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Diabete e terapie con cellule staminali: se ne parla al meeting della Società Italiana di Diabetologia

Creato il 24 ottobre 2013 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Sembra essere uno dei temi più caldi dell’anno nel campo della diabetologia quello delle terapie per il diabete che prevedono l’impiego delle cellule staminali. Di questo si è infatti parlato anche nel corso del meeting della SID (Società Italiana di Diabetologia) che si è concluso ieri a Riccione.

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Su questo argomento, in particolare, è intervenuto Shimon Efrat, del Dipartimento di genetica Umana dell’Università di Tel Aviv e considerato tra i maggiori esperti a livello mondiale in terapie con cellule staminali contro il diabete.

Stefano Del Prato, Presidente della SID, ha così commentato l’intervento di Efrat: “Le ricerche presentate dal professor Efrat rappresentano un fronte avanzato della ricerca scientifica e aprono nuove speranze per la cura del diabete”.

L’uso delle cellule staminali per la cura del diabete parte dall’idea di “sostituire il pezzo difettoso” ripristinando la funzionalità dell’organo attraverso il trapianto di isole pancreatiche o di pancreas. In questo quadro, le cellule staminali svolgono il ruolo di possibile “fonte” di beta cellule attraverso diverse tecniche (sfruttando le cellule staminali progenitrici presenti nel pancreas oppure espandendo e differenziando cellule staminali pluripotenti). Ma le cose non sono così facili come potrebbe sembrare da questa breve descrizione e la ricerca ha ancora molta strada da fare prima di arrivare al traguardo di una cura per il diabete che possa essere applicata come standard terapeutico.

Ad oggi sono stati compiuti alcuni esperimenti con cellule staminali pluripotenti indotte per la cura del diabete. Su modelli anmali, questi test hanno dato risultati promettenti e le cellule staminali si sono rivelate in grado di correggere l’iperglicemia dei soggetti trattati.

L’intervento del professor Efrat è stato descritto nel dettaglio anche sulle pagine del quotidiano online quotidianosanità.it.

Foto: Flickr.com


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