. Una mistura strana ed affascinante allo stesso tempo. Forse è sbagliato parlare di fascino riferendosi ai resti di un passato di oppressione e dittatura, ma è come pensare ad un brutto sogno che si è fatto: essendo svegli e sapendo che è passato ti puoi permettere di trovarlo interessante.

Rostock e il suo centro

Rostock: centro città.


Anche a Rostock, nel profondo nord tedesco, la nuova Germania cerca di lasciarsi alle spalle quella vecchia. L'esempio perfetto di questa volontà l'ho trovato non in qualche museo o centro documentazione, ma in un supermercato che scopriamo in Breite Straße, e che fa parte della catena Edeka. L'entrata sembra quella di un night club e l'interno quello di un centro benessere (c'è anche una piccola cascata d'acqua). Arredamento basato sui toni del nero, scaffali strapieni ed ordinatissimi, merce di qualità, direttore di negozio sempre presente e con cravatta, reparto gastronomico in cui ti preparano pietanze al wok sul momento, fila alle casse regolata da monitor come fosse un aeroporto, prezzi mediamente inferiori a quelli italiani (ci tengo a dirlo). Insomma, la negazione totale del konsum, il tipico centro acquisti socialista della ex Germania Est: anonimo, notoriamente carente del necessario e, per quello che c'era, di scarsa qualità.
Vicino al fiume ci siamo fermati per una birra in un locale. Scambiamo due chiacchiere con la donna al banco, alla quale raccontiamo del nostro viaggio e del suo perché, e che a sua volta ci racconta di essere un'emigrante di ritorno, che è andata all'ovest dopo la caduta del Muro ma che poi è tornata perché lì c'era tanto da fare e molte possibilità. Devo dire che, durante tutto il nostro viaggio, delle persone fermate per chiedere informazioni su questo argomento, o su edifici che ci interessavano, non molte si sono sbottonate e/o sapevano risponderci (da un'anziana signora abbiamo anche ricevuto il classico: "Io non sono di qui"). Purtroppo anche un paio di uffici turistici hanno dato risposte insufficienti o errate alle nostre domande su luoghi specifici abbastanza noti storicamente.
Uno di questi uffici è proprio quello di Rostock, dove mi ero recato per farmi indicare (tra le altre cose) l'ubicazione esatta delle rovine della Heinkel, l'azienda aeronautica che proprio lì aveva prodotto e fatto volare il primo jet della storia. La signora al banco, con molta sicurezza ed un po' di noia, mi aveva assicurato che tali rovine erano state demolite già da vent'anni, e sopra vi erano stati costruiti un condominio ed un supermercato (del quale ha saputo dirmi persino il nome). Io ero abbastanza incredulo, perché sapevo con certezza che i ruderi c'erano ancora, ma non ho insistito oltre e ho cercato da solo. Naturalmente le rovine esistono, le ho trovate, e non c'è traccia né di condomìni né di supermercati. Non solo: sono classificate edificio protetto, e lungo la strada che le costeggia c'è un grande cartello con indicazione del sito e relative spiegazioni storiche. Forse il personale che deve dare informazioni ai turisti andrebbe scelto e/o preparato meglio. Togliamo il forse.
A Rostock una delle cose più interessanti ed emozionanti è rappresentata dalla sua periferia, vero e proprio museo a cielo aperto. Prendendo semplicemente i mezzi pubblici (linee tram 1, 4, 5 dal centro e poi autobus linea 36) si fa un viaggio nel tempo nelle zone residenziali del passato regime. Altissimi palazzi, alcuni dei quali veri e propri complessi edilizi lunghi come quartieri, altri con intere facciate decorate a mosaico, distribuiti con spazi larghissimi e zone verdi tra l'uno e l'altro. Uno scenario gigantesco, che toglie il fiato e—come nel caso del centro città—fa provare un misto di meraviglia dal lato costruttivo e di inquietudine dal lato umano. Inquietudine che ha preso il sopravvento quando sono arrivato nel quartiere di Lichtenhagen, dove in uno di questi condomìni, decorato con grandi e romantici girasoli, nel 1992 sono scoppiati i famigerati disordini razzisti.
Questi edifici sono stati ammodernati dal punto di vista estetico, funzionale ed energetico—tenete presente che, alla caduta del Muro di Berlino nel 1989, 1/4 delle abitazioni della Germania Est erano senza bagno privato, e metà non avevano un moderno impianto di riscaldamento—ed i relativi quartieri sono stati salvati dal degrado (ci troverete tantissimi vecchietti pensionati). Come per la Rostock centrale, anche qui tra le vecchie costruzioni sono apparse quelle nuove portate dalla libertà e dal capitalismo, con varie attività commerciali. Una delle sensazioni più strane che ho avuto è stata quella di essere tra questi palazzi di un'altra epoca, seduto in una moderna birreria che diffondeva musica degli anni '80, pensando a come poteva essere lì prima della riunificazione. Ho visto un'intervista d'epoca all'architetto progettista di queste zone, e forse la sua idea visionaria di quartieri-giardino non era poi così lontana dalla realtà odierna. Solo il regime era sbagliato.
A Rostock però c'erano anche visionari meno umanitari, ed una realtà un po' più dura da affrontare per certe categorie di cittadini. Qui infatti è stata costruita una prigione politica tristemente famosa, usata per detenuti in attesa di giudizio, o per interrogatori volti a confermare le accuse. Era nascosta agli occhi dei comuni abitanti da una cintura di costruzioni in cui avevano sede uffici governativi. Ora questa prigione è un centro documentazione—uno dei vari sparsi nella ex Repubblica Democratica Tedesca— in cui si possono leggere spiegazioni sui metodi investigativi e spionistici della Stasi (la polizia politica), imparare storie di dissidenti imprigionati e avventure di fughe all'ovest, guardare video ed entrare in vere celle—dove si capisce la vita durissima dei carcerati politici. L'apparato documentario è vastissimo (calcolate alcune ore per la visita) e l'ingresso gratuito.
Ad ogni modo, per chi come noi non ha vissuto per davvero nella Repubblica Democratica Tedesca, è impossibile giudicare serenamente in un senso o nell'altro. Possiamo però ritenere Rostock una delle più interessanti città tedesche da visitare, specie se siete anche curiosi di conoscere cosa c'era prima che il Muro crollasse. Per me, lo è stata sicuramente.

Visitate Lichtenhagen

Rostock:periferia.


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