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Dialogo d’amore su un treno

Creato il 27 gennaio 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

treno-in-corsaA volte un piccolo viaggio in treno può riservare una bella emozione. Oggi ancora di più.

In qualche modo, per non dimenticare…

Appena salita sul treno in partenza all’ultimo secondo. Questa volta ho solo una borsa. Cerco con lo sguardo un posto libero, possibilmente in direzione della percorrenza. È domenica mattina. Non c’è molta gente. Pochi passeggeri, la maggior parte diretti a qualche pranzo in famiglia in provincia, dopo il sabato sera a far baldoria in città.

Dall’altro vagone si avvicina un ragazzo. Non esattamente un bel ragazzo, ma sembra curato, ben vestito. Indossa scarpe tipo Hogan, un pantalone grigio chiaro, una camicia a righini blu e un golfino dello stesso blu ben abbottonato. In una mano tiene un libro, e sul braccio teso un cappotto grigio scuro. Con l’altra mano cerca il telefono nella tasca del cappotto in un groviglio di fili di auricolari. Sembra avere 28 o 29 anni. Ha l’aria un po’ stanca (forse dovuta alle esigue ore di sonno) ma un’espressione distesa e serena. Cerca distrattamente anche lui un posto. Essendo il vagone semi vuoto, cerca forse in realtà un posto più confacente a lui. Si siede un sedile prima del mio, lato finestrino di un posto a due della fila di sedili alla mia destra, in senso contrario alla marcia. Io sono sul finestrino opposto, un sedile avanti in un posto da quattro, ma in qualche modo di fronte a lui. Penso a come anche da una cosa così banale come la scelta di un posto nel treno vuoto, le persone possano rivelarsi tanto diverse. E mi viene da sorridere. Probabilmente il ragazzo scambia il mio sorriso per un saluto e ricambia.

Mi metto a leggere, ma dopo pochi minuti il paesaggio mi distrae. Con la coda dell’occhio mi rendo conto che il ragazzo col golfino blu è riuscito a districare i fili dell’auricolare e sta per fare una chiamata. (Di solito le persone che parlano al telefono con l’auricolare – fatta eccezione per le situazioni al volante- mi sembrano sempre buffe, perché, è innegabile, sembrano pazzi che parlano da soli e gesticolano contro fantasmi invisibili, come se l’auricolare desse loro le sembianze di alieni telepatici. In questo caso però, considerando il fastidio che generano le persone che parlano al telefono in treno sbraitando, ridendo sguaiatamente, o peggio ancora, litigando con qualcuno, disturbando tutta la carrozza e persino il conducente, nonché la mia lettura!, il gesto dell’auricolare mi è sembrata una bella forma di educazione.) Ovviamente non è che abitualmente mi metto ad ascoltare le conversazioni altrui, ma in alcune situazioni le costrizioni spaziali ci impediscono di farci i fatti nostri, e nonostante il suo tono basso e intimo, e i rumori delle rotaie, non ho potuto fare a meno di ascoltare la telefonata, o meglio, una parte della telefonata, quella del ragazzo.

-Ragazzo col golfino blu: ” Amore, ciao… dormivi ancora?”

- (voce)

-Ragazzo col golfino blu: “ Sì, sono sul treno, siamo partiti da poco…”

- (voce)

-Ragazzo col golfino blu: “Ma no, amore, non dire così… è solo che non volevo svegliarti, dormivi così bene! Così mi sono preparato in silenzio, cercando di non svegliarti apposta. Comunque ti ho preparato il caffé, se vuoi, devi solo accendere il gas”

- (voce)

-Ragazzo col golfino blu: “Ah, ma no, se sei ancora a letto resta lì, non ti alzare… abbiamo fatto tardi stanotte eh (risatina) e dopo la serata di ieri, riposati ancora un po’, dai…”

- (voce)

- Ragazzo col golfino blu: “Ma sì, non ti preoccupare. Te l’avevo detto, no?! Vado a pranzo dai miei, ma torno per cena, e poi passo a prenderti, a meno che (con tono malizioso) tu non abbia altri impegni…

- (voce)

- Ragazzo col golfino blu: “Mhm ah, ecco, beh, se vuoi non ci vediamo allora (tono falso-imbronciato). Basta dirlo… “

- (voce)

-Ragazzo col golfino blu: ” Ahahahaha, Ok, va bene. Allora a stasera. Preparati. L’hai promesso! Dai, ti scrivo quando sto per passare a prenderti. Ora devo chiudere, ci sono le gallerie, ok?”

- (voce)

- Ragazzo col golfino blu: ” Buona domenica anche a te. (sussurrando) Ti amo anch’io, Paolo!”

Fine della telefonata. Sollevo la testa dal libro che stavo fingendo di leggere. Guardo fuori. Distese di neve cosparse di casette che assomigliano ai funghi. Penso che oggi è il giorno della memoria. E penso che quello a cui ho appena assistito è uno dei dialoghi d’amore più belli di sempre.

shoah_triangoli


Tous les garçons et les filles de mon âge

Savent bien ce que c’est qu’être heureux
Et les yeux dans les yeux, et la main dans la main

Ils s’en vont amoureux sans peur du lendemain

z1~18

Etuttounsogno


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