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Danza nazionale autoriale

Creato il 27 ottobre 2010 da Pioggiadinote

Danza nazionale autoriale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due coreografie.

Corpo

Un solo giocato sul doppio senso dell’espressione a corpo libero: un corpo di cui sono intenzionalmente messe in mostra le parti molli e tremule, ben lontano dalla definizione di bellezza più comune ai giorni nostri e soprattutto dall’apollinea e tonica figura del perfetto danzatore. L’autrice interpreta il proprio lavoro dando prova di una presenza scenica notevole quanto a impatto e comunicativa, e incentra il discorso intorno alla dualità tra senso di onnipotenza e senso di caducità. Lo fa con ironia e humor, però: con un risultato di lieve e riuscita comicità.

Mente

Un lavoro che pare un esperimento scientifico, apparentemente sugli interpreti – in

Danza nazionale autoriale
realtà per saggiare la pazienza degli spettatori. Quattro danzatori dal corpo dipinto di blu, disposti ai quattro punti cardinali del palcoscenico semibuio, attraverso movimenti lentissimi - quasi impercettibili - cercano di raggiungere uno stato di trance. Uno di loro indossa intorno alla fronte una specie di cintura elettronica, che legge le sue onde cerebrali -  a quanto pare. Vicino ad una parete uno scienziato-compositore, ben riconoscibile per la tuta bianca appunto da scienziato di Ritorno al futuro, attraverso un computer, capta le onde cerebrali trasmesse dal danzatore-capo e le sintetizza in suoni elettronici. Suoni che vengono ritrasmessi così come sono, distorti, e che a loro volta suggeriranno ai danzatori come muoversi nello spazio, sempre alla ricerca della trance. Gli spettatori restano naturalmente esclusi dal divenire dello spettacolo, non raggiungono la trance, sperano invano che qualcosa si muova prima o poi, fantasticano sulle possibili associazioni. Per esempio sulla lontana parentela che poteva accomunare l’immagine dei quattro danzatori blu disposti sul palco, ai protagonisti del nota tela di Matisse: i quali però si tengono per mano ed hanno il corpo rosso su sfondo blu.

Le due coreografie sono state messe in scena a Roma nell’ambito di Romaeuropa Festival, in una delle serate dedicate alla Danza nazionale autoriale (DNA). A corpo libero di e con Silvia Gribaudi; Movement study for GNOSIS#1 di e con Vincenzo Carta e Ongakuaw.

 



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