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David Platt, l’inglese che conquistò l’Italia (by Simone Clara)

Creato il 15 febbraio 2014 da Simo785

90′s Legend: David Platt.

“Il Bari ha acquistato dall’Aston Villa la stella della nazionale inglese David Platt sborsando 12 miliardi di lire assicurandosi uno dei centrocampisti più forti del panorama internazionale messosi in luce in occasione dei recenti Mondiali di Italia 90.”

PLATTINGHNEW

 

No, non è fantasia, ma un esempio concreto di cosa fosse il calcio italiano nel 1991. A leggerlo oggi fa quasi sorridere.

Eppure, poco più di venti anni fa era la regola. La Serie A attirava coloro che oggi definiremmo ‘top player’ , ed uno di questi all’epoca era David Andrew Platt.

Cuore e gambe, testa e tecnica. Centrocampista moderno, con il vizio del gol, a lungo capitano della nazionale inglese, Platt ha militato in Italia per 4 stagioni con le maglie di Bari, Juventus e Sampdoria, prima del ritorno in patria con le maglie di Arsenal e  Nottingham Forest.

 

Platt nasce a Chadderton il 10 Giugno del 1966. Gli esordi con il Crewe Alexandra, dopo essere stato scartato dalle giovanili del Manchester Utd, la consacrazione con l’Aston Villa. 50 reti in tre stagioni e titolo di migliore giocatore della Premiership nel 1990, l’anno della sua gloria.  Si giocano infatti i Mondiali di Italia 90 e Platt è uno degli artefici principali insieme al bomber Gary Lineker della nazionale dei tre leoni. Realizza il gol decisivo contro il Belgio negli ottavi di finale all’ultimo minuto dei tempi supplementari con una mezza girata al volo, poi si ripete anche nei quarti contro il Camerun nella partita disputata al San Paolo di Napoli. La corsa verso il titolo iridato si interromperà soltanto ai calci di rigore contro la Germania. Curiosamente, la Germania sarà la bestia nera degli inglesi anche sei anni più tardi, agli Europei giocati in casa, sempre in semifinale e sempre ai calci di rigore.

PLATT BAR

Nel 1991 ecco l’Italia, ecco il Bari. Platt non è l’unico colpo di mercato dei biancorossi. Con lui arrivano anche Jarni e un certo Zvonimir Boban.

Platt non perde il vizio della rete nemmeno in Serie A: va a  bersaglio ben 11 volte. I suoi inserimenti sono letali, il suo è un calcio concreto, senza sfarzi. Il suo adattamento al calcio italiano è rapido e senza intoppi.

Dinamico, capace di ricoprire più ruoli a centrocampo, grande recuperatore di palloni ma altrettanto grande finalizzatore. Tutto questo però non basta e i galletti retrocedono in Serie B.

platt juv
 Normale che a fine stagione Boniperti lo porti alla Juventus per 13 miliardi di lire. A Torino Platt non riesce a sfondare. Presentato come un Tardelli in salsa inglese, perde la sua vena realizzativa sacrificandosi in una squadra piena di stelle da Moller a Baggio, da Di Canio a Vialli. Pochi spazi per liberare il suo talento, poche incursioni nell’area avversaria, ma soprattutto poche partite da titolare. I bianconeri di Trapattoni si piazzeranno solo quarti in un campionato stradominato dal Milan, vincendo però la Coppa Uefa.

PLATT SAMP

Dopo 23 presenze e 4 reti Platt si trasferisce a Genova, sponda blucerchiata. Si narra che Roberto Mancini lo avesse chiamato personalmente già ai tempi del Bari per convincerlo a trasferirsi sotto la Lanterna. Con la Sampdoria, nel biennio 1993-1995 si toglierà grandi soddisfazioni sia a livello personale che di squadra, nella Samp probabilmente più grande di sempre dopo quella dello scudetto. L’inglese sembra arrivato nel posto giusto al momento giusto. Non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista tattico. Con Jugovic alle sue spalle, Serena e Lombardo sulle fasce, e due campioni come Gullit e Mancini in attacco, Platt si trova perfettamente a suo agio come centrocampista avanzato mettendo in mostra le sue qualità migliori.

 

platt sam

L’orchestra del maestro Eriksson funziona a meraviglia. I blucerchiati si piazzeranno terzi in campionato dopo un lungo testa a testa con il Milan e vinceranno la Coppa Italia. Platt è un idolo della tifoseria. I tifosi doriani ricorderanno sicuramente una sua doppietta al Brescia nei minuti finali di un match che sembrava stregato: sotto di una rete, Platt diede la scossa prima dal dischetto poi facendo esplodere la gradinata sud con un colpo di testa rabbioso da vero trascinatore. Celebre anche un suo gol al Parma realizzato con una spettacolare acrobazia nel campionato successivo (94/95). Emozionante come la splendida cavalcata blucerchiata nella Coppa delle Coppe 94/95 quando la Samp sfiora il colpaccio venendo eliminata dall’Arsenal soltanto ai calci di rigore al termine di una semifinale storica nella quale gli uomini di Eriksson erano stati capaci di rimontare a Marassi il 3-2 dell’andata.

platt ars

Dopo due stagioni (le migliori nella carriera di Platt), David fa ritorno in Inghilterra, ironia della sorte proprio all’Arsenal. Acquistato per 13 miliardi di lire, è ancora all’apice della sua carriera. Disputa da titolare le prime 2 stagioni con i Gunners vincendo Campionato e Coppa nel 98. Messo leggermente in disparte da Wenger, che gli preferisce il giovane Vieira e il francese Petit, contribuisce al titolo segnando la rete decisiva ad Higbury contro il Manchester Utd con uno stacco di testa perentorio dei suoi. Ma la nostalgia di Genova è tanta, e a sorpresa a 33 anni torna in blucerchiato, ma questa volta da allenatore. Tra le polemiche, causa non possesso del patentino necessario. Ma il lieto fine non c’è. Dopo poche settimane infatti Mantovani richiama Spalletti, che tuttavia non riuscirà ad evitare una dolorosa retrocessione dopo 17 anni.

CITY2

 

Platt fa ritorno in Inghilterra, come allenatore-giocatore del Nottingham Forest, ma anche in questo caso senza successo. La Samp resta nel suo destino in qualche modo, tanto che nel 2010 Roberto Mancini lo chiama per il ruolo di vice allenatore del Manchester City. E insieme vinceranno il titolo dopo ben 44 anni. La sua fin qui breve carriera da allenatore è ancora avara di soddisfazioni, compresa la conduzione dell’Under 21 inglese. Ma quella da calciatore è stata ricca di soddisfazioni e per il momento basta e avanza per avere un posto nella storia del calcio britannico e italiano.


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