Magazine Arte

DONG YUAN (934 ca-962 ca) e JU RAN (attivo ca. 960-985)

Creato il 26 febbraio 2010 da Orienta_menti

Articolo tratto dal sito WWW.VERSORIENTE .NET

I GRANDI MAESTRI DELLA PITTURA CINESE DI PAESAGGIO

di Marco Meccarelli

In contrapposizione all’aspra grandiosità delle scene di paesaggio della Cina settentrionale, nel meridione, artisti come Dong Yuan(934ca-962ca) sembrano privilegiare una pennellata dolce e morbida, che fa emergere un minore interesse verso il contorno e le linee di demarcazione di quanto non avvenisse nelle opere di Fan Kuan (ca 960-1030). Questi pittori sembrano privilegiare una visione dalle montagne basse, tondeggianti, boscose, inframmezzate da laghi e fiumi, secondo la conformazione geo-morfologica della Cina del sud.

Nato a Nanjing, Dong Yuan visse nel significativo periodo di transizione (906-960) che precede la riunificazione imperiale della dinastia dei Song Settentrionali (960-1127). Si distinse per altro per la definizione di montagne cinte da massi di piccole e grandi dimensioni, modellati secondo il tipo di cun noto come pima cun “trama a fibra di canapa” e caratterizzato dall’uso del pennello secco con cui tracciare linee lunghe e corte, alcune parallele ed altre sovrapposte. E’ talmente considerevole la presenza di questo tipo di cun nei suoi paesaggi, al punto tale da far supporre che sia stato proprio Dong Yuan l’inventore di questa tecnica che verrà più volte riproposta da tutti i pittori cinesi delle epoche successive e idealmente indicata per dipingere le colline e le valli della Cina del sud. Ad essere più precisi le pennellate impiegate per modellare la parte bassa della collina risultano generalmente orizzontali e ondulate a differenza di quelle usate per modellare la parte superiore, caratterizzata invece da tratti più o meno verticali e diritti. Per ottenere il particolare effetto morbido e addolcito desiderato, i tratti venivano in un primo momento segnati con inchiostro più leggero.

Generalmente è possibile suddividere i paesaggi di Dong Yuan in due grandi categorie comprendenti sia pitture realizzate anche con l’aggiunta di leggeri colori attenuati sia pitture chiaramente monocrome, seguendo lo stile inaugurato tradizionalmente da Wang Wei (699-759), gia nell’epoca Tang (618-907). Tra le sue opere più significative, la pittura di paesaggio (fig.1) conservata al Museo Nazionale di Palazzo di Taipei, permette di evidenziare lo stile tipico di Dong Yuan per la particolare veduta delle colline degradanti lungo un sinuoso corso d’acqua, realizzate con accenni di attenuato colore su seta.

DONG YUAN (934 ca-962 ca) e JU RAN (attivo ca. 960-985)

Gli abitanti di Longsu, Dong Yuan (934 ca-962 ca), colori su seta, 156-160 cm, Museo Nazionale di Palazzo, Taipei

Il Tempio taoista tra le montagne (fig.2) è forse l’opera più famosa del pittore di Nanjing, per la scena dominata da una serie di massicce cime montuose che contrastano con gli edifici che compongono il tempio taoista, nascosti in parte da nuvole e alberi. E’ proprio il trattamento delle nuvole veleggianti e delle foschie galleggianti che avvolgono i picchi montuosi a costituire probabilmente la caratteristica più rilevante dell’opera con cui sembra rafforzarsi quell’ afflato poetico, particolarmente apprezzato dalla tradizione cinese e in particolare proprio da Dong Yuan. Se da un lato infatti il peculiare e marcato effetto di foschia sembra dividere la scena in due parti, dall’altro costituisce proprio l’elemento di congiunzione tra le varie componenti dipinte del paesaggio.

DONG YUAN (934 ca-962 ca) e JU RAN (attivo ca. 960-985)

Tempio taoista tra le montagne, Dong Yuan (934 ca-962 ca), colori su seta, Museo Nazionale di palazzo, Taipei

Il letterato Mi Fu (1051-1107), il primo e probabilmente più fervido ammiratore di Dong Yuan, così descrisse la sua arte:

era dotato di grande calma e naturalezza…In questi anni nessuno è riuscito ad eguagliarlo nel nobile stile della “classe ispirata”.Le vette delle sue montagne appaiono e scompaiono; le sue nubi e le sue nebbie nascondono e disvelano; egli ne ha catturato la naturalità senza ricorrere alle astuzie dell’ornamentazione. (I suoi alberi) fitti e verdi, dai toni brumosi, con i tronchi e i rami che si sporgono vigorosi, posseggono tutti un senso di vitalità. Vi sono correnti con ponti, polle pescose e isolette immerse in una luce cangiante, un autentico spicchio del Jiangnan” (“Jiangnan”letteralmente “a sud del fiume (Yangzi)[1]

L’artista viene solitamente messo in correlazione con il pittore e monaco buddhista, Ju Ran (attivo ca. 960-985) specializzatosi soprattutto in grandi rotoli verticali di paesaggi monocromi, che presentano una considerevole ostentazione di virtuosismo nell’uso del pennello e dell’inchiostro.

Dell’artista nulla si conosce oltre al nome anche se, secondo la tradizione, visse in un monastero dove si dedicò con predilezione proprio alla pittura di paesaggio per diversi anni.

Tra le sue opere più significative il paesaggio Alla ricerca della Via sulla montagna in autunno (fig.3), conservato presso il Museo Nazionale di Palazzo a Taipei presenta lo stile dolce, con tratti di pennello ad inchiostro diluito che contribuiscono a trasmettere il carattere umido e brumoso del paesaggio, dai rilievi arrotondati. Rispetto a Dong Yuan per dipingere le asperità o l’erosione delle rocce, Ju Ran faceva uso di tratti di pennello modellati in forma di rigonfiamenti angolosi, talora anche giustapposti, definiti fan tou “cristalli di allume”[2] o anche di punti indistinti (dianfa) per raffigurare i prati.

DONG YUAN (934 ca-962 ca) e JU RAN (attivo ca. 960-985)

Alla ricerca della Via sulla montagna in autunno, Ju Ran (attivo ca 960-685),leggeri colori su seta, 156,2-77,2 cm, Museo Nazionale di palazzo, Taipei.

Mi Fu così descrisse la sua arte:

“Da giovane fece grande uso della (increspatura detta) pietra di allume. In vecchiaia si distinse per la sua semplicità e per la spontaneità dello stile, dimostrandosi il più degno di nota”[3]

L’imponente montagna coperta di vegetazione nasconde tra i suoi pendii un gruppo di capanne con il tetto di paglia, al cui interno si trovano due uomini. Probabilmente l’uomo di profilo è un dotto che ha viaggiato tra le montagne alla ricerca della saggezza filosofica, come fa chiaramente intendere il titolo. L’indagine esistenziale presentata nella pittura va inserita non solo nei caratteri evanescenti dei paesaggi del Sud, ma in senso lato nella totale comunione con la natura dove l’artista ha attuato la sua ricerca che suggerisce la Via dell’assoluto, come indica concretamente il sentiero conducente all’eremo.

Pur attenendosi ad una medesima composizione caratterizzata dalla centralità della montagna circondata da picchi dove si ergono vegetazioni, abitazioni nascoste nelle profondità dei boschi, piccoli personaggi che attendono alle loro occupazioni quotidiane e un fiume che traccia imponente il suo percorso tra le montagne, è interessante evidenziare che la visione degli artisti del sud della Cina, come Dong Yuan e Ju Ran, si distacca dallo stile di Jing Hao (attivo nel X secolo) e Fan Kuan che prediligono piuttosto l’austerità dei paesaggi del nord. Gli orizzonti spogli, le montagne stratificate, il tocco nervoso che trasmette l’aria rarefatta delle terre secche e altere della Cina settentrionale, con le rocce che lasciano intravedere la loro struttura interna, assieme agli alberi secchi dai tronchi nodosi e ricurvi, contrastano vivacemente con il carattere umido e brumoso del meridione, dai rilievi arrotondati dalle morbide linee, mentre il paesaggio si presenta più aperto e ameno, con un senso dello spazio che avvolge e unifica tutto. Non è un caso infatti che l’affinità stilistica presente nel l’arte di Dong Yuan e Ju Ran ha spinto gli studiosi a definire la loro opera con la semplice abbreviazione “Dong-Ju” per sottolineare come la loro tradizione sia rimasta, nelle regioni meridionali, la più diffusa tra gli esponenti conservatori della cultura dei letterati.

[1] Robinson, J., “Le cinque dinastie, i Song, i Jin e gli Yuan” in Michéle Pirazzoli-T’Serstevens (a cura di), La Cina, Torino, 1996, p.363 e Bush S.-Shih H. (a cura di), Early Chinese Texts on Painting, Cambridge, Mass., 1685, p.213.

[2] Cfr Kontler, C., Arte Cinese, Milano, 2000, p.199.

[3] Vandier-Nicolas, N., Peinture chinoise et tradition lettrée, Friburg, 1983, p.114.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines