Magazine Informazione regionale

Di Vittorio: “Falso in bilancio da 19 mln euro”

Creato il 21 novembre 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1
By Redazione
"A inizio ottobre 2012, la cooperativa congela i depositi, dopo che tanti – mangiata la foglia – avevano iniziato a ritirare. Ma se per molti soci era diventato impossibile riavere i propri soldi, alcuni ci riuscivano ancora: fino a fine 2012, la Di Vittorio ha concesso ad alcuni soci prelievi, compensazioni, trasferimenti per alcune centinaia di migliaia di euro, almeno mezzo milione."
coop di vittorio
Accuse di falso in bilancio per gli ex vertici della cooperativa Di Vittorio, importante realtà nel mondo dell’edilizia di Fidenza, Salsomaggiore, Parma e di molti altri territori del parmense. Un caso che tiene in ansia centinaia di famiglie: la cooperativa, che da oltre un anno ha avviato una procedura concorsuale, è proprietaria delle abitazioni di molti dei suoi soci e ha in deposito i loro risparmi. Secondo il commissario giudiziale Paolo Capretti, la cooperativa per anni ha messo in atto operazioni illecite per nascondere la realtà e salvare gli interessi degli amministratori. Un buco nascosto di 19 milioni di euro. È questa la causa del dissesto che ha costretto la Di Vittorio a tentare la strada del concordato.
Il commissario Capretti – incaricato dal Tribunale di analizzare le carte del concordato –, già lo scorso giugno ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica, spiegando di aver trovato nei bilanci della cooperativa numeri volutamente errati: “le rettifiche apportate al risultato economico ed al patrimonio netto – scrive il commissario – risultano quantitativamente significative ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 2621 e 2622 del cod. civ.”. Per l’appunto, il reato di falso in bilancio.
A questa conclusione, il commissario Capretti è giunto dopo un lungo, approfondito e scrupoloso lavoro di ricerca, confronto e analisi di documenti, anche con l’aiuto della società di revisione Pwc Forensic Service. Lavoro condensato un una relazione di oltre 100 pagine consegnato al giudice del Tribunale fallimentare.
La Di Vittorio avrebbe fatto un uso disinvolto delle risorse finanziarie, compreso il prestito sociale, senza rispettare le regole, e avrebbe realizzato compravendite infragruppo, e avrebbe ignorato una serie di indicatori di squilibrio allo scopo di far tornare i conti suoi e delle sue controllate, a partire dalla società Polis spa, anche lei in attesa di concordato: “molte risorse sono impegnate nella gestione del progressivo deteriorarsi della situazione patrimoniale e finanziaria della società e delle sue controllate, nelle quali alcuni elementi chiave dell’organigramma hanno interessi diretti”.
Nei documenti consegnati al Tribunale per il concordato, la Di Vittorio dichiara di avere un patrimonio netto positivo di 4 milioni di euro. Secondo il commissario, il patrimonio netto della Di Vittorio è invece di – 14,9 milioni di euro (sì, con un meno davanti, un patrimonio negativo). La rettifica segnala una differenza rispetto ai libri contabili di 18.915.874 euro. La cifra è la somma di una serie di perdite che in bilancio non sono mai state registrate. Fino al 2010, la cooperativa ha approvato bilanci in attivo e il 2012 è l’unico anno con perdite consistenti: 5,5 milioni di euro di rosso. Ma il commissario rivela un buco ben maggiore. Nel 2007, il risultato non sarebbe stato +69mila euro, bensì – 190mila. Nel 2008 non +178mila, ma -765mila. Nel 2009 non +56mila, ma – 2,6 milioni di euro. Nel 2010 la Di Vittorio dichiara un guadagno di 162mila euro, mentre il commissario rifacendo i conti è arrivato a una perdita di 1,2 milioni di euro. Nel 2011 la cooperativa vota il primo bilancio in perdita, di appena 11mila euro, invece i numeri trovati dal commissario parlano di 9,3 milioni di euro di rosso, il quinto rosso consecutivo. Pure il 2012, l’anno della crisi dichiarata, la Di Vittorio ammette 5,5, milioni di perdita, quando invece sarebbero stati 7 milioni.
Tutto è iniziato il primo gennaio del 2008, quando è cambiato il modello di business della Di Vittorio. Quel giorno la Di Vittorio ha smesso di fare ciò per cui era nata ed aveva egregiamente funzionato per decenni: costruire e amministrare alloggi per i suoi soci.
“Il modello organizzativo del gruppo si reggeva su Consorzio Cooperativo di Servizio (CCS), un ente di secondo livello costituito nel 1996, su iniziativa di Coop Di Vittorio e di Coop Casa del Lavoratore. Lo scopo del Consorzio era quello di fornire servizi alle società cooperative e non del Gruppo Coop Di Vittorio, strutture spesso prive di risorse specializzate, in modo da rendere economici ed accessibili tali servizi senza caricarsi direttamente di risorse sicuramente eccessive sia in termini di tempo che di costo. Il CCS ha nei fatti costituito il cardine del modello organizzativo del gruppo fino al 2007 anno nel quale il Gruppo ha ritenuto opportuno mettere a punto una diversa proposta organizzativa prevedendo tra l’altro lo scioglimento del CCS”. “Il 2007 rappresenta un anno di svolta in quanto i soci del CCS, per motivi di riorganizzazione, stabiliscono che il CCS ha esaurito la sua funzione ed il suo ruolo. Le sue attività e risorse vengono quindi trasferiti alle singole cooperative socie”. Al posto del Consorzio Cooperativo di Servizio è stato sostituito da una società per azioni: “Il progetto di riorganizzazione ha per altro individuato nella società Polis S.p.a , azienda partecipata totalmente dalla Cooperative G. Di Vittorio e Casa del Lavoratore, il soggetto deputato alla prestazione dei servizi di natura tecnica, rapporto con i soci, e segretariale per le aziende del Gruppo Cooperativo”. Solo che Polis spa è diventata un divoratore di milioni.
La Di Vittorio ha acquistato beni e dato soldi a Polis per mantenere in salute questa seconda, incrementando molto il proprio debito: “Emerge in tutta evidenza la gravosità dell’indebitamento sopportata dal “gruppo” nel periodo 2008-2013”. “Dalle verifiche effettuate risulta che la Coop Di Vittorio non ha mai incassato le fatture attive emesse nei confronti di Polis; ha invece pagato ingenti importi per saldare le fatture passive emesse dalla controllata, ovvero ha incrementato l’esposizione debitoria verso gli istituti creditizi”: la Di Vittorio ha dato a Polis 7,8 milioni di euro fra 2008 e 2013 e ha “dimenticato” di riscuotere 3,4 milioni. Ha deviato illecitamente su Polis risorse ottenute con mutui, che dovevano invece servire alla propria attività edilizia, per un valore di 10 milioni e mezzo di euro. Per avere quei mutui, la coop ha ipotecato alcuni immobili di proprietà indivisa. Pure il prestito sociale (i risparmi dei soci) sono stati passati a Polis, quando la Di Vittorio si era impegnata a non usarli fuori dalla cooperativa, per almeno 11,6 milioni di euro.
Operazioni che hanno caricato oltre misura l’esposizione finanziaria della Di Vittorio, ma che in bilancio non è stata fatta risultare, nascosto sotto operazioni fra partecipate. “Lo squilibrio emerge in tutta la sua gravità già nel 2008 se si considera che l’indice di copertura dell’attivo immobilizzato con mezzi propri è prossimo allo zero”, “Anche l’indice di disponibilità se correttamente calcolato presenta già nel 2008 valori preoccupanti”. “Quantomeno alla data del 31/12/2011, in assenza di politiche di bilancio infragruppo, la società sarebbe stata deficitaria dal punto di vista”.
I vertici della Di Vittorio lo sapevano già allora: “Il risultato dell’analisi appena esposto trova diretta conferma in un documento ad uso interno rinvenuto presso la sede di Coop”, un “piano industriale 2009” che riconosce il rischio e si propone di cambiare strada. Ma la Di Vittorio non lo fa, preferisce coprire e giocare d’azzardo e la sua reale situazione economica peggiora sempre più.
Ma ai soci non viene detto nulla e si continuano a rastrellare soldi col prestito sociale. Per legge i depositi dei soci presso la cooperativa non avrebbero mai dovuto superare il limite di 3 volte il patrimonio netto. Con i valori rettificati del commissario, questo limite è stato infranto già dal 2009: è stato sforato di 3,8 milioni nel 2009; 10,3 milioni nel 2010; 14,3 milioni nel 2011; 12,8 milioni nel 2012.
Non solo. A inizio ottobre 2012, la cooperativa congela i depositi, dopo che tanti – mangiata la foglia – avevano iniziato a ritirare. Ma se per molti soci era diventato impossibile riavere i propri soldi, alcuni ci riuscivano ancora: fino a fine 2012, la Di Vittorio ha concesso ad alcuni soci prelievi, compensazioni, trasferimenti per alcune centinaia di migliaia di euro, almeno mezzo milione. E la raccolta non era interrotta! Ancora nel bollettino della cooperativa dello stesso ottobre 2012, veniva pubblicizzato il prestito sociale.
Tutto questo afferma il commissario del Tribunale. Sono questi i veri motivi che hanno finora impedito al concordato di arrivare a conclusione. Molte persone e autorità nelle scorse settimane avevano protestato per l’allungarsi dei tempi: ora sanno perché.http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

  • Puzzano e sono tardi di comprendonio

    Puzzano sono tardi comprendonio

    Anna Lombroso per il Simplicissimus 1. Le cateratte sono aperte. Le sbarre abbassate. Le porte sono incustodite. La diga è stata spazzata via. La fogna è sturat... Leggere il seguito

    Da  Albertocapece
    POLITICA, SOCIETÀ
  • Le carni tremule dell’Europa

    carni tremule dell’Europa

    Anna Lombroso per il SimplicissimusMi perdonerete se sarò lombrosiana di nome e di fatto. Ma Monsieur Hollande possiede proprio la fisiognomica del coniglio... Leggere il seguito

    Da  Albertocapece
    POLITICA, SOCIETÀ
  • Grazie rete

    Grazie rete

    Anna Lombroso per il SimplicissimusGrazie rete. Ogni giorno scorrendo i titoli dei giornali online, cogliendo dichiarazioni ch escono da quell’elettrodomestico... Leggere il seguito

    Da  Albertocapece
    POLITICA, SOCIETÀ
  • Contro il wishful thinking, cioè col desiderio di credere vero ciò che vero non è

    Fuori sacco, da garantista con un costante e duraturo innamoramento per quella roba che chiamano "politica", dico ai tanti signor Moraloni che è surreale... Leggere il seguito

    Da  Bernardrieux
    INFORMAZIONE REGIONALE, POLITICA, POLITICA ITALIA
  • Il partito di San Marino

    partito Marino

    Anna Lombroso per il SimplicissimusChi mi conosce sa che difficilmente mi lascio tentare dal turpiloquio, ancora più odioso dopo l’abuso che ne hanno fatto gli... Leggere il seguito

    Da  Albertocapece
    POLITICA, SOCIETÀ
  • OPENlab Dino Lovecchio

    OPENlab Dino Lovecchio

    Il 16 e il 17 giugno 2015 per la seconda edizione dell’OPENlab Dino Lovecchio, una due-giorni promossa dalla Camera di Commercio di Bari e dalla sua Azienda... Leggere il seguito

    Da  Studioartesia
    CULTURA, INFORMAZIONE REGIONALE