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Dietro le quinte di Starter Kit per Blogger

Da Marcofre

Magari può essere di qualche utilità. L’ebook in questione è il mio: “Starter Kit per blogger”, ed è una faccenda ben diversa da una raccolta di racconti o da un romanzo. Però si tratta sempre di editoria.

starter kit per blogger

La casa editrice 40K ha questa collana Unofficial. Basta avere una buona idea e se ne parla. Attenzione: buona idea significa che per l’editore deve essere interessante, vale a dire deve ricavarci qualcosa. Anche se libri elettronici, i costi non sono evaporati. La persona che impagina, quella che crea la copertina, il collega che effettua l’editing, sono tutte accomunate da un fastidioso vizio: si nutrono attraverso cibi e bevande. Devono essere pagate. Pure il fornitore di elettricità, riscaldamento e banda larga ha questa mancanza di tatto di inviare con regolarità rettangoli di carta chiamati “fatture”.

Piaccia o no un editore (grande o piccolo che sia), deve tenere in conto anche questo aspetto. Perciò la proposta deve essere interessante. Chi la formula deve avere una qualche confidenza con l’argomento che desidera affrontare, altrimenti è un incompetente che ci prova.
Nel giro di poche ore la mia idea è piaciuta. Attenzione: un conto è l’idea, un conto è la sua attuazione.

La prima bozza inviata, non soddisfa. Pazienza, si rifà.
La seconda bozza non soddisfa e ci accordiamo di risentirci a settembre (eravamo alla fine di luglio, se ricordo bene).
Nel mese di agosto butto via il 90% di quello che ho scritto e ricomincio da capo, affrontando l’argomento in maniera differente.

Acquisto un altro ebook della collana Unofficial: Twitter, news e comunicazione. Me lo studio, preparo una bibliografia, cerco di “sposare” lo spirito Unofficial. Che tradotto in italiano vuol dire: dico quello che voglio, ma con una forma che piaccia all’editore, e sia omogenea alla collana.
A fine agosto ci risentiamo, e ricevo l’OK. Viene effettuato l’editing, e l’ebook è infine in vendita.

Ci sono dei fattori da tenere in conto:

  • È un investimento. Sarebbe bello che il denaro non ci fosse, eccetera eccetera. Ma che si tratti di auto-pubblicazione, o un editore digitale come 40K, i soldi sono importanti. Per l’editore rappresentano l’unico mezzo per restare indipendente e decidere cosa pubblicare (anche titoli che vendono poco). L’alternativa è sparire, o finire nelle braccia di un altro editore che decide lui cosa pubblicare, e in base ai suoi criteri.
  • Parla di quello che conosci. In narrativa l’inventiva (se c’è), permette di parlare anche di cose che non si conoscono. Quando però si decide di affrontare certi argomenti, un poco di competenza deve esserci. Si deve parlare di quello che si conosce, appunto.
  • Rivalutare i no. Ne ho ricevuti due, ma non erano dei no anonimi, bensì argomentati. È più “facile” perché sai cosa NON devi fare, dove sbagli, e capisci che ti si sta chiedendo un impegno differente. Buona parte degli autori esordienti (qui sposto un po’ l’argomento di questo post: parlo di narrativa!), non tollera i rifiuti. È vero: nel 90% dei casi c’è solo silenzio, nemmeno un no. Ma è altrettanto vero che esiste la pretesa di un sì immediato, che non tiene conto della complessità del mondo editoriale.
  • La cura, sempre. Questo libro digitale è un “semplice” libro digitale. Spero però che sia chiaro che ha richiesto tempo ed energie sia a me, che a colei che ha avuto la pazienza di seguirmi (Letizia Sechi).

Se scrivi, e se pubblichi (quindi: chiedi dei soldi anche se pochi) devi avere chiaro in testa che non puoi sottovalutare niente. Che tu sia autore, o autore che si autopubblica, se non tieni in considerazione questi aspetti che ho provato a illustrare in questo post (ma ce ne sono altri, se per esempio ti occupi di narrativa), ti scavi la fossa con le tue stesse mani. Ne potrai uscire, certo: ma che fatica.


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