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Dipietrismi che furono

Creato il 03 novembre 2012 da Fabio1983
Antonio Di Pietro ha tutto il diritto di difendersi dalle accuse che gli sono state rivolte in questi giorni. Accuse vecchie, a dire il vero, che però Tonino non è riuscito a dribblare nel servizio di Report. Gli sviluppi di questa vicenda aprono un'altra questione, politica e più immediata. L'attacco di Donadi non è legato esclusivamente alle case di Toto e Anna, va oltre: può l'Idv definirsi ancora oggi un partito collocato nella nuova dimensione europea o è una forza di protesta piegata al grillismo? Perché, badate bene, il sodalizio tra l'ex pm e l'ex comico non è affare delle ultime ore, ma parte da molto lontano sebbene con diversi strappi a intervalli di tempo più o meno regolari. E il caso vuole che Di Pietro rischi di uscire di scena nel momento in cui a perdere peso è soprattutto l'arcinemico Berlusconi. Del quale ha emulato la gestione del partito: niente opposizione interna, ambigua scelta dei candidati, concentrazione mediatica su di sé, leadership incontrastata, linguaggio omologato al pensiero unico e identitario. E ora che deve difendersi utilizza le medesime tecniche dialettiche: quello in atto contro di lui, in soldoni, è killeraggio politico. Una lancia a suo favore possiamo comunque spezzarla. Di Pietro, a differenza di Grillo, non ha mai improvvisato la sua personale azione politica. Anche se adesso sta avvenendo l'esatto contrario. L'endorsement per Tonino al Quirinale è un educato e rispettoso invito a farsi da parte. Gli elettori duri e puri dell'Idv - avrà immaginato Grillo -  potranno sempre trovare rifugio nel M5S.

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