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Da "Ritorno al futuro" a "Daitarn III" - l'attualità degli anni '80 a proposito di Libia e Giappone

Creato il 23 marzo 2011 da Peterpasquer
La guerra in Libia puzza parecchio. Puzza di petrolio, di gas, insomma dei soliti pretesti per cui è “doveroso” andare a combattere. Almeno per quei paesi che da questo conflitto trarranno dei vantaggi. E l'Italia? Che vantaggi trarrà da questa guerra? Mi piacerebbe rivolgere la domanda a un lampedusano... 
Ma non erano stati fatti degli accordi con Gheddafi? Qualcuno non gli aveva persino fatto il baciamano? Mah! Resto perplesso. Ieri ti abbracciavo, oggi ti bombardo. Perché? Perché te l'ha detto mamma ONU? Perché ti hanno fatto calare le brache minacciando una sculacciata sul tuo flaccido popò? Okay allora, ingoiamo il rospo e appoggiamo il bombardamento in Libia, tanto non ci crederà nessuno. Noi italiani non possiamo scendere in guerra. Lo dice la nostra costituzione. L'Italia non è un paese dotato di una sana e robusta costituzione per cui ripudia la guerra non solo per principio ma proprio perché non idonea fisicamente. Se siamo in Libia è perché a noi piace imbucarci alle feste, essere sempre nel mezzo, poter dire “io c'ero” anche quando sarebbe più opportuno stare zitti e metterci alla ricerca di una dignità qualsiasi. Ma che importa? Tanto il mondo ci conosce proprio per la nostra coerenza, per il modo con cui ripudiamo la guerra ma ci andiamo lo stesso. Perché tanto, se ci dicono qualcosa, gliela daremo a bere sciorinando le solite vacue frasi, le solite logore giustificazioni, che insomma trattasi dell'ennesima missione di pace, di ricognizione o supporto logistico. Se non ci credono, amen: mostriamo il numero esiguo di Tornado messi a disposizione e ogni dubbio verrà fugato. Noi non siamo in guerra ma anche sì! L'ordine del ministro La Russa, a tal proposito, è stato chiaro, chiarissimo: “Se ci sparano spariamo.” E che importa se intendeva voce del verbo sparare o sparire, i soldati eseguiranno secondo coscienza o munizioni. E i pacifisti? Dove sono andati a finire? Le bandiere arcobaleno appese ai balconi, quelle che circolavano nelle piazze gremite all'indomani della guerra in Iraq. Possibile che appartenessero tutte ai futuri elettori del PD? Possibile che le uniche frasi forti contro l'intervento militare in Libia siano state espresse dai partiti della sinistra extra-parlamentare? Nessun corteo, nessun sit-in da parte dei partiti presenti in parlamento. Cambierà pure il valore politico di una guerra (in questo caso, a mio avviso, di poco) ma non i morti che produce, il terrore che diffonde. La dittatura di Gheddafi (da condannare, sia chiarissimo) ha fatto da pretesto per l'ennesima guerra made in USA innescata da questioni di approvvigionamento energetico. Una vecchia storia finita pure nella trama di un film epocale come “Ritorno al futuro”. Proviamo a ricordare a chi venne rubato il plutonio utile per far viaggiare nel tempo la favolosa De Lorean guidata da Marty McFly... ...una curiosità tutta cinefila che offre anche lo spunto per una riflessione sulla tragedia del Giappone e sull'uso dell'energia nucleare. Mi sono sempre chiesto: “Che fine avranno fatto le scorie radioattive prodotte dalla De Lorean per catapultarsi avanti e indietro nel tempo?” Il buon Doc avrà sicuramente pensato a un contenitore specifico posto da qualche parte all'interno del veicolo ma, ne sono sicuro, non ne era molto convinto in termini di sicurezza; l'uso del plutonio nel film si riduce solo ai primissimi viaggi. Per tutti gli altri si è sempre utilizzata una fonte energetica alternativa prodotta ora da un fulmine ora dal riciclo dei rifiuti. Ed eravamo nel bel mezzo degli anni '80 pre-Chernobyl, anni in cui spopolavano i cartoni giapponesi con protagonisti robot giganti e invincibili, difensori della pace. Ricordo che l'esplosione di ogni robot nemico produceva quasi sempre un fungo atomico. Un modo per ricordare ed esorcizzare la più grande tragedia della loro storia, quella di Hiroshima e Nagasaki. E ricordo pure che, a dispetto di tutti gli altri robot armati di raggi, missili e quant'altro, ce n'era uno che aveva dalla sua l'arma più ecologica e potente. Chi si ricorda di Daitarn III e della sua energia solare? Ah! Se i Giapponesi avessero accolto meglio il suggerimento di quel cartone animato... Un vero e proprio slogan da utilizzare per la campagna a favore del fotovoltaico! E in Italia? Beh, che dire... L'incoerenza regna sovrana. Nel giro di poche ore tutti i politici favorevoli al nucleare hanno compiuto un clamoroso passo indietro, ritrattando, smentendo, concedendosi “una pausa di riflessione” più paracula che necessaria. Vero Ministro Prestigiacomo? 
“Basta, non possiamo perdere le elezioni per il nucleare. E’ finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese.” (dichiarazione fuori onda del 17 marzo 2011 tra la Prestigiacomo e Tremonti) 

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