Magazine Maternità

Datemi un ago che mi fa sentir bene (e Manifesto importante da firmare!)

Da Sfollicolatamente
"...Dammi una lametta che mi taglio le vene. Si mi voglio, si mi voglio tanto bene..."
Cantava Donatella Rettore. Una pazza sfrenata.
Ecco, io non sono a questi livelli, ma da quando mi hanno dato la macchinetta per misurare la glicemia, mi sento come dire...a casa, ecco.
Poter controllare valori, avere un barlume di come funziona il mio corpo, essere colta piu' volte al giorno dall'istinto di mettere tutto in un grafico, proprio come i bei vecchi tempi in cui da piccola facevo i grafici della febbre, quando stavo a casa da scuola e avevo evidentemente troppo tempo da buttare, avere in un certo senso la situazione un po' piu' sottocontrollo, ecco mi fa stare molto meglio di quando non sapevo niente di diete e diabete gestazionale.
Cioe', avrei preferito non doverne saper niente di niente, ovviamente.
Ma rispetto a quando aspettavo smaniosa l'appuntamento col diabetologo, ora mi sento molto piu' tranquilla. E infatti, avendo visto che i valori non sono proprio pessimi, ho ricominciato a sfondarmi di pane e formaggio. Si, la pessima sono io, non i valori, lo so. domani ho il secondo appuntamento col diabetologo, e di sicuro poi mi rimettero' in stato di angosciosa e rigorosa dieta salutista (ma il formaggio di capra E' sano, nooooo?)
Comunque quando l'infermiera mi ha sbrigativamente mollato la macchinetta senza lasciarmi il tempo di provare a pungermi il dito da sola, mi e' venuto da ripensare i tempi delle pere (altro che tempo delle mele!), e a come alla clinica privata in UK dedicassero una sessione speciale proprio per te, per insegnarti a sciogliere le polverine, a controllare le bolle d'aria, fare tutto insomma. Mi e' tornato in mente il volto sorridente e materno della giovane infermiera nei suo camice violetto, tutta carina e sollecita, che mi incoraggiva "Su, dai, ora tocca a te, vedrai che ce la fai, sei bra-vis-si-ma". Sweet.
Ecco, tornando alla realta'...
Continua il burrascoso polverone del post-decreto anti Legge40.
Che semplicemente dichiarare incostituzionale il divieto di eterologa non sarebbe stato sufficiente a sdoganare una volta per tutte questa pratica, l'avevamo intuito un po' tutti. E infatti i NAS si son gia' affrettati ad effettuare ispezioni dove si era ricominciato a praticare la fecondazione eterologa. Qualsiasi occasione e' buona per mettere i bastoni tra le ruote e ritardare l'implementazione dell'eterologa. Tanto lo si sapeva gia', no, che all ministro Lorenzin questa cosa dell'eterologa non era mai andata giu'. Vi invito ad ascoltare quello che ha avuto da dire a proposito:
http://www.corriere.it/27esimaora/iopolitica/beatrice-lorenzin-no-fecondazione-eterologa/784facaa-7172-11e2-9be5-7db8936d7164
E' una breve clip in cui, in pratica, la Lorenzin dice che lei non vuole giudicare, oh no no no...PERO' (e' sempre cosi, no, che cominciano i discorsi dei razzisti: "Io non sono razzista, PERO'....".
Ecco, lei non vuole giudicare, no no no, PERO' e' convinta che un bambino nato da eterologa abbia sicuramente problemi di identita', perche' non saprebbe nulla delle proprie origini. Per esempio perche' non potrebbe mai andare a visitare la casa dove hanno vissuto le persone con le quali condivide un legame genetico.
A parte che c'e' tanta gente a cui non puo' importare di meno di andare a scandagliare il proprio albero genealogico. A parte che io rimango dell'idea che ci sia un altro albero, molto piu' importante, che e' quello che affonda le proprie radici nel terreno fertile dell'amore e dell'accudimento giorno dopo giorno.
Ecco, a parte tutto questo.
Ma la Lorenzin lo sa, o non lo sa, che ci sono Paesi (vedi Regno Unito) dove i donatori non sono affatto occultati dietro la coltre dell'anonimato, e dove i figli nati da donazione possono, al compimento dei 18 anni (e quindi al raggiungimento, si spera, dell'eta' della ragione), entrare in contatto con gli altri loro fratelli genetici? Lo sa o non lo sa, la Lorenzin, che questa opportunita' e' una enorme ricchezza, un dono speciale e unico, al quale solo i figli di eterologa hanno accesso (sempre che lo vogliano, certo)?
E soprattutto, si rende conto o non si rende conto la Lorenzin, che lei sta esprimendo un giudizio completamente personale, e che, per quanto legittimo, non dovrebbe in nessun modo influenzare le sue scelte politiche? Le scelte politiche dovrebbero basarsi su dati e sul rispetto della tutela di diritti fondamentali, come quello della liberta' all'autodeterminazione (cioe' di disporre come si vuole del proprio corpo), non sulle opinioni personali nate da una gita alla casa della nonna, non credete?
E invece no, la Lorenzin, spinta dallo zelo missionario che ha instillato in lei questa fantomatica visita alla casa nonnesca, inforca il cestino pieno di indirizzari e mandati, si tira sul capo il cappuccetto rosso (o magari bianco, come quello di un Klan di mia rimembranza), e mette i bastoni nelle ruote ai medici che fanno il proprio lavoro.
II tutto inneggiando ad un famigerato Far-West riproduttivo, secondo il quale non esistono in Italia leggi adeguate che possano regolare le modalita' con le quali viene implementata la fecondazione eterologa.
Ma le leggi ci sono, eccome. E le trovate qui.
Ma soprattutto in questo Manifesto, promosso dall'Associazione Luca Coscioni, che, se volete, potete firmare. 
Ci vogliono 5 secondi, e non so se si e' capito, ma secondo me ne vale la pena.
E ora la smetto di blaterare. Dite che e' ora di misurare il glucosio? Si, dai, poi magari faccio un bel grafichino, eh, dai!, che quello mi calma sempre.
Si si, ora mi metto buona, a riposo, e prendo la pastiglietta. Promesso ;-)


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