Magazine Cultura

Dave’s True Story, Sex Without Bodies

Creato il 01 giugno 2012 da Scribacchina

Qualcosa mi dice che pochi, pochissimi soliti lettori conoscono Kelly Flint e David Cantor, valido duo noto sotto la sigla Dave’s True Story.
Probabilmente anch’io ignorerei la loro esistenza se a metà AD 1998 non mi fosse stato inviato per la recensione un loro bell’album titolato
Sex Without Bodies.

Mon Dieu, «bell’album»: Scribacchina, una volta tanto, vedi d’allargarti. Usa iperboli. Esagera, avanti: puoi farcela.
Definiscilo
«Il più bell’album mai ascoltato».
«Lavoro superlativo».
«Meraviglioso incontro di due voci: l’una umana, l’altra strumentale».
«Cd stellare».
«Tanto incantevole da togliere il fiato».
«Immenso».
Ché poi, se le definizioni fossero oggettivamente esagerate, ce ne faremmo tutti una ragione.

Oh, detto tra parentesi: la recensione che ne feci all’epoca, e che vi propongo di seguito, è inversamente proporzionale al numero delle volte che ascoltai quest’album. Tanto essa è breve, tante centinaia di volte m’ascoltai il ciddì, sullo stereo e nell’autoradio. Tutt’oggi sono in grado di recitarvi (volendo, pure cantarvi) ogni brano a memoria.

Dovesse capitarvi sottomano, ascoltatelo: a detta della Scribacchina, merita più d’un ascolto.

***

Dave's True Story - Sew Without Bodies

Luglio 1998

Jazz postmoderno / swing / cocktail: ecco la formula vincente del duo americano Dave’s True Story, marchiato a fuoco dalla fascinosa voce della vocalist Kelly Flint e dal chitarrismo jazzy di David Cantor. Il suono del loro album Sex Without Bodies profuma di swing, di jazz, di musica elegante. Un accenno particolare va fatto proprio alla voce del duo, Kelly Flint, che abbina ad una delicatezza d’esecuzione una forza intrinseca, una sorta di “essenza dello swing” che si materializza, svelandosi a sorpresa in ogni passaggio, in ogni alito di note.

I 13 brani del cd – registrati dal vivo nella chiesa episcopale di St. Peter in Chelsea, New York, nell’ottobre 1997 -, tutti notevoli per esecuzione e interpretazione, hanno come base comune il tema ‘amore-passione’ visto da ogni angolo; si parte dal disinibito Spasm (a mio avviso, uno dei brani migliori dell’album) passando per la title-track Sex Without Bodies, I’ll Never Read Trollope Again e Rue De Lappe (splendido pezzo, forse l’unico nel quale lo swing più americano viene contaminato da un certo europeismo, quello francese per la precisione, con organetti e sonorità tipiche delle strade parigine).

In Sex Without Bodies c’è spazio anche per la rilettura di un intrigante brano di Lou Reed, Walk On The Wild Side. Sempre fedele allo swing, il duo Flint-Cantor ne propone una versione molto particolare, tutta da scoprire.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine