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Donne 7 Marzo Biblioteca Crociera Ministero per i beni e le attività culturali

Creato il 03 marzo 2011 da Ventoditramontana

Donne 7 Marzo Biblioteca Crociera Ministero per i beni e le attività culturaliLunedì 7 Marzo 2011 Biblioteca Crociera di Roma via del colleggio Romano 27 Ministero dei beni e le attività culturali.

Mistica di donna ore 17,30 modera e introduce la Direttrice Cetta Petrollo Pagliarani – letture a cura di Dale Zaccaria – soprano Paola Perini su repertorio di Barbara Strozzi  arrangiamenti musicali Carlo Gizzi.

Letture dal Magnificat di Alda Merini – Versi d’amore e di circostanza di Suor Juana Ines de la Cruz – Sonetti dal Portoghese di Elizabeth Barrett Browning – poesie con prefazione di Giovanni Giudici di Amelia Rosselli – poesie scelte di Isabella Morra.

BARBARA STROZZI

di Paola Perini

Barbara Strozzi (battezzata il 6 agosto 1619Padova, 11 novembre 1677) è stata una compositrice e soprano italiana barocca.

Era la figlia adottiva (forse illegittima) del giudice, poeta e librettista (uno dei più celebri del Seicento) Giulio Strozzi e d’Isabella Garzoni (soprannominata la Greghetta). Fu allieva del padre, di Marcantonio Cesti e del celebre Francesco Cavalli. Dotata di una splendida voce e di un notevole fascino, riuscì presto ad emergere, diventando la musa ispiratrice di un gran numero di artisti e letterati che frequentavano casa Strozzi. Tra il 1635 e il 1636 cantò dinanzi a svariati letterati veneziani le Bizzarrie poetiche, due volumi di canzoni composte da Nicolò Fontei. Nel 1637 il padre adottivo fondò l’Accademia degli Unisoni (branca della più ampia Accademia degli Incogniti, sodalizio attorno al quale gravitavano gli intellettuali del periodo), dove la Strozzi entrò come membro e nella quale recitava e cantava i propri lavori; ella metteva in musica principalmente i testi scritti dal genitore.

Ma, oltre ad avere delle notevoli qualità vocali, Barbara Strozzi fu anche una compositrice, ed ebbe come maestro Francesco Cavalli, figura prestigiosa di autore ed organista che, nonostante una fulgida carriera portata avanti nell’ambito della cappella della Basilica di S. Marco, è oggi molto più noto come operista che come autore di musica sacra.

L’esordio della Strozzi in qualità di autrice avvenne nel 1644, con la pubblicazione del “Primo libro de’ madrigali a due, tre, quattro e cinque voci”, su testi del padre adottivo, dedicato a Vittoria della Rovere, Granduchessa di Toscana.

Seguirono altri volumi, stampati dopo il 1652, anno della morte di Giulio Strozzi, che contengono madrigali, cantate, ariette e composizioni sacre, per una produzione che supera il centinaio di brani, alla quale collaborarono i principali letterati dell’epoca.

Essa compose prevalentemente per uso proprio, cioè per solo soprano. Per i suoi lavori la formazione strumentale che predilesse fu quella a tre parti, composta da due strumenti melodici e dal basso continuo. Le sue composizioni. le quali condividono una certa comunanza con le prime opere liriche, sono fermamente incentrate nella tradizione della “seconda pratica”, semplificata da Claudio Monteverdi, ma in loro si denota maggior enfasi lirica, basata sulla forza della voce stessa, ovvero ad un modo di comporre, nuovo per l’epoca, che poneva l’accompagnamento musicale al servizio del testo.

Va comunque osservato come, da questo confronto, emerga che la Strozzi andò addirittura al di là di quanto predicato da Monteverdi, provocando, in quanto donna, sicuramente un supplemento di scalpore nell’ambiente artistico.


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