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Dietro la realtà dei fatti

Creato il 10 aprile 2010 da Dylandave

Dietro la realtà dei fatti

- L’ Uomo nell’ Ombra – 2010 – ♥♥♥♥ -

di

Roman Polanski

L’ ambiguità delle persone e della percezione della realtà è sempre stato un argomento di raro e particolare interesse per Roman Polanski. Un tema che spesso viene dispiegato tra location alquanto surreali e inquietanti, interpretazioni mai sopra le righe ma sempre centellinate per mantenere quel pathos necessario a un film di genere thriller. Perchè GhostWriter (questo è il titolo originale in inglese) non è solamente un riuscitissimo thriller politico ma è anche un ricercato lavoro sulle scenografie e le ambientazioni che non sono per nulla piatte o casuali ma che al contrario sono perfette protagoniste nel ricreare le atmosfere di angoscia e inquietudine che il regista intende esplicare. In questo caso la location è praticamente unica ed è l’ isola nella quale l’ ex primo ministro Adam Lang (Pierce Brosnan) si rifugia per sfuggire alle accuse da parte dei governi internazionali di aver collaborato con la CIA in terribili azioni antiterroristiche che non hanno tenuto conto dei diritti umani. Polanski è in grado di catapultare lo spettatore in un mondo dove la realtà altro non è che macchinazioni politiche, e tutte le vicende quotidiane finiscono per diventare solamente un oggetto di fervide manipolazioni di qualcuno che comunque ha sempre una fetta di potere in più di noi. Il punto di partenza di tutta la sceneggiatura, tratta dal libro omonimo di Robert Harris, che è stato il vero ghostwriter di Tony Blair, è infatti estremamente realistica e mette in mostra quel mondo in cui viviamo dietro al quale quasi nulla è realmente come ci appare soprattutto poi se dietro vi sono interessi politici ed economici. Qui il ghostwriter è interpretato da Ewan McGregor, che è molto abile grazie al suo viso pulito e innocente a dar vita a un personaggio che risulta sempre disorientato nei confronti degli avvenimenti misteriosi nei quali si ritrova coinvolto ed è sempre pronto nelle espressioni visive a subire ogni colpo di scena senza mai anticiparne minimamente la sorpresa. Ma di certo è Polanski il maggior responsabile di questo crescendo di tensione emotiva che nel film è più che evidente e nella quale diventano più importante le parole scritte di una biografia raccontata delle armi di distruzione di massa o del terrorismo. E’ un modo di dire la verità, quello del regista costretto agli arresti domiciliari in Svizzera, che scava nel non detto , nel sottointeso e dietro tutto ciò che agli occhi dei più viene chiamata realtà. Ma soprattutto è una verità che nel finale (da non svelare assolutamente per non perdere gran parte del pathos del film) viene proprio trovata nella narrazione, nella scrittura stessa. Polanski prende spunto nella caratterizzazione del suo personaggio protagonista dal cinema del maestro degli intrighi Alfred Hitchcock, mettendo al centro della scena un uomo semplice che per caso si ritrova ad essere coinvolto in avvenimenti più grandi di lui, ma che con tenacia e curiosità non rinuncia mai al desiderio di verità. Dopo la parentesi più classica di Oliver Twist ritorna al suo modo di fare cinema colmo di incubi e ambiguità e che gli ha fruttato l’ ambito Orso d’ argento per la regia allo scorso Festival di Berlino. Si colloca sicuramente tra i film di maggiore successo di quest’ anno anche se nella forma stilistica non è affatto un film semplice questo di Polanski, ma resta un’ opera ben dosata di uno straordinario regista.

Dietro la realtà dei fatti

( Le suggestive ambientazioni di Polanski)
Dietro la realtà dei fatti
( L' intensa scena conclusiva del film)

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