Diego-Armando-Maradona-è-il-calcio. Ma… (By Bruce Wayne)

Mettiamo le mani avanti.

Ce lo ricordiamo il gol da centrocampo rifilato al Verona? E ce la ricordiamo mezza Nazionale inglese messa a sedere prima di gonfiare la rete? E ce le ricordiamo le storie sulla sua capacità di fare il giro del campo da gioco palleggiando con un limone? Bene. Tutto questo significa che Diego-Armando-Maradona-è-il-calcio. Stop. Fine della discussione sulle sue qualità atletiche.

Rimettiamo le mani al loro posto. E cominciamo a dire che molto spesso, Diego Armando Maradona, le mani a posto proprio non le sapeva tenere.

Perché sarà stata la “mano de Dios” quella che gli consentì di segnare l’altro – per di più celeberrimo – gol contro l’Inghilterra. Ma, laicamente, in quell’occasione ho visto solo la mano di un calciatore. E più che la teologia scomoderei il culto dei Santi per spiegare quell’evento: perché solo qualche benefattore che assisteva alla partita dall’alto dei Cieli ha potuto impedire che quel gol venisse annullato. Mica con qualche spintarella, eh! Anche semplicemente portando fortuna al suo autore, e facendo sì che l’arbitro non se ne accorgesse.

Del resto il colpo di mano è attitudine tipica dell’uomo comune. E per questo c’è poco da sorprendersi del gesto dell’ombrello rifilato a Equitalia – chi di noi non ha mai fatto un gesto simile? –, né ci si può sorprendere se poco dopo Maradona ha detto di stimare Fazio perché “scomodo” al potere – anche la piaggeria rientra nei caratteri dell’uomo medio. Quel che sorprende è che tutto questo eroismo servisse a promuovere un cofanetto pubblicato dalla “Gazzetta dello Sport”. E, soprattutto, sorprende che questo cofanetto si intitolasse “Non sarò mai un uomo comune”.

Ma che ci si vuol fare? Diego-Armando-Maradona-è-il-calcio. Stop, e fine della discussione.