Magazine Lifestyle

Di Buon Umore, storie femmine, lumini e coccole d’autunno

Creato il 12 ottobre 2011 da Lasere

12 ott 2011 @ 15:04

Tè, arte e poesia, Varie (oltre il tè), tisane, erbe e altri infusi, tè aromatizzato e miscele

adriana zarri antonia arslan autunno caro michele henri matisse infusi di frutta irène nemirovsky magda szabò miscele di tè natalia ginzburg suite francese tè aromatizzato tè e libri tè nero

Se ti piace votalo su

Di Buon Umore, storie femmine, lumini e coccole d’autunno

Quando torna a illuminarsi il fornelletto scalda-teiera, allora forse sì, è davvero cambiata stagione.
Il mio è riemerso ieri dall’apposita credenzina, col suo corredo ingombro di lumini di ricambio. L’ho inaugurato con abbondante Buon Umore, un infuso che a vederlo pare il Bonheur di Matisse e che sa di pomeriggio in fiera antica di paese, nei paraggi dell’omino che fa mele candite e zucchero filato.

matisse_bonheur

Henri Matisse, Le bonheur de vivre. 1905-06, olio su tela. Barnes Foundation, Merion (USA)
Sotto invece la foto è di Acilia, esposta nella sua Selezione – sala degli infusi aromatizzati ;-)

E dunque, primo indizio: quando si torna a difendere il tepore di una tazza con palmi di mano e fiamma tenue di candela. Poi altri, inequivocabili:

  • Le cose piccole e sparse: la natura che prende sollievo e canta da cigno; i bagni tiepidi allo zenzero o alle bacche di ginepro, la prima torta impastata, foreste di cavoli broccolo e capolino di castagne fresche (che io stasera unirò in zuppa, con un po’ d’orzo a far da testimone). La luce affilata, il cielo così terso da vederci al di là; le nuvole che ridiventano scherzose (oggi per esempio una aveva profilo di Pippo – col cappello e tutto – e corpo di drago; e un’altra era a forma di pernacchia); ancora sandali ai piedi ma tre coperte sul letto, e tutti comunque molto indecisi sul da farsi.
  • I libri che mi tornano a piacere di più, dopo il caldo che mi ammollava l’attenzione: col freschino invece un po’ mi ricompatto (non tanto: solo un pochino), mi torna la voglia di storie da imbozzolarmici dentro al calare presto del sole, e stavolta soprattutto storie femmine.
    Se vi avventuraste ai lati del mio letto inciampereste in un gineceo – feconda bizzarria, date le mie abitudini di lettrice maschilista: prima di tutto in Caro Michele di Natalia Ginzburg, già finito e amatissimo per contagio di pena ben riuscito; poi nel guscio di lumaca di Adriana Zarri, che è lì da un po’ e che consumo lenta, per ubbidienza al titolo; scavalchereste l’imponente Suite francese di Irène Némirovsky, lettura in carica; e infine piombereste su due desiderata, ambedue ricordi di guerra e d’infanzia: il vecchio pozzo di Magda Szabò, che immagino profondo quanto bellissimo e dolente (se qualcuno tra voi non avesse letto il suo Via Katalin, si ravveda subitissimo), e Il cortile dei girasoli parlanti di Antonia Arslan, appuntato appena ieri. Ecco.
fornelletto

Luna (o lumino?) nel pozzo

  • Le fughe che torno a tramare, destinazione quadri e città che non mi sappiano e non gl’importi di sapermi, ché si sta calmi da invisibili: “ancora un po’ malati, senza antenne” (cit.), ma abbastanza calmi almeno; però di questo non sono sicurissima.
    D’estate sto, aspetto che passi; d’autunno invece per fortuna non riesco: mi tornano insofferenze malinconie mancanze, e quel pizzicorino di quando si è in riserva d’emozioni; mi stanano dai miei anfratti e mi spingono sul primo vagone, alla mercé dei miei viaggi metà fumetto e metà sciagura. Per una come me, che sa il precipizio oltre la soglia di casa per il terrore che toglie il fiato, poter dire “vado” – e poi davvero andare, foss’anche a capitomboli – è sostanza di miracolo: ogni altrove raggiunto, per quanto a due passi da qui, mi vale un giro intero del vostro mondo. Per questo, io credo, mi piace così tanto raccontarvene, a mo’ di Indiana Jones in missione nel Paese delle Meraviglie.
  • Dulcis in fundo, le tazze che mi cambiano colore: si adeguano d’istinto al paesaggio interno e fuori, cosicché a tè verdi e bianchi naturali tendo a sostituire altro: tè neri soprattutto, di malto o frutta o fumo, purché corposi ed avvolgenti come sciarpa con le frange.
    Ammetto poi una certa curiosità birbona verso infusi e miscele d’evasione, con dentro quanto basti a sostenere merende e colazioni poderose e a sgominare eserciti di connaisseurs a suon di frutta fiori spezie, tripli cioccolati e sputacchietti di fata: sicché più che sciarpa, in questo caso, direi piuttosto trapunta patchwork ;-)

    Ogni tazza come sempre si fa specchio di un momento, riflette necessità aggiornate e nel suo piccolo racconta una persona; bevo quel che sono, dunque mai lo stesso. E’ faticoso questo dis-conoscersi, ma scusa buona per contraddirsi a oltranza.

aliette_automne4_etsy

Automne 4 by aliette on Etsy

Questi sono, i miei indizi d’autunno.
Indizi che diventano coccole, piacevolezze per abituarsi piano.

Quali le vostre, se ne avete?
E come cambiano – se cambiano – le vostre tazze, con la nuova stagione?

~

Comunicazione di servizio ad uso di chi mi segue su Facebook
Caro Tu che mi segui(vi) su Facebook, ti volevo solo avvertire che ho da poco chiuso il mio profilo “personale”. Ci ho lasciato però il blog, ché a te potrebbe far piacere che almeno lui ci resti, per poter continuare a tenerne d’occhio le novità senza ricorrere ai feed RSS e compagnia. Pertanto ti presento la nuova pagina piaciona, invitandoti a farne l’uso che preferisci; e non ho altro da dire su questa faccenda :-)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :