Magazine Cultura

Dan Brown - Inferno

Creato il 25 giugno 2013 da Drjekyllmisshyde
Dan Brown - InfernoDan Brown mi ha affascinato tempo fa. Prima di tutto con Angeli e Demoni. Poi con Il Codice da Vinci. Dopodiché ha iniziato ad annoiarmi. La Verità del Ghiaccio fu il primo che lessi a dire il vero e mi incuriosì, ma non era nulla di che. Crypto non mi piacque per niente, tanto che non ricordo nemmeno di che parla. Infine, Il Simbolo Perduto, l'ho trovato ripetitivo e noioso, benché interessante.
Ma si sa, Dan Brown è noto per questo. Prepara un calderone con un thriller di base e ci mescola dentro argomenti scientifici, misteri dell'arte, action e condisce il tutto con una bella dose di pedanteria che alla lunga stanca. 
Sia chiaro i primi due libri li ho apprezzati tantissimo. Però mi aspettavo una qualche evoluzione nel suo modo di scrivere dopo tanti libri. Cosa che non è avvenuta. 
Eccoci ad Inferno, titolo che richiama la cantica più famosa dell'aldilà dantesco. La trama su per giù è questa. Il solito Robert Langdon si ritrova catapultato a Firenze, con un amnesia dei due giorni precedenti. Si parte in  medias res con un ritmo alto che ti fanno entrare subito nel vivo del libro. Un'assassina tenta di ucciderlo, ma lui non capisce perché. Langdon sarà affiancato dalla dottoressa Sienna Brooks e insieme scopriranno che Langdon era in possesso di una capsula con dentro un marchingegno che proietta la Mappa dell'Inferno dantesco del Botticelli, con un anagramma da decifrare. Inseguito dal suo stesso governo cercherà di capire il perché di tutta questa situazione, risolvendo alcuni misteri nascosti tra le opere d'arte di Firenze. Da qui poi a Venezia, e quindi in Turchia a Istanbul. In tutto questo è implicato un certo Bertrand Zobrist, brillante mente della genetica che ha sviluppato un virus in grado di sterminare la maggior parte della popolazione del mondo. La sua motivazione è anche sensata: la società iperconsumistica moderna sta dissipando tutte le risorse della Terra ed è arrivata ad un punto di non ritorno: o si diminuisce la popolazione mondiale o la fine del mondo arriverà entro poche generazioni. Se scientificamente può aver ragione, moralmente Langdon e la direttrice dell'Oms Elizabeth Sinskey trovano lo sterminio di massa una soluzione scandalosa. Per questo cercheranno di trovare dove è stato piazzato il virus, che sarà rilasciato entro poche ore.
Non ho potuto dilungarmi troppo per non spoilerare. Ora, di per sé la trama è carina, le argomentazioni scientifiche sono molto interessanti. Perché alla fine è vero: viviamo in una società iperproduttivistica e iperconsumistica, dove l'obsolescenza di tutte le merci crea inquinamento, rifiuti tossici e costringere ad attingere sempre di più e sempre più velocemente dalle risorse terrestri per continuare a produrre e a vendere. Insomma lo schifo del capitalismo sfrenato è ben chiaro nelle pagine del romanzo. Con la medicina che contribuisce all'allungamento della vita media e, di conseguenza, alla sovrappopolazione. Mi sono piaciute anche le descrizioni dei luoghi, delle opere e dei monumenti condotte da Brown, benché a volte davvero eccessivamente lunghe. Il ritmo è molto alto (spezzato ogni tanto da parentesi un po' noiosette, anche se necessarie per spiegare gli eventi), il libro scorre piacevolmente, la storia è ben costruita con una buona concatenazione degli eventi. 
Ma! C'è un ma.
Non sono uno di quei tizi che conduce una crociata contro Dan Brown per i suoi modi di ricostruire la storia, di criticare la Chiesa e di infarcire il tutto con l'arte. Da semplice lettore onnivoro, dopo aver letto praticamente tutti i suoi libri, non posso che annoiarmi di fronte ai cliché che ormai hanno un appuntamento fisso nei suoi romanzi.Robert Langdon. Insomma, ma sempre a 'sto poveraccio succede di trovarsi implicato in eventi che comportano la distruzione del mondo, di grandi istituzioni e via dicendo? Ma poraccio, è solo un insegnante! Ah già, è anche un esperto di simboli, arte, storia e archeologia. Ma allora è mai possibile che tutti 'sti casini si debbano risolvere attraverso dei misteri nascosti nei monumenti, nelle chiese, nei quadri, nelle sculture eccetera eccetera? Alla lunga diventa un po' inverosimile, no?Altra cosa: perché mai il cattivone di turno deve degnarsi di lasciare degli indizi per farsi fermare? Non capisco. Voglio distruggere il mondo, però è meglio se lascio degli indizi per farmi scoprire e fermare. Vabbé, convinto tu...Per non parlare del finale. Non dirò niente tranquilli, ma praticamente è come se si risolvesse in un nulla di fatto o un nulla di che, anche se moralmente apprezzabile.Il problema principale di Brown, secondo me, è che quando non sa come risolvere le situazioni, l'autore piazza un deus ex machina, così, dal nulla. E allora rimani con l'amaro in bocca e ti aspettavi si inventasse chi sa che cosa per sbrogliare la situazione.
Ultima nota: il romazo è pieno zeppo di errori ortografici e refusi, oltre che di una certa dose di incoerenze. Complimenti al traduttore e all'editor!
In conclusione, il romanzo non lo sconsiglio. Dan Brown non scrive principalmente per criticare, ma per intrattenere, come è anche giusto che sia. Quindi, per chi voglia cimentarsi nella lettura, il mio consiglio è di non leggerlo con tante aspettative. Perché è una serie di ripetizioni e ricorrenze tipiche di Dan Brown. Per svagarvi va bene,Il mio consiglio al massimo è: non compratelo cartaceo. Voglio dire, 25 euro sono tantissimi! Sembra un mattone è vero, ma ho potuto notare i margini: saranno stati 5 cm eccheccazzo! Insomma è il tipico caso in cui il prezzo è determinato in base al nome dell'autore. Non spendeteli quei soldi, anzi compratelo in eBook, che 10 euro sono meglio (anche se sempre ancora tanti, dannati editori). Oppure leggetevi Donato Carrisi, che è meglio, eheh!
Dr. Jekyll

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :