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Dalla sentenza Gotovina a quella su Sanader: la Croazia si rifà il look?

Creato il 21 novembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 21 novembre 2012 in Balcani Occidentali, Croazia, Unione Europea with 0 Comments
di Giorgio Fruscione

Eroe, e non criminale

I Generali Ante Gotovina e Mladen Markač sono liberi. La „Domovinski rat“ (guerra patriottica) è finalmente finita: nessun crimine, nessun colpevole, nessuna ingiustizia, solo “eroi”.

Zagabria e la Croazia ricominciano un nuovo capitolo di storia così, dopo i festeggiamenti „per la liberazione“ e una giornata, venerdì 16 novembre, che sembra destinata a diventare una nuova festa nazionale. Qualcuno ha detto „la giornata più bella per essere croati“, e forse, sentenza giusta o sbagliata che sia, questa sarà davvero la giornata in cui finisce un ciclo e ne comincia un altro: addio passato, addio caos balcanico, finalmente Europa.

La sentenza di liberazione dei Generali consacra la voce di parte del popolo croato, quella ripetuta sui cartelli della strada litorale di tutta la Dalmazia, „Heroj, a ne zločinac“, – Eroe, e non criminale. Il sostegno al Generale non è ovviamente unanime, come non lo è stata la sentenza che lo ha „riabilitato“, e ugualmente ci sono molti croati che lo considerano solo un criminale, ma questa giornata sembra aver unito tutti. Dalle istituzioni ai media, dai veterani ai giovani il coro sembra univoco, come quando giocano i Vatreni (i giocatori della nazionale): la Croazia ha dimostrato la giustizia delle proprie ragioni e dei propri “eroi”! E’ cosi che la Croazia chiude “ufficialmente” il capitolo della guerra, lasciando però aperte questioni e dubbi, nonché ferite con la Serbia di Nikolić.

Da un lato, la ferita è rappresentata da quegli oltre 1200 civili serbi uccisi e dagli oltre 200.000 costretti alla fuga durante l’operazione Oluja: loro non otterranno mai giustizia delle proprie ragioni e su questo il “nuovo corso” croato dovrà lavorare. Dall’altro lato invece, il governo croato, forte dell’appoggio dato dalla giustizia internazionale al suo generale, potrà sfruttare l’occasione per rivedere la sua storia recente e le responsabilità del suo “partito-nazione”, l’HDZ di Franjo Tuđman, assumendosi, come ha già fatto venerdì scorso, le responsabilità per i crimini di guerra.

A proposito della sentenza, molti vociferano a proposito di „complotti“ o perlomeno sconti che si vorrebbero fare alla Croazia per il suo ingresso in Unione Europea. Quel che è certo è che, casualità o complotto, alla Croazia si sta offrendo l’occasione per rifarsi il look.
Parallelamente a questa sentenza, inoltre, nella giornata di oggi è attesa quella relativa all’ex-premier, Ivo Sanader, accusato di aver sottratto fondi per il valore di 111 milioni di Kune (15 milioni di euro circa) da imprese di stato, col fine di finanziare il proprio partito, l’HDZ, e se stesso.

Se questa sentenza portasse ad una condanna pesante per Sanader, nel giro di pochi giorni la Croazia avrebbe risolto due tra i suoi più annosi problemi: quelli relativi alla guerra e quelli legati alla corruzione dilagante del paese.
Ovviamente si tratta di sentenze simboliche, che non riabiliteranno, nel caso di Gotovina, le responsabilità croate sulle vittimi di Oluja, e non ridurranno, con la sentenza sul caso Sanader, la metastasi della corruzione; ma avranno comunque un peso importante sul futuro del paese.

Quello che il popolo croato dovrà chiedere alle nuove élite politiche, è di far si che, d’ora in avanti, non si parli più a proposito di Croazia parlando solo di criminali, ma di un paese che, nonostante i suoi trascorsi, entrerà nell’Europa „dei grandi“ cercando di riabilitare la propria immagine.


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