Magazine Diario personale

Dopo il liceo che potevo far

Da Iomemestessa

Dai, forza, con un po’ di fortuna anche le leggi delega che contengono la riforma che ci dovrà portare la ‘buona scuola’ fra poco saranno approvate.

Non siete contenti? Lo sapevo, i soliti, squallidi, disfattisti.

Come non si possa amare una riforma così, non riesco a comprenderlo.

Intanto, spariranno i supplenti. Come potremmo, noi, genitori attenti ed amorevoli, non esserne felici? Finalmente i presidi avranno a disposizione un organico più ampio e ne disporranno come ritengono più acconcio per elevare le conoscenze e competenze dei nostri pargoli. Come dice Matteo nostro, unico ed illuminato vate, ‘il preside come un allenatore’. A parte che, per restare nella metafora, nel mondo c’è Allegri ma anche Inzaghi, e non è propriamente la stessa cosa, cosa vieta che ad essere favorito non sia il più meritevole ma il più leccaculo?

E, finalmente gli insegnanti saranno valutati. Per gli scatti di carriera l’anzianità varrà il 30% ed il restante 70% sarà dato dalla valutazione del preside. A sua volta valutato, anche se non si capisce bene da chi. A parte le considerazioni poc’anzi espresse su leccaculismo e capacità oggettive, che tipo di omogeneità può offrire una valutazione siffatta? Qui stiamo parlando di criteri per la selezione, la formazione e lo sviluppo carriera che le aziende private hanno archiviato fin dagli anni ottanta. Una roba già decrepita ancor prima di vagire.

Più arte, lingue, musica ed educazione motoria, fin dalla primaria. Ottimo. In effetti abbiamo risultati talmente eccellenti in matematica e scienze che possiamo anche pemetterci di penalizzarle un po’.

Incentivi fiscali alle scuole paritarie private. Detrazioni fino al 65%, school bonus, 5permille. Democrazia? Fino ad un certo punto. La scuola pubblica, finanziata coi soldi di tutti, è un diritto. La scuola paritaria privata, nella stragrande maggioranza dei casi una scelta. O abito in un luogo dove non ho alternative pubbliche (e allora quanto sopra è giusto e pure coerente, perchè alla fine la paritaria privata sta erogando anche a me, Stato, un servizio) oppure è una scelta. Pure in un buco come piccolacittà, la sola scuola dell’infanzia e primaria offre almeno quattro o cinque alternative. Possibile mai che non te ne garbi alcuna? E soprattutto, se non ti garba è colpa dello stato o sei tu che hai aspettative diverse. E in quel caso è ingiusto chiederti di pagarle a tue spese? Quando ho scelto di utilizzare una baby sitter in luogo del nido, l’ho fatto pensando alla bambina certo, ma anche, e soprattutto, alla nostra complessa organizzazione lavorativa e familiare. L’abbiamo messa in regola, non abbiamo detratto praticamente nulla, abbiamo versato stipendio e contributi e ci siamo astenuti dal rompere i coglioni al mondo. Abbiamo fatto un rapporto costi benefici ed operato una scelta. Avevamo a disposizione anche un’altra opzione, offerta dallo Stato, ma non era adatta a noi. Punto.

Resta che qui, ogni governo si pregia di elargirci una riforma se possibile più patetica della precedente.

E a chi scrive torna in mente Gelli Licio, da Arezzo. L’istruzione è un problema. E va risolto.


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